Dopo quello d’Austria, anche il Gran Premio inglese offre una corsa da attacchi di panico, con lotte serratissime e sorpassi inverosimili sino alla bandiera a scacchi. Il tutto, come scontato che sia, si svolge per lo più dal terzo posto in giù, dato che davanti ormai le posizioni sono riservate ai soli piloti Mercedes: vince Hamilton, precedendo il fido scudiero Bottas e un impressionante Leclerc.

Primi giri da guerriglia: la partenza fila via abbastanza liscia, con i big che mantengono le posizioni della griglia, tranne Vettel che invece ne guadagna una su Gasly. Se c’è uno che proprio non ci sta è Lewis Hamilton: il campione del mondo non ne vuole che sapere di arrivare secondo davanti al suo pubblico e sin dalla primissime battute assalta Bottas senza pietà. I due non si risparmiano e si scambiano una serie di sorpassi e controsorpassi da far sudare freddo Toto Wolff. A decidere tutto sarà però una safety car, provocata dal ritiro di Antonio Giovinazzi, che permetterà all’inglese di effettuare il proprio pit perdendo meno tempo del team mate, ritrovandosi così al comando. Diciamolo chiaramente: il ritmo dell'inglese era irraggiungibile e la vittoria dello stesso una pura e semplice formalità. Anche senza la vettura di sicurezza, l’esito della corsa sarebbe stato il medesimo: LH44 è in uno stato di grazia fuori dall’immaginario collettivo e, per dimostrarlo, basta fare caso al giro veloce firmato all’ultima tornata… con la vettura ormai sui cerchioni… demolendo il compagno di team che aveva appena effettuato il cambio gomme, montando per giunta una mescola più morbida. Meditate gente, meditate…

Leclerc vs Verstappen, ancora duello: ad animare le tribune, prendendosi tutta la scena, sono stati ancora una volta i giovanissimi rampolli di Ferrari e Red Bull. Rei del duello di due settimane fa, i due non si risparmiano e non se le mandano certo a dire. Da dietro il figlio di Jos è un bersagliere con un mitragliatore Gatling e fa fuoco da tutte le parti contro Charles. Quest’ultimo però non si fa certo impressionare e fa delle spalle così larghe che la Red Bull non riesce a superare. Ragazzi, di Max ormai lo sapevamo già, ma con Leclerc la sensazione che sia nata una nuova stella è palpabile. Non ne siete convinti? Andatevi a riguardare il sorpasso alla “the Loop” ai danni di Gasly e poi ne riparliamo. Gran manico, grande freddezza, grande visione di gara. Impossibile fare paragoni con altri campioni del passato, ma se proprio dovessimo fare per forza di cose questo esercizio, allora non potremmo far altro che tirare fuori dal taccuino nomi di grosso calibro.

Tamponamento di Vettel: dopo un errore di strategia Ferrari, che fa scivolare Leclerc al sesto posto, il duello Ferrari / Red Bull si sposta tra Verstappen e Vettel. Dopo vari tentativi di incornata, l’olandesino mette le ruote davanti alla Ferrari numero 5. Seb però non ci sta e prende subito la scia della vettura di Milton Keynes per controbattere immediatamente. L’idea è di sorprendere Verstappen con una finta verso l’interno per andare poi all’esterno della penultima curva: purtroppo però il ferrarista fa male i conti, perdendo completamente il punto di staccata e tamponando violentemente l’incolpevole pupillo di Helmut Marko. La manovra consentirà a Leclerc di riprendersi il podio (che comunque meritava) e costerà a Sebastian un penalty (sacrosanto) di 10 secondi.

Ragazzi, che Mclaren: come ormai spesso succede negli ultimi tempi, spendiamo ancora una parola di elogio per l’ex team di Ron Dennis. A Woking stanno facendo un gran lavoro e ancora una volta i due piloti se la sono giocata nelle posizioni di testa per cercare di essere i “primi degli altri”. La vettura è ormai costantemente in lotta al vertice e la strada intrapresa sembra assolutamente quella giusta. Segnali mistici nei confronti di Fernando Alonso che, ancora una volta come da abitudine, ha fatto forse la scelta sbagliata al momento sbagliato? #laMaledizionediFernando

Ci vediamo a Hockenheim…

Daniel Limardi