Un 2025 importantissimo quello che si appresta ad iniziare per la IndyCar
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Il campionato che tra un paio di mesi scatterà a St. Pete sarà un punto di svolta importante per la IndyCar. Il 2025 porterà con sé tante novità che, senza dubbio, creeranno qualche grattacapo inevitabile nelle prime fasi, ma che proietteranno veramente la categoria verso il futuro, rinfrescandone ulteriormente l’immagine. Dal punto di vista puramente sportivo, inoltre, sarà interessante capire chi potrà spodestare dal trono Alex Palou, che negli ultimi anni è stato il vero e proprio mattatore della categoria.

Prema: il debutto più atteso

Per noi italiani, ci sarà un motivo particolare in più per seguire la IndyCar con ancora più attenzione. Il debutto del team Prema nella massima categoria a ruote scoperte del panorama americano rappresenta qualcosa di unico e speciale. Il nostro Paese, dunque, diventerà sempre più protagonista anche Oltreoceano, dove Dallara già la fa da padrona attraverso la fornitura dei telai. A proposito di ciò, il concept delle nuove vetture è già stato mostrato ai team principal in un meeting privato, e pare che il lavoro del costruttore di Varano de’ Melegari sia stato ancora una volta molto apprezzato, nonostante gli inevitabili appunti mossi in vista del debutto, che dovrebbe avvenire nel 2027. 

Il team vicentino si presenterà al via con due vetture affidate a Callum Illott e Robert Shwartzman. La scelta dei due piloti è stata sicuramente ponderata con attenzione e ci sembra di poter dire, soppesando tutti gli elementi, che sia equilibrata, benché non certo scontata. Rosin e Piers Philips (il CEO di Prema IndyCar) hanno optato per una coppia “di famiglia”, considerando i trascorsi di entrambi, e di grande talento. L’inglese porterà certamente la sua esperienza che, sommata al talento naturale del russo con passaporto israeliano, potrà portare a risultati importanti. Il primo sarà sicuramente un anno “di rodaggio”, ma non è escluso che la compagine tricolore possa togliersi qualche bella soddisfazione.  

Tutti contro Palou

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Tre titoli in quattro stagioni in IndyCar: uno score che parla da solo, quello di Alex Palou. Lo spagnolo, negli ultimi due anni, ha raggiunto livelli di guida, lettura di gara e pragmaticità che hanno letteralmente messo a terra gli avversari. Il 2025 dovrà essere l’anno della rivincita per tanti, a partire dall’interno dello stesso team Ganassi, con Scott Dixon alla caccia del settimo titolo. Il kiwi resta sicuramente uno degli interpreti migliori delle gare a stelle e strisce, ma le primavere cominciano a farsi sentire, e questa potrebbe essere, se non l’ultima, una delle chance finali da cogliere per consacrarsi ancora di più. 

Il team che più di tutti dovrà cercare di rifarsi sarà certamente quello del Capitano Roger Penske. Abbiamo già analizzato la questione qualche mese fa qui: il 2025 dovrà essere l’annata del ritorno costante al top, lasciandosi alle spalle un 2024 ricco di problematiche anche fuori dalla pista. Josef Newgarden sarà chiamato a tornare costantemente al top, mostrando tutta la propria immensa classe. Per Will Power, invece, vale un po’ il discorso fatto per Scott Dixon, vista l’età non più verde. Non sarà da sottovalutare neanche l’apporto di Scott McLaughlin, ormai un veterano della categoria dopo l’inevitabile apprendistato. 

Andretti tra passato e futuro… in F1

Anche il terzo dei top team a stelle e strisce vivrà un 2025 molto particolare, garantendo tanti spunti interessanti. Andretti Global sembra essere un team uscito da uno dei periodi più turbolenti della storia, con il passo di lato fatto da Michael che in qualche modo ha favorito lo sbarco in F1. Difficile pensare che tutto questo non avrà un peso sulla gestione della squadra anche in IndyCar, soprattutto dopo il finale stagione in crescendo messo in mostra nel 2024. 

