F1 | GP Monaco, una doppietta storica per la Ferrari: ma gli umori dei piloti sono discordanti
L'unica regola dello sport, in fin dei conti, è che a vincere siano i più bravi. Oggi Sebastian Vettel nel vincere il Gran Premio di Montecarlo, la più preziosa delle prove del calendario della Formula 1, ha mostrato le doti migliori che uno sportivo deve avere; ma in particolare quella capacità unica dei campioni di fare la cosa migliore nel momento giusto. Nella gioia di Sebastian, l'emozione per essere il primo su una Rossa a vincere qui dal 2001, quando a guidare c'era Schumacher. Nella delusione di Raikkonen lo sconforto per non avere vinto sulla pista in cui la pole position conta di più e vale mezza vittoria. La gara che da sola vale un campionato. Ma nella gioia incontenibile di tutta la squadra c'è invece la convinzione di essere più forti che mai, di aver conquistato una doppietta che nel Principato addirittura mancava da 16 anni e permette di allungare sensibilmente in tutte e due le classifiche.
In quella piloti, dove Vettel ora ha 25 punti di vantaggio su Hamilton, oggi 7° in una gara che ha in realtà perso ieri in qualifica. Come dire, il lusso di potersi permettere uno zero in classifica e ancora essere in testa. Ma anche in quella costruttori, in cui la Mercedes insegue a 17 punti. "E' ancora presto per pensare a questo e il campionato è lungo. Oggi l'obiettivo era una doppietta e ci siamo riusciti. E' passato tanto tempo dall'ultima vittoria qui, e una doppietta è un risultato ancora più fantastico. E' impossibile non emozionarsi sentendo i meccanici cantare, è semplicemente speciale, ed è questo che rende le gare così speciali per me."
Sapeva Vettel che la squadra lo avrebbe chiamato solo nel momento in cui sarebbero riusciti a stare davanti a Bottas e così è stato. C'è stata anche la necessità di neutralizzare la minaccia di Ricciardo che nel frattempo stava provando un overcut registrando giri veloci. A Montecarlo la strategia è tutto. Chi è in testa solitamente non si ferma mai per primo, oggi invece è stato proprio il leader Kimi Raikkonen a rientrare per primo. "Ma non ho chiesto io di rientrare" precisa Kimi. Con pista libera Vettel ha spinto al massimo facendo registrare due giri "meglio che in qualifica", in un momento in cui la macchina funzionava a meraviglia con le gomme che, seppur finite, gli hanno permesso di girare quasi un secondo più veloce rispetto al ritmo di gara in quel momento. Questa la chiave che permette al tedesco di rientrare davanti a Raikkonen, rientrato invece nel traffico dietro a Button e Wehrlein già doppiati in precedenza. Il tempo perso per ridoppiarli, insieme alle prestazioni di Vettel, gli costa probabilmente la gara. Sebastian rientra davanti di pochi decimi, guadagnati con pieno merito nei 4 giri in cui è rimasto in pista più a lungo del compagno.
Lo stesso presidente Marchionne definisce la vittoria come "storica" e una gara davvero emozionante "in cui si è vista la vera Scuderia, ringraziando tutti i tecnici e tifosi che lavorano per dare ai piloti una macchina che finalmente regala ai tifosi le soddisfazioni che meritano". La vittoria di Vettel che prova a lanciare la Ferrari in fuga nella corsa mondiale, distrugge però il morale di Raikkonen: di fatto ormai il secondo pilota della squadra. "Oggi è andata così" è l'amaro commento del finlandese, "per il team è stato un bel risultato, ma io non posso certo essere soddisfatto". Per la Ferrari c'è inoltre in ballo una questione scottante come il rinnovo dei contratti. Siamo alle porte di giugno e nessuno dei due piloti ha confermato il proprio futuro con la Scuderia. Secondo un vecchio adagio i contratti si discutono a Monaco e si finalizzano a Monza. Questo si rivela più o meno sempre ancora vero, e chissà che con la prestazione di questo weekend, decisamente convincente e sui livelli del Raikkonen affamato di una volta, Kimi non abbia conquistato almeno parte della fiducia che gli servirebbe per conquistare un clamoroso quanto sorprendente rinnovo.
Da Montecarlo - Stefano De Nicolo' @stefanodenicolo
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