Il fine settimana di Misano è iniziato sottotono, rispetto alle altre gare della stagione: la notizia di Rossi fuori dai giochi ha fatto storcere il naso a molti tifosi che da mesi ormai aspettavano che il Motomondiale tornasse in Italia per andare a sostenere il proprio beniamino. La gara di Misano forse non è la più bella da vedere o la più amata dai piloti per le caratteristiche del tracciato, ma di sicuro è un momento che richiama tanto pubblico ed i protagonisti da sempre sono felici di tornare qui per farsi coccolare dal calore dei tifosi.

L’infortunio di Rossi ha un po' spento il clima di entusiasmo generale, ma sono bastati i rombi dei motori per far tornare in circolo l’adrenalina: durante la prima giornata di libere abbiamo assistito a turni combattuti nelle tre categorie e anche nel paddock l’entusiasmo è aumentato. Il tifo per Valentino non è mai mancato: sulle tribune le bandiere col numero 46 sono sventolate imperterrite per tutti i tre giorni, quasi uno schiaffo in faccia alla sfortuna e anche la dimostrazione che il pilota di Tavullia continua ad essere il catalizzatore della MotoGP, nonostante tutto.

Oltre a questo, ad esaltare il pubblico, ci hanno pensato i giovani talenti della Moto3 che con la loro grinta non mollano mai: non importa che si tratti di una prova libera o di una gara, sono sempre pronti a regalare una staccata al limite; in gara poi Fenati è diventato l’eroe dei presenti: poco conta la nazionalità (anche se non guasta) o il passato, il pilota del team Ongetta con la sua gara in solitario sotto la pioggia ha dato una lezione a tutti. E' rimasto calmo, concentrato ed ha gestito una situazione complicata come un veterano, facendo risuonare l’Inno di Mameli a Misano, davanti ai presenti ancora a bocca aperta per la sua performance.

La Moto2 invece ha raffreddato il clima: poteva davvero essere la gara degli italiani, visto che i nostri erano stati protagonisti del weekend; Pasini correva col casco in onore di Simoncelli, Morbidelli poteva allungare in classifica, Baldassarri voleva la rivincita su una stagione deludente e caratterizzata dagli infortuni. La pioggia ha rovinato la festa, con i nostri piloti che sono caduti sull’asfalto scivoloso l’uno dopo l’altro, ma la gara di Misano ha comunque portato ad uno storico risultato, ovvero una doppietta svizzera con Dominique Aegerter sulla Suter davanti a Tom Luthi.

La domenica ha portato molto pubblico a Misano, tanto tifo e nessuno si è fatto scoraggiare dal maltempo perché la passione è più forte del clima e poco importa che la terra fosse umida e la pista si vedesse attraverso i manici degli ombrelli: per la MotoGP è calato un irreale silenzio quando lo spettacolo è iniziato. Non è stata la gara più bella della stagione, ci sono state molte cadute e pochi sorpassi, ma essa ha mostrato la voglia di reagire di Lorenzo, l’eroismo di Zarco, la concretezza di Dovizioso, la sete di successo di Petrucci e la sana follia di Marquez; è stata la gara che ha tagliato fuori Rossi dalla lotta al podio iridato, e che forse ha ridotto a due i pretendenti al titolo mondiale.

Dopo un weekend all’insegna dello sport, durante il quale abbiamo avuto la fortuna di assistere a tanti bei gesti sportivi, è arrivato il podio che di bello ha mostrato ben poco: una serie di fischi contro Marquez che fanno parte del gioco, come ha detto lo stesso pilota, ma rovinano un po' il clima respirato fino a quel momento. “Meglio i fischi che augurare ad un pilota di cadere” ha dichiarato lo spagnolo dopo il podio. Di sicuro, meglio di esultare per una scivolata che potrebbe essere pericolosa in uno sport come il motociclismo: si dovrebbe andare in circuito per sostenere i propri beniamini, sperando che siano i più forti in pista senza che sia una caduta a togliere dai giochi un rivale, e ci vorrebbe un sano tifo che faccia esultare per una vittoria e non gioire per un episodio negativo, ricordando che rischiano molto, tutti.

Tralasciando questo, il Gran Premio di Misano è stato un bel weekend, fatto di sorrisi, tifo e passione: la perfetta occasione per rivedere dal vivo queste persone normali che, una volta indossati tuta e casco, si trasformano in moderni supereroi, dando l’impressione di essere totalmente lontani dal resto del mondo, ma che in fondo, non andrebbe dimenticato, rimangono semplici esseri umani.

Alice Lettieri

 

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