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Colton Herta, lo abbiamo detto, sembra essere uno dei candidati principali alla “quota USA” del Circus nel 2026. Il californiano, però, dovrà confermare la crescita vista e di essersi lasciato alle spalle le sue indecisioni e i suoi tipici errori. Occhio, però, perché il “rivale” più importante potrebbe trovarselo in casa: Kyle Kirkwood, infatti, potrebbe mettergli i bastoni tra le ruote in più di un’occasione, grazie al talento cristallino e alla sua voglia di emergere. Insomma, potrebbe essere una vera e propria stagione di “casting” in casa Andretti, con occhi puntati sì al futuro, ma anche ad un presente che potrebbe portare tante soddisfazioni. 

Prima stagione piena con le power unit ibride: chi sfrutterà meglio il pacchetto?

Nel 2024, l’introduzione della componente elettrica è avvenuta a Mid-Ohio, nel cuore della stagione, dopo mesi di tentenna e rinvii. Ora, nel 2025, è giunta l’ora di assistere al primo campionato completo della nuova era ibrida per la IndyCar. Non si può certo dire che questo sia un aspetto secondario, viste le complicazioni tecniche e non solo che questo si porta dietro. La passata stagione ha visto qualche problema colpire anche i protagonisti (Dixon in Ohio e Palou a Milwaukee), ma soprattutto in tanti hanno dovuto lavorare per capire il comportamento di questo nuovo tipo di tecnologia sui tracciati e sulle vetture di una categoria unica nel suo genere. 

A St. Pete si correrà per la prima volta con l’ibrido, e questo avverrà anche a maggio sul super speedway di Indianapolis, con la prima 500 Miglia “ibrida” della storia. Il lavoro nei test sarà fondamentale, e non è un caso che a novembre Penske abbia messo in macchina Felipe Nasr al Thermal Club, uno che da anni corre con questo tipo di PU. C’è però anche un altro aspetto, che ha sottolineato con preoccupazione Romain Grosjean, attualmente senza volante: l’aumento dei costi per i team sarà importante. Non è, questa, una situazione da sottovalutare, soprattutto in relazione ad una serie che è sempre stata più “abbordabile” rispetto a tante altre. Le squadre dovranno fare fronte alla situazione in qualche modo, e il pericolo è quello di vedere sempre più piloti paganti avere la meglio su altri più talentuosi ma meno solidi da questo punto di vista. Una situazione comune al resto del mondo del motorsport, ma che potrebbe portare qualche grattacapo a più di uno dei team impegnati in IndyCar

Charter, calendario e starting list: qualità elevatissima in ogni aspetto

L’introduzione del sistema Charter vedrà la luce proprio nel 2025, e anche sotto questo aspetto il Gran Premio di St. Pete avrà un’importanza storica. La maggior stabilità finanziaria garantita ai team storici è certamente qualcosa di molto positivo, che farà solo bene allo spettacolo in pista. Show sicuramente favorito anche dal calendario, che da qualche anno a questa parte vede una varietà di tracciati sempre maggiore

Eliminato l’evento (francamente rivedibile) della Milion Dollar Challenge, il tracciato del Thermal Club resterà comunque protagonista, con un weekend “classico”. Il ritorno di ovali storici come il Milwaukee Mile e il Nashville Super Speedway ha inoltre incontrato il favore del pubblico, e saranno ancora protagonisti. Unica nota stonata (forse) l’eccessiva compattezza, dato che il campionato si chiuderà già il 31 di agosto in Tennessee. In compenso, ancora una volta è da sottolineare la qualità dei piloti e di tutte le squadre impegnate in pista, come ormai accade da tantissimi anni.  

Insomma, tra un paio di mesi inizierà un 2025 che, per il mondo IndyCar, si preannuncia spettacolare, con l’Italia sempre più protagonista grazie a diverse eccellenze tricolori. In attesa, restiamo in attesa di capire a chi verranno assegnati gli ultimi posti liberi, in particolare per quanto riguarda Dale Coyne, e attendiamo i riscontri dei test di febbraio, che inizieranno in qualche modo a delineare il quadro della situazione di una delle categorie più belle e interessanti del panorama motoristico internazionale. 

Nicola Saglia