F1 | Magny-Cours 2002: cinque volte Michael
Domenica 21 Luglio 2002 Michael Schumacher diventava campione del mondo di F1 per la quinta volta in carriera, vincendo il GP di Francia corso a Magny-Cours. Il tedesco raggiungeva Juan Manuel Fangio per numero di titoli vinti in una domenica il cui ricordo, a vent'anni di distanza, appare molto fuori fuoco e perso tra le nebbie del tempo. Riavvolgiamo il nastro di questo Amarcord e portiamo indietro le lancette dei ricordi.
Ruolino di marcia
Michael Schumacher arriva all'appuntamento di Magny-Cours con un ruolino di marcia impressionante. Su dieci gare disputate ne ha conquistate sette, con due secondi posti ed un terzo a corredo. In Ferrari hanno per le mani un pacchetto vincente, tuttavia vedono nella Williams - BMW un avversario temibile. La scuderia inglese va forte, soprattutto in qualifica, dove infila una pole-position dietro l'altra. In quest'ottica matura il plateale ordine di scuderia invocato da Jean Todt con tutto il muretto durante il GP d'Austria.
A Silverstone, quindici giorni prima del GP di Francia, l'uno-due ferrarista ha proiettato Schumacher e Barrichello in testa al Piloti, seppure con un gap di cinquantaquattro punti tra i due. Con il sistema di punteggio del 2002 il brasiliano potrebbe ricucire lo strappo con cinque vittorie ed un terzo posto, a patto che il tedesco chiuda a zero punti per sei gare di fila. Stesso discorso per Juan Pablo Montoya con la Williams, che insegue Barrichello distanziato di un punto.
Pronti, via!
Qualsiasi velleità di Rubens viene cancellata durante il giro di formazione, quando la sua Ferrari rimane ferma in griglia per problemi tecnici. Come accaduto a Michael qualche anno prima, proprio a Magny-Cours, Barrichello non prende nemmeno il via. Lo spegnimento dei semafori vede una griglia con tantissimi spazi vuoti: Rubens, Fisichella (dichiarato unfit dopo un incidente in prova il sabato mattina) e le due Arrows, che girano in qualifica alzando apposta il ritmo in prossimità della linea del traguardo. La causa? Soldi, pagamenti degli sponsor in ritardo e la necessità di non dover pagare la sanzione per aver saltato il GP.
La gara propone una battaglia tra Schumacher, le Williams e le McLaren. La scacchiera prevede due temi principali: le strategie sulle gomme (e quella di Montoya, in pole, non funzionerà) e le infrazioni per il taglio della linea di uscita dalla corsia box. La svolta che porta alla vittoria ed al Mondiale arriva in maniera imprevista, quando mancano cinque giri dal termine. Raikkonen viaggia in testa proiettato verso la prima vittoria in carriera e Schumcaher procede tranquillamente in seconda posizione. In questa situazione di punteggio il tedesco andrà a sferrare l'affondo per il titolo ad Hockenheim sette giorni dopo, preservando la meccanica della vettura in una gara caratterizzata dal caldo.
Al tornantino Adelaide Raikkonen scivola sull'olio lasciato dalla Toyota di McNish, uscita di scena con il motore in panne, lasciando la porta aperta all'inserimento ed alla conseguente vittoria di Schumi.
Cinque mondiali
Michael vince il quinto mondiale piloti della sua carriera, il terzo consecutivo con la Ferrari, e pareggia i conti con il numero di Fangio. L'argentino aveva ottenuto il numero record di cinque titoli mondiali circa cinquant'anni prima: per questi motivi, epoche sportive molto diverse, il primato pareva inavvicinabile. Dopo la gara, il tedesco dichiara alla stampa: "Non pensavo al campionato durante il weekend, ma quando ho visto prima Rubens fuori gara e poi Montoya un po' indietro, ho iniziato a farci un pensierino. (...) Quando sono passato sotto la bandiera a scacchi ho sentito un'esplosione di emozioni perché ho realizzato quanto significa questo successo per me e quanto amo questo sport. (...) Ora possiamo concentrarci sulle singole gare e spero che avremo delle corse eccitanti."
I titoli di coda sul Mondiale scorrono già a luglio e la speranza di corse eccitanti rimane la sola calamita a disposizione del prodotto F1. Il mistero della fede ferrarista terrà incollati i tifosi duri e puri alle gare anche a luglio ed agosto. D'altro canto, la tifoseria meno impegnata andrà in spiaggia a ballare il becero tormentone estivo, che nel 2002 ha le note e le parole di "Assereje" delle Las Ketchup. In un certo senso l'equazione, enunciata in più puntate de #lanostraf1, di una Ferrari trionfante quando il tormentone estivo diventa molesto e micidiale viene rispettata.
Cosa resterà ai tifosi ferraristi?
Quando parliamo dell'alba di Suzuka nel 2000, ogni tifoso ferrarista (autore dell'articolo compreso) sa dov'era e cosa stava facendo. Come se quella gara fosse uno di quei "cinque o sei giorni importanti" nella vita di una persona. Magny-Cours 2002, invece, rappresenta tutto un altro mondo. Niente digiuni spezzati. Niente urla rimaste silenziose per troppo tempo che trovavano libero sfogo. Niente di tutto questo.
La Ferrari del 2002 e lo stesso Michael Schumacher ricordano bene quanto sia amaro il sapore della sconfitta. Da Maranello mettono sul tavolo una struttura per vincere tutto. Poco importa se vincere comporta giorni da figure barbine come i GP in Austria e negli Stati Uniti d'America. Le giornate di grazia si costruiscono così, mano nella mano con una monoposto elegantissima e velocissima come la F2002. Modello che genererà un'infinità di grattacapi negli uffici tecnici avversari (tanto da mandare in bambola pure Adrian Newey con la McLaren MP4/18 del 2003). Forse tutto questo costituisce quanto manca alla Ferrari di oggi.
Guardando il calendario 2002, arrivati a luglio, la massima Formula deve ancora correre almeno un terzo delle gare e tirare fino ad Ottobre. Per questi motivi dal 2003 in poi entrerà in vigore un nuovo punteggio che premierà i primi otto classificati, nella speranza che titoli assegnati ad inizio estate diventino un'eventualità impossibile. La volontà risulta comprensibile, ma la trovata di inserire artificiosamente un'inflazione di punti negli anni a venire proporrà delle minestre allungate e riscaldate.
Luca Colombo