>> Helmuth Koinigg, un sogno finito troppo presto
Quella di Helmuth Koinigg è una storia drammatica che riporta alla memoria in tutta la sua crudeltà la parabola di un giovane pilota il quale, non appena coronato il sogno di approdare in Formula 1 dopo una lunga gavetta, ha qui