Scuderia Ferrari Formula 1 2024
Credits: Scuderia Ferrari gallery

Il Gran Premio d’Austria per la Ferrari ha confermato, se non amplificato, le difficoltà sorte dopo l’introduzione dell’ultimo pacchetto di aggiornamenti. La SF-24 è tornata a sobbalzare con gli sviluppi di Barcellona ed i punti di carico aerodinamico aggiuntivi non riescono ad essere convertiti in prestazione sul giro. La Rossa è finita nuovamente fuori strada?

Il podio conquistato da Carlos Sainz non è altro che uno specchietto per le allodole, a dispetto di una Ferrari non all’altezza delle aspettative. Al netto delle sfortune che hanno segnato il fine settimana della SF-24 di Charles Leclerc, la prestazione della vettura di Maranello è stata in linea con il deludente appuntamento del Montmelò, condizionata dal prepotente ritorno del fenomeno del “bouncing”.

Da seconda a quarta forza, cosa non sta funzionando sulla SF-24?

La Ferrari aveva iniziato la stagione con un chiaro ruolo da seconda forza, lontana dalla prima Red Bull ma con margine sui rivali McLaren e Mercedes. L’exploit australiano ed una monoposto nata su un progetto con ampi margini di estremizzazione lasciavano ben sperare in vista degli sviluppi in-season. 

In Cina sono poi giunte le prime avvisaglie sulle carenze di una vettura che sembrava essere nata sotto la giusta stella: la difficoltà nel mandare in temperatura gli pneumatici, unite alla mancanza di carico nelle curve medio-veloci, avevano portato per la prima volta la vettura di Maranello dietro a McLaren, scenario diventato una costante da Miami in poi.

Prima terza forza, poi quarta con l’inaspettata rinascita di Mercedes: la Ferrari (Monaco a parte, grazie alle caratteristiche del tracciato) pur mantenendo un divario simile dal binomio Verstappen-Red Bull, ha subito un pesante ridimensionamento delle proprie aspettative, offrendo ai propri piloti una monoposto tornata ad essere meno “gestibile”. Gli upgrade che avrebbero dovuto definitivamente chiudere il gap si sono rivelati più complessi del previsto, nonostante i punti di carico individuati dagli ingegneri in galleria del vento abbiano trovato riscontro nella realtà.

Piena fiducia nella “Barcellona-spec”

Come confermato dal team principal Frédéric Vasseur nel dopo-gara di Spielberg, Ferrari non farà alcun passo indietro rispetto al pacchetto introdotto in Spagna. Sul tracciato catalano, i tecnici del Cavallino avevano infatti introdotto il secondo step di upgrade dopo quello lanciato a Imola, presentando un nuovo fondo unitamente a modifiche sulle pance ed a una versione rinnovata dell'ala posteriore. Il problema del bouncing, emerso in particolar modo in Austria nei curvoni veloci, ha costretto il team a dover lavorare con dei margini molto più restrittivi in termini di set-up, talvolta ricorrendo a delle soluzioni pressoché obbligate (come il fatto di dover alzare la vettura da terra per arginare il fenomeno). Sarà quindi necessario lavorare su nuove regolazioni nell’imminente round di Silverstone per limitare un problema che proprio sul tracciato britannico potrebbe ripresentarsi.

Non abbiamo alcuna intenzione di tornare indietro – ha dichiarato il TP al termine della corsa. A Silverstone torneremo ad avere un weekend normale, con due sessioni nelle quali potremo continuare l’ottimizzazione del nuovo pacchetto. Già qui (in Austria ndr.) abbiamo fatto un bel passo in avanti tra il venerdì ed il sabato, anche se non è sufficiente.

Da Mercedes ad Aston Martin: in quanti brancolano nel buio!

L’ultima generazione di monoposto ad “effetto suolo”, inaugurata nel 2022, si è rivelata particolarmente complessa nella correlazione tra dati di simulazione e pista. L’inaspettato “porpoising” aveva creato più che qualche grattacapo agli albori della nuova era della Formula 1, ma la risoluzione o compensazione di esso non è stata l’unica insidia data dal regolamento attualmente in vigore.

Non solo Ferrari: Mercedes è tornata a vedere la luce solo nelle ultime gare dopo due stagioni e mezzo fatte più di ombre che di luci, discorso che può essere esteso all’Aston Martin, rivelazione della prima parte di stagione 2023 per poi piombare in un vicolo cieco dopo una serie di aggiornamenti inefficaci. Caso contrario McLaren, che da metà dello scorso campionato pare aver trovato la chiave di questa era tecnica, con una serie di pacchetti di sviluppo che hanno fruttato tanto se non più di quanto visto in galleria dagli ingegneri di Woking.

Silverstone nuovo banco di prova

Se lo staff tecnico di Maranello resta fiducioso sul potenziale delle nuove componenti introdotte in quel di Barcellona, la storia recente della Formula 1 ci insegna quanto sia semplice ritrovarsi con una monoposto che mostra miglioramenti solo…sulla carta. A Silverstone le prime risposte: anche se il tempo inizia a scarseggiare, considerando che tra pochi mesi gran parte delle risorse saranno riposte sul nuovo regolamento tecnico 2026.

Samuele Fassino