F1 | GP Messico: Verstappen esagera e... "raddoppia" le penalità
Questa volta Verstappen è uscito scornato dal duello con Norris, prendendosi anche venti secondi di penalità da parte degli stewards.
Il weekend del GP del Messico ha mostrato un Max Verstappen molto più in difficoltà rispetto a quanto visto nelle ultime due uscite stagionali. L’olandese, a caccia del suo quarto titolo piloti in F1, è riuscito in un’impresa quasi da record, e cioè prendere due penalità da dieci secondi l’una per due episodi avvenuti nell’arco di quattro curve. Commissari forse troppo pedanti, certo, ma questa volta Max è sembrato peccare di lucidità come mai avevamo visto accadere in questa stagione, andando un po’ a scivolare ancora su quelle bucce di banana che in passato gli avevano creato più di un problema con i suoi colleghi.
Max vs Lando: lotta Mondiale che va oltre le… righe bianche
La sfida per la conquista del titolo Piloti ha messo fianco a fianco ancora una volta Max Verstappen e Lando Norris. L’olandese, dopo aver preso la testa della gara al via, è stato sorpreso al restart, dopo la Safety Car causata dall’incidente tra Tsunoda e Albon, da un Carlos Sainz apparso veramente senza rivali nella giornata di oggi. Max si è subito innervosito con il team a causa di un settaggio della batteria non ottimale in fase di lotta, e la sua frustrazione è sfociata poi in pista nel duello con il rivale.
Al decimo passaggio, Lando Norris ha attaccato Max all’esterno di curva 4, andando ad affiancarlo e trovandosi anche leggermente davanti. A questo punto, Verstappen ha optato per la sua solita mossa, quella che aveva fatto anche ad Austin, allungando la staccata e spingendo il rivale sull’erba. Solo che questa volta, a differenza di quanto avvenuto in Texas, il contatto c’è stato, ed è parso anche per certi versi abbastanza “cercato” da Max. Ma non è certo finita qui.
Norris, infatti, è uscito davanti alla Red Bull, senza pensare nemmeno a cedere la posizione (correttamente, aggiungiamo noi). All’ingresso di curva 7, la prima dello Snake, la sequenza di curve veloci successiva, Lando ha impostato una traiettoria classica, mentre Verstappen si è buttato a vita persa all’interno, in un buco che difficilmente era visibile. Anche qui, entrambi sono finiti larghi, con Lando dietro Max. Due manovre al limite, anzi oltre, hanno stabilito i commissari, che hanno deciso di affibbiare al pilota Red Bull dieci secondi di penalità per ognuna di esse. Era da tanto che non si vedevano venti secondi da scontare ai box: Città del Messico ci ha riservato anche questa sorpresa.
Il “vecchio” Verstappen che torna a galla
Ora, prima di qualsiasi ulteriore commento, ci sono un paio di considerazioni che sono quantomeno doverose. Prima di tutto, difficile stasera dare torto ai commissari, soprattutto nel primo caso. Il problema di queste decisioni, se mai, resta la mancanza di univocità, ma questo è un tema che abbiamo già dibattuto in più sedi. Secondariamente, però, non ci si può dimenticare che la F1 vive di queste cose, di questi duelli: velocità, adrenalina, coraggio e anche un po’ di sana “bastardaggine” sono il sale delle corse. Max è un duro, lo sanno tutti, Norris forse un po’ troppo morbido, ma in Messico ha avuto ragione lui.
Occorre però parlare di Max e della Red Bull, che oggi sono parsi lontani parenti di quelli visti una settimana fa ad Austin. Ora, che la macchina non sia al top è evidente da tempo, anche questo è un tema già affrontato. Nelle ultime due occasioni, però, era sembrato che in qualche modo gli uomini di Christian Horner avessero trovato la direzione giusta in cui andare, accorciando le distanze e permettendo a Verstappen di poter tornare sul podio. Sull’asfalto dell’Autodromo Hermanos Rodriguez ciò non è successo, e questo deve far riflettere.
Soprattutto perché, come ha dichiarato lo stesso pilota, egli stesso poi si trova a doversi difendere con il coltello tra i denti contro vetture molto più veloci. Un Max così scuro in volto e “rissoso” non lo si vedeva dall’Ungheria, quando ne combinò di tutti i colori. Oggi è lui stesso a sapere di avere esagerato, ma lo ha fatto in buona sostanza per provare a difendere il proprio vantaggio contro chi (Norris) oggi dispone di un mezzo superiore. Insomma, il “vecchio” Max è tornato a mostrarsi in tutto il suo splendore, ma questa volta sembra che la colpa non sia tutto del bad boy olandese. Al quale peraltro va comunque fatto un plauso per l’aplomb con cui ha accettato la penalità, che fino a qualche anno fa non sarebbe stato neppure immaginabile.
Siamo troppo lenti, e devo difendermi contro macchine più veloci. 20 sec sono tanti, ma non starò a piangere. Il Costruttori è andato, ma come team possiamo fare meglio. Mancava il grip durante tutto il weekend.
Parole chiare, che devono suonare come una vera e propria sveglia nel garage Red Bull, che peraltro anche oggi ha dovuto fare i conti con un Perez al limite dell’imbarazzante. Lo abbiamo detto, si può essere d’accordo o meno con l’entità delle penalità, e i commissari oggi hanno mostrato una inflessibilità che in altre situazioni e sembrata meno pronunciata. Ma questa è la F1, queste sono le corse; oggi è andata così, ma già a Interlagos potremmo vivere tutta un’altra storia.
Nicola Saglia