F1 | Force India VJM11, l’analisi tecnica: in attesa di una vera evoluzione
Il progetto di base della VJM10 è stato uno dei migliori del lotto, ma in una Formula 1 in cui chi si ferma è perduto, una monoposto “vecchia” di un anno può far perdere numerose posizioni in classifica. Complice la stabilità regolamentare i tecnici della Force India hanno apportato, per ora, solo delle piccole migliorie nella zona dei sidepod. Il musetto è lo stesso della passata stagione con le narici che incanalano aria da indirizzare all’S-duct, così com’è identico l’alettone anteriore.
Le prime modifiche si possono osservare sulle sospensioni anteriori, a schema push rod, con dei bracci leggermente rivisti per migliorare lo sfruttamento delle nuove mescole Pirelli; interessante lo sviluppo in corrispondenza della presa dei freni anteriori: sono presenti ben tre mini-flap (cerchio giallo) per indirizzare e pulire il flusso verso la zona dei bargeboard e delle pance, oltre che per creare un minimo di carico in più sull’avantreno, mentre è confermata la presenza dei mozzi forati.
I bargeboard sono gli stessi della passata vettura e presentano numerose soffiature e seghettature per rinvigorire i flussi che, altrimenti, in questa zona andrebbero a stagnare.
In Force India hanno ammesso che le zone delle pance laterali della vecchia VJM10 erano state progettate di dimensioni appositamente generose per mantenersi in sicurezza ed evitare il surriscaldamento della Power Unit; invece quest’anno l'obiettivo è stato finalizzato allo sviluppo proprio in questa zona riducendone l’ingresso. Il tutto al fine di creare una maggior svasatura e permettere così di far defluire l’aria attorno ad esse, andando ad alimentare la parte superiore del diffusore ed evitare le turbolenze generate dagli pneumatici posteriori. Sono stati mantenuti anche i piccoli flap che convogliano aria all’interno delle pance aumentando la portata d’aria per lo smaltimento termico del motore.
Anche i deflettori presentano la medesima forma della passata stagione; unica modifica riguarda gli specchietti retrovisori spostati più all’esterno, per non andare in contrasto con le turbolenze generate dall’halo. Di conseguenza sono stati modificati sia gli steli di supporto, sia le due pinne che partono dalle pance e si collegano ad essi con il chiaro scopo aerodinamico di pulire il flusso ed indirizzarlo sul cofano motore (riquadro azzurro).
Piccole modifiche anche all’airbox, non per quanto concerne la forma ma per la lunghezza iniziale del condotto (riquadro verde) che, così come nella Mercedes W09, presenta la pinna che inizia più indietro rispetto alle altre vetture (linea gialla). Il cofano motore presenta una leggera gobba a metà vettura (cerchio azzurro), scelta progettuale volta a distribuire in maniera diversa le componenti della power unit, a favore di un cofano molto più stretto rispetto al passato.
Le sospensioni posteriori mantengono il medesimo schema a tirante con le stesse, e collaudate, geometrie. Diverso il supporto, sempre ad un singolo pilone, dell’alettone posteriore ora non più leggermente curvo che avvolge lo scarico centrale (riquadro rosso). Leggermente diverse le paratie verticali dell’alettone sulla parte superiore per meglio dirigere lo stacco del flusso.
Le modifiche hanno riguardato anche il fondo piatto: davanti gli pneumatici posteriori sono presenti ben dieci soffiature per generare e regolare l’effetto tyre squirt (cerchio viola). Inoltre sul diffusore, visto la mancanza di monkey seat e, provvisoriamente, di T-wing sono comparse due alette ai lati della struttura anti-intrusione posteriore per migliorare l’espansione del diffusore e creare maggior downforce.
È chiaro che la Force India sarà la più grande incognita da qui fino all’inizio del campionato, sia per quanto riguarda la vettura ed annessi sviluppi, sia per quanto concerne la sua proprietà e relativo nome. Ovviamente, partendo in ritardo, confermarsi quarta forza del mondiale diventa un’impresa ancora più ardua.
Articolo e grafiche a cura di Michele Montesano