F1 | Williams FW42, l’analisi tecnica: semplicità e qualche intuizione
In casa Williams la parola d’ordine è riscatto: la FW42 nasce con l’obbligo di far dimenticare la disastrosa annata 2018. Ma il compito della nuova monoposto è (fin da subito) tutto in salita, complice il ritardo dell’arrivo in pista e gran parte del lavoro da recuperare: nel giorno e mezzo che la FW42 è scesa in pista sono state effettuate rilevazioni aerodinamiche con rastrelliere e sensori.
Complessivamente la Williams si presenta come una vettura molto semplice ma con l’anteriore molto curato; andiamo a scoprirla più nel dettaglio.
L’alettone anteriore presenta un mainplane con un andamento, tutto sommato, molto lineare, che tende a sollevarsi verso l’esterno per portare più aria fuori dagli pneumatici.
Più articolati gli upper flap, che presentano un andamento sinuoso pur non chiudendosi a ricciolo nella zona centrale; soprattutto l’ultimo presenta un taglio netto verso la zona esterna (freccia gialla), proprio in corrispondenza della paratia verticale tagliata (freccia verde): il tutto per far evacuare l’aria e spingerla al di fuori degli pneumatici anteriori. Questa è sicuramente una soluzione inedita all’anteriore, considerando le due maggiori filosofie di pensiero viste da Ferrari e Mercedes.
Il musetto presenta una forma standard: con il bulbo centrale, e i piloni di sostegno con soffiatura che incanalano il flusso nel sotto-vettura. Subito dietro sono presenti le zanne, di derivazione Mercedes (freccia gialla), che fungono da vero e proprio diffusore al contrario: incanalando aria che va a rinvigorire i flussi nel sottovettura spingendoli verso il fondo piatto; discreto l’ingresso e l’uscita S-Duct.
La vera novità riguarda le sospensioni anteriori, che pur mantenendo lo schema push-rod, presenta un braccio superiore (freccia rossa), praticamente orizzontale, e con un vistoso bracket (come quello utilizzato nelle sospensioni posteriori) per spostare i cinematismi in alto e migliorare l’aerodinamica frontale della monoposto. Secondo alcuni Team questa soluzione aumenta la flessibilità oltre i termini consentiti e, di conseguenza, rasenta la legalità; anche il braccio inferiore presenta una forma più complessa con una sezione che (con ogni probabilità) diverge dal regolamento divenendo un mini profilo aerodinamico. Per quanto riguarda il tirante dello sterzo (in verde) si frappone sulla mezzeria dei due bracci (in verde) per cercare di ottenere la massima pulizia dell’insieme.
I bargeboard presentano una forma similiare a quelli della passata stagione, con la riduzione dell’altezza regolamentare, con diverse soffiature sul marciapiede e una vistosa deriva orizzontatale sopra; quest’elemento lavora in stretta sinergia con le derive sotto l’ingresso delle pance laterali per portare aria nel fondo vettura.
Passiamo ora alla zona dell’abitacolo, dove gli specchietti retrovisori presentano un doppio supporto (frecce rosse), ma soffiato, con una forma “concava” per indirizzare l’aria verso l’imboccatura delle pance laterali, aumentandone così la portata e, contemporaneamente, riducendo l’impatto aerodinamico. Una soluzione mutuata dalla Ferrari per cercare di ridurre l’ingresso delle pance stesse e, di conseguenza, aumentare lo svaso delle fiancate.
In tal senso vanno anche i deflettori a ponte, con la parte che si estende orizzontalmente sulle fiancate che presenta le soffiature (di scuola Ferrari) e la parte sopra l’ingresso delle pance a due elementi, che hanno una chiara svergolatura per aumentare la portata d’aria (ingrandimento).
Le pance laterali presentano un sottosquadro molto accentuato, per poi scendere rapidamente verso la zona coca cola per lasciare spazio al fondo piatto (in rosso).
L’airbox presenta una forma ad ogiva con al suo interno due setti (freccia verde) per dividere l’aria che alimenta la Power Unit Mercedes, mentre non vi è presenza della pinna, fatta eccezione per una piccola deriva in coda (freccia verde), posta sopra gli scarichi, molto probabilmente per fare da supporto ad una Deck-Wing come sull’Alfa Romeo.
Il fondo piatto presenta uno slot, ad inizio pancia, per poi proseguire con sei soffiature oblique (freccia gialla) per meglio gestire il fenomeno dannoso del tyre squirt.
Per quando riguarda la sospensione posteriore è stato confermato il pull-rod abbinato ad un bracket (freccia azzurra) per lasciare spazio di lavoro all’estrattore del diffusore, aumentandone così la portata.
L’alettone, che presenta un profilo principale piuttosto semplice, è sorretto dal doppio pilone a collo di cigno (freccia rossa); mentre le paratie laterlai presentano le frange in basso per cercare di ridurre le turbolenze nocive generate dal rotolamento degli pneumatici posteriori.
Una vettura tradizionale con qualche soluzione borderline: questa è la Williams FW42, una monoposto (per ammissione di Calire Williams) nata con più calma rispetto alla progenitrice, proprio per evitare rincorse in affanno, ma che attualmente si trova quasi nella medesima situazione.
Nella prima tornata di test i piloti si sono limitati alla raccolta dati, vedremo se nella seconda sessione riusciranno ad alzare l’asticella del livello tecnico della nuova nata di Grove.
Articolo e grafiche a cura di Michele Montesano