Italiani in F1 | Luigi Musso, vivere alla massima velocità
Luigi Musso nasce il 29 luglio 1924 come ultimo figlio di Giuseppe Musso, diplomatico e uomo d’affari che, dopo aver guadagnato una fortuna in Cina, una volta tornato in Italia ha fondato la casa cinematografica ICI. A 16 anni il padre viene a mancare e Luigi comincia a sperperare la sua immensa eredità nel gioco d’azzardo e nelle macchine. Proprio nelle auto da corsa trova sfogo il suo amore per la velocità e nel 1947 acquista una Fiat Topolino, nonostante non abbia ancora la patente per guidare.
Nel 1950 comincia la sua carriera nel mondo delle corse con una Maserati e partecipa a tutte le gare più importanti, vincendo e cominciando a far crescere la sua popolarità nell'ambiente. Solo nell’anno 1953 cominciano però ad arrivare i primi importanti successi, che lo mettono sotto la luce dei riflettori. Infatti, in quell’anno si aggiudica il Campionato Italiano Assoluto Sport, arriva secondo nella Targa Florio e terzo alla Mille Miglia. Nello stesso anno Musso arriva a debuttare in Formula Uno a Monza, condividendo con Sergio Mantovani la Maserati A6GCM e arrivando al traguardo in settima posizione.
Nel 1954 termina al secondo posto assoluto la Targa Florio e terzo assoluto la Mille Miglia, al volante di una Maserati. Sempre con questa vettura conquista il Gran Premio di Napoli e il Gran Premio di Pescara, mentre i risultati che ottiene nelle gare ufficiali del mondiale di Formula 1 sono altalenanti: negativi, come la mancata qualificazione nel Gran Premio di Argentina con la vecchia A6GCM e il ritiro nel Gran Premio d’Italia, ma anche positivi, quando ottiene il suo primo podio in Formula 1 grazie al secondo posto conquistato nel Gran Premio di Spagna con la Maserati 250F. Termina la stagione con l’ottavo posto in classifica e sei punti.
Nel 1955 vince il Campionato Italiano Sport classe 2000 e partecipa con la Maserati al campionato del mondo di Formula Uno. In Argentina condivide ancora una volta la monoposto con Sergio Mantovani e in questa circostanza anche con il pilota americano Harry Schell, mentre si ritira sia a Montecarlo che in Italia. Gli unici risultati a punti sono il quinto posto in Gran Bretagna e un altro podio ottenuto questa volta in Olanda.
Nel 1956 entra a far parte della scuderia Ferrari guidando la Lancia D50 e conquista la vittoria nel Gran Premio di Argentina, condividendo la vettura con Juan Manuel Fangio, mentre è costretto al ritiro nelle restanti tre gare cui prende parte. Con una Ferrari 850 Monza ottiene il terzo posto assoluto nella Mille Miglia e partecipa alle 12 ore di Sebring in coppia con Harry Schell, terminando la gara al secondo posto assoluto.
Nel 1957 vince il Gran Premio di Reims per poi ottenere il secondo posto al Gran Premio di Modena. Conquista la 1000 km di Buenos Aires in coppia con l’amico Castellotti e Masten Gregory. In Formula Uno partecipa alla prima gara in Argentina con la vecchia Lancia D50 e viene costretto al ritiro. Le gare successive le corre con la Ferrari 801, ottenendo un secondo posto in Gran Bretagna e in Francia. Nel Gran Premio di Pescara viene costretto al ritiro, mentre nel Gran Premio d’Italia finisce la gara arrivando ottavo al traguardo. Finisce la stagione al terzo posto con sedici punti. L’anno si conclude alla grande per Musso, che a fine stagione ottiene anche il titolo di campione d’Italia.
Nel 1958 Musso si piazza secondo al Gran Premio di Argentina e nella stessa posizione termina anche la gara non valida per il campionato, il Gran Premio della Città di Buenos Aires. Dopo queste due gare, Musso partecipa alla 12 ore di Sebring per poi tornare in Italia e conquistare il Gran Premio di Siracusa, prima di prendere parte e vincere la Targa Florio con la Ferrari Testa Rossa 58. In Formula Uno conquista il suo ultimo podio a Montecarlo con il secondo posto, mentre in Olanda ottiene il settimo posto e si ritira in Belgio.
Il 6 luglio 1958, Musso si trova a Reims sulla linea di partenza del Gran Premio di Francia. Il pilota italiano voleva vincere assolutamente la gara per il premio in denaro di 15 milioni, che gli sarebbero serviti per risolvere i suoi problemi finanziari sorti in seguito alla sua passione per il gioco d’azzardo, che lo aveva portato a perdere l’intera fortuna accumulata da suo padre. Per lui si tratta inoltre di un momento assai particolare, visto che dopo la scomparsa di Eugenio Castellotti le speranze di media e tifosi italiani si erano concentrate sul pilota romano, impegnato anche a difendere il ruolo di leader della scuderia rispetto alle ambizioni degli inglesi Hawthorn e Collins. Alla partenza, è proprio Mike Hawthorn che mantiene la prima posizione seguito da Musso, il quale comincia a tallonare il suo compagno di squadra. Al decimo giro, l’italiano decide di tentare una mossa azzardata ed affronta la curva Calvaire in pieno per tentare un sorpasso ai danni di Hawthorn: la Ferrari però sbanda ed esce di pista, ribaltandosi diverse volte. Per Luigi Musso non c'è nulla da fare: a poco più di un anno dalla tragedia di Castellotti, il motorsport italiano si ritrova così a piangere un altro incredibile talento.
Chiara Zaffarano