Come lo scorso anno, la Rossa ha finito per soffrire le caratteristiche del circuito britannico, caratterizzato da una lunga serie di curvoni veloci capaci di esaltare le doti telaistiche delle vetture. Un aspetto, quest'ultimo, che ha contributo ad evidenziare il valore della monoposto di Milton Keynes, costantemente davanti alla SF16-H per l'intera durata del week-end. A complicare ulteriormente le cose, poi, è arrivato anche il guaio alla trasmissione verificatosi sulla vettura di Vettel nella parte conclusiva della FP3, il quale ha costretto gli uomini di Maranello a procedere con una sostituzione che ha costretto il tedesco a partire con cinque posizioni di penalità sullo schieramento. Una situazione analoga a quella verificatasi soltanto una settimana fa in Austria, quasi a voler evidenziare una fragilità strutturale che non può non preoccupare gli uomini in rosso. Il tedesco, alle prese con una vettura che ha dimostrato di soffrire soprattutto i tratti lenti del tracciato, ha chiuso le qualifiche con il sesto tempo, immediatamente alle spalle del compagno Raikkonen, il che ha comportato una partenza dalla sesta fila dello schieramento. Come dire: un weekend gettato alle ortiche, o quasi.

In gara è poi arrivata la pioggia a complicare ulteriormente i piani della scuderia di Maranello: sia Vettel che Raikkonen sono apparsi piuttosto in difficoltà con la vettura, rendendosi protagonisti anche di diverse escursioni (nello specifico, all'altezza dell'insidiosa curva Abbey) che hanno fatto perdere loro del tempo prezioso. Come se non bastasse, per il tedesco è arrivata una discutibile penalità di 5" da aggiungere al tempo finale di gara, visto che durante la manovra di sorpasso ai danni di Massa, avrebbe (secondo i Commissari) portato volontariamente fuori pista la Williams del brasiliano, anche se le immagini dell'on-board hanno evidenziato un sovrasterzo che ha costretto il tedesco a correggere la traiettoria in curva 3. In ogni caso, questo provvedimento si è rivelato ininfluente ai fini della classifica finale, con Seb che ha colto un misero nono posto e due punticini iridati. Leggermente meglio è andata al finlandese, il quale (fresco di rinnovo contrattuale per il 2017) non è riuscito comunque a migliorare la propria posizione di partenza, concludendo quinto dopo un sorpasso nella fase finale ai danni della Force India di Perez.

In ogni caso, basterebbe dare un'occhiata alla classifica dei giri veloci in gara per rendersi conto del divario prestazionale che ha contraddistinto in questa occasione Mercedes e Ferrari: a fronte di un giro record fatto registrare da Rosberg in 1:35.548, i due ferraristi hanno colto solamente la settima e ottava prestazione cronometrica, a quasi 1"5 dal tedesco della scuderia campione del mondo. Un gap forse mai così ampio in questa stagione, e sul quale gli uomini del Cavallino dovranno riflettere attentamente per evitare di incorrere in una seconda parte di stagione da "comprimari". Anche perchè (diciamolo chiaramente) dopo i proclami della vigilia, l'obiettivo minimo per la Ferrari adesso è diventato quello di vincere almeno un Gran Premio da qui a fine stagione. Impresa che non sarà di certo facile, in virtù della presenza di una Mercedes stratosferica e di una Red Bull che continua a fare passi da gigante. Quelli che non ha fatto sin qui la SF16-H, vettura nata bene ma successivamente sottoposta solo a piccoli lavori di affinamento dal punto di vista meccanico ed aerodinamico. E la sensazione è che, se nemmeno un successo dovesse arrivare, qualcuno potrebbe iniziare davvero a spazientarsi.

Da Silverstone - Marco Privitera

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