Bernie Ecclestone torna all'attacco. E lo fa lanciando una serie di bordate contro Mercedes e Ferrari, accusate di voler ostacolare i cambiamenti che potrebbero altrimenti rendere la Formula 1 più spettacolare ed economica. Il capo della FOM, forte del mandato conferitogli dall'ultimo Consiglio Mondiale FIA (nel quale ha avuto carta bianca per elaborare entro il prossimo 31 gennaio, insieme a Jean Todt, soluzioni volte a districare i tanti nodi che attanagliano la politica del grande Circus) non si è certo risparmiato nel criticare apertamente i due attuali "padroni", e non solo dal punto di vista sportivo, della categoria: "Stiamo cercando di salvare lo sport - ha dichiarato in un'intervista alla BBC - e invece questi signori stanno solo cercando di tutelare i propri interessi".

 

Secondo il boss inglese, la Ferrari avrebbe scritto recentemente una lettera in cui ha contestato il mandato conferitogli dalla FIA, aggiungendo come il fatto che il Cavallino e la Mercedes forniscano propulsori ad oltre metà della griglia garantisca loro il controllo completo della F1 Commission, quindi la fase finale del processo legislativo prima del Consiglio Mondiale: "Ormai quando Toto Wolff dice che Natale è il 26 Dicembre tutti sono d'accordo, e lo stesso vale per la Ferrari" ha ironizzato Bernie.

Da sempre Ecclestone si è battuto contro l'adozione dei motori turbo, voluti fortemente dall'attuale filosofia imposta da Jean Todt: la sua posizione sostiene l'adozione di motori "molto più semplici" che potrebbero essere venduti a team clienti "per la cifra massima di 8-10 milioni di euro", mentre attualmente il costo varia da un minimo di 18 a un massimo di 23 milioni. A tal proposito ha voluto evidenziare: "Nessuno avrebbe avuto un vantaggio o uno svantaggio nel consentire l'adozione di motori low-cost. Il fatto è che gli attuali propulsori regalano grani benefici solo ai costruttori coinvolti. Ma così facendo si rischia di distruggere la Formula 1: basti pensare a quanto accaduto in passato, quando costruttori come Bmw e Toyota hanno mollato la barca quando più gli faceva comodo, senza preoccuparsi delle conseguenze".

Insomma, la battaglia politica in seno al mondo della Formula 1 sembra non riuscire a vedere una soluzione d'uscita: e difficilmente il clima pre-natalizio aiuterà a mettere tutti d'accordo.

Marco Privitera

 

 

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