Moto3 | Dupasquier, un incidente dalla dinamica inevitabile
Jason Dupasquier, pilota della Moto3, ha perso la vita nella tappa 2021 del Mugello della MotoGP, a causa di un tragico incidente in uscita dalle Arrabbiate. Una dinamica già vista in altri incidenti fatali come quello di Marco Simoncelli e Shoya Tomizawa, dove il pilota viene investito involontariamente dagli avversari.
NON SI POTEVA EVITARE
Ci sono dinamiche che non si possono evitare, per quanto focus si possa avere sulla sicurezza di circuiti, piloti e moto. Jason Dupasquier ha perso la vita nelle Q2 della Moto3 nel Gran Premio della MotoGP 2021 al Mugello, investito da altri piloti che arrivavano dietro di lui. Jason è stato colpito mentre scivolava lungo la pista dopo la caduta, venendo poi trasportato al Careggi di Firenze ed operato nella notte all’aggravarsi delle sue condizioni di salute.
DINAMICA DA MOTO
Questa tipologia di incidenti è prettamente riguardante il motociclismo, non solo da pista, e quindi una dinamica intrinseca al nostro sport. Jason usciva dalle “Arrabbiate” (curva 9) per andare verso la “Scarperia-Palagio” (curva 10 ed 11), ma nel dislivello all’uscita della “Arrabbiata 2” ha perduto il posteriore. È abbastanza chiaro che il pilota deve aver esagerato con il gas, terminando in high side. Il problema si è posto nel fatto che la moto, invece di puntare verso l’esterno della pista, con una piroetta ha proiettato il pilota a centro pista. Il resto, lo sappiamo già.
IMPREVEDIBILE
Non è la prima volta che accadono incidenti simili. Quello di Marco Simoncelli è avvenuto con l’anteriore chiuso e con la moto che intraprendeva una traiettoria strana. Anche quella di Shoya Tomizawa non è stata molto dissimile, ma è impossibile prevedere la caduta di un pilota, soprattutto quando si è a meno di 10 centimetri dalla ruota posteriore del collega. Con la tecnologia attuale la sicurezza è migliorata molto, ma certi incidenti saranno impossibili da evitare. Il motociclismo è uno sport pericoloso, i primi a saperlo sono coloro che lo praticano. Non si può far altro che continuare verso lo sviluppo della sicurezza, in pista e su strada. Ciao, Jason.
Alex Dibisceglia
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