Credits: Formula E / X.com
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In attesa dell’inizio della nuova stagione del Campionato Mondiale ABB FIA Formula E, i vertici della categoria stanno studiando alcune novità al regolamento sportivo della categoria che, tra l'altro, in questa  Season 11 vedrà il debutto della GEN3 EVO. Tra di esse, è spuntata negli ultimi giorni l’idea del “Golden Lap” che però, almeno da parte dei piloti, ha ricevuto una prima accoglienza piuttosto fredda (e non si fatica a capire il perché).

Cos’è e come funzionerebbe il “Golden Lap”

Il “Golden Lap” non è ancora una cosa ben definita in quanto è stata finora discussa “a porte chiuse” (tanto che la Formula E non ha risposto a The Race sull’argomento). In linea generale,  consisterebbe nella scelta a caso di due giri dell’ePrix in cui il pilota che va a tagliare il traguardo per primo riceve un punto bonus valido per la classifica iridata.

La scelta di tali giri verrebbe comunicata ai team prima del weekend di gara e avrebbe come conseguenza l’aumento dei punti massimi ottenibili per gara da 29 a 31. Le speculazioni che arrivano dall’ambiente suggeriscono che questa sia una misura di “riserva” nel caso il tanto atteso pit-stop a carica rapida (detto anche “Attack Charge”) non fosse ritenuto pronto per l’utilizzo in gara dopo le prove che verranno effettuate durante i test pre-stagionali di Valencia.

Chi segue la Formula E fin dalle prime stagioni sa che la categoria è nota per le sue “trovate”, tra cui possiamo menzionare il FanBoost, la sosta con cambio monoposto e l’Attack Mode. Fanno parte del suo DNA e hanno contribuito, nel bene e nel male, a renderla diversa dalle altre e ad aumentarne la sua popolarità. Ma mettere un altro “gimmick” come il Golden Lap, rischia di rendere il tutto ancora meno comprensibile per il pubblico.

Formula E Shanghai 2024
Credits: Formula E / X.com

Ma serve davvero questo alla Formula E?

Oggi, la Formula E vive un periodo per certi aspetti complicato, in cui deve un po' andare a ritrovare sé stessa. L'incremento di prestazioni nato dall'introduzione della Gen3 ha portato il campionato lontano da tanti di quelli che dovrebbero essere i suoi campi di gara: i circuiti cittadini. Un problema non da poco, se consideriamo che la categoria full electric era nata con l'intento di portare il motorsport nelle città. Per contro, queste vetture appaiono ancora poco adatte ai tracciati permanenti, per caratteristiche intrinseche delle power unit elettriche, in cui l'energy saving è una costante fondamentale. Un vero rompicapo, questo, difficile da risolvere, ma a cui una soluzione va trovata da parte del management. 

Ciò nonostante, va detto che la Formula E si trova in un’ottima posizione a livello di ascolti e da questo punto di vista il promoter sta lavorando più che bene viste le tappe del calendario. Certo, non abbiamo più l’ePrix in Italia, ma la serie è riuscita negli ultimi anni a tornare a Shanghai, in Cina, e ad arrivare in città chiave come San Paolo e Tokyo, conquistando i rispettivi mercati grazie anche alla rappresentanza dei vari paesi sulla griglia. 

Ma quello di cui la categoria sicuramente non ha bisogno, oggi, sono altre “trovate” che rischiano solo di rendere più caotiche le gare e ancora più difficile la comprensione da parte del pubblico. Cosa che, tra l'altro, hanno fatto notare anche i piloti, non certo entusiasti di avere un'ulteriore variabile da tenere sott'occhio come il “Golden Lap”. Insomma, la Formula E ha l'urgenza di trovare il proprio campo di gara ideale, restando sempre una formula di motorsport alternativa e innovativa. Questo però, se da una parte è evidente e sacrosanto, non deve portare alla ricerca spasmodica del puro show, ma restare comunque legato ad un ambito racing più tradizionale, e meno… Sim, se ci è concesso il paragone. Ne va della credibilità della categoria, e con tutti gli sforzi fatti per renderla attraente al grande pubblico, andare a sprecare il lavoro fatto sarebbe certamente un grande peccato.

Redazione