Flashback | La Ferrari 158: iridata in bianco-blu
Mancano ormai pochi giorni al lancio della nuova vettura della Scuderia Ferrari, la monoposto che nella stagione 2016 vedrà Sebastian Vettel e Kimi Raikkonen difendere i colori del Cavallino Rampante. A proposito di colori, secondo le anticipazioni lanciate nelle scorse settimane dal sito F1 AnalisiTecnica.com e successivamente riprese dai giornali di tutto il globo, a suscitare le maggiori curiosità sarà il tocco di vernice bianca che caratterizzerà la nuova monoposto. La nuova Rossa, infatti, dovrebbe presentare una vistosa fascia di colore bianco all'altezza del cofano motore, per una sorta di ritorno al passato ispirate alle fortunate livree della metà degli anni '70 (con i successi a ripetizione di Niki Lauda) ed a quella meno fortunata della fallimentare stagione 1993. Alcuni tifosi sembrerebbero non aver preso bene questa novità, in quanto a loro dire la "vera" Ferrari dovrebbe essere completamente rossa, dimenticando o non sapendo che nel lontano 1964 la scuderia di Maranello si spinse addirittura oltre, assumendo un'inedita colorazione bianco-blu.
La storia va ricollegata alla Ferrari 158, una vettura progettata da Mario Forghieri che rivoluzionò completamente la precedente 156, nell'intento di riuscire a competere con gli altri avversari nella nuova stagione. Il telaio fu realizzato con i tubi a traliccio inseriti in una struttura in alluminio e rivettati sui tubi portanti, andando così a creare una sorta di monoscocca che rendeva la monoposto molto rigida e allo stesso tempo ne conteneva il peso. Il motore era alimentato da 4 carburatori Weber per una cilindrata totale di 1487 cm e come potenza raggiungeva i 190 CV a 10 700 giri/min, mentre per aumentare il regime di rotazione si pensò ad aumentare l'alesaggio per una cilindrata totale di 1489 cm3. Ad aggiungere un elemento ulteriore sulla monoposto fu una nuova iniezione diretta progettata da Michael May e che portò la potenza a 210 CV e 11 000 giri/min. Grazie a questa monoposto e all'aiuto di Lorenzo Bandini, John Surtees riuscì a vincere il mondiale battendo Graham Hill su BRM e Jim Clark sulla Lotus, diventando così l'unico pilota ad aver conquistato un titolo mondiale sia sulle due ruote che sulle quattro ruote.
Questa monoposto nacque originariamente nella consueta colorazione rossa, ma nelle ultime due gare del campionato (il Gran Premio degli Stati Uniti e il Gran Premio del Messico) Enzo Ferrari decise di schierare le proprie vetture con una livrea del tutto inedita. Il motivo? Un clamoroso segno di protesta del costruttore modenese contro la Federazione Internazionale. Il Drake aveva infatti deciso di restituire la licenza da costruttore, dopo il rifiuto da parte della Federazione di omologare la 250 LM (vettura destinata alla 24 ore di Le Mans) per la categoria Gran Turismo, con quest'ultima che fu pertanto schierata tra i prototipi. Di conseguenza, Ferrari decise di schierare le vetture con il colore bianco-blu appartenente alla scuderia del pilota italo-americano Luigi Chinetti: si trattava del North American Racing Team, con il quale l'Ingegnere aveva instaurato una forte collaborazione tecnica a partire dal 1958. Enzo Ferrari aveva infatti affidato a Chinetti il compito di gestire la squadra nelle gare americane, e vista la restituzione della licenza, per la doppia trasferta finale le monoposto del Cavallino (caso unico nella storia) abbandonarono il rosso che le aveva da sempre contraddistinte. Un'eccezione fortunata, visto che Surtees conquistò il titolo proprio a Città del Messico.
Chiara Zaffarano
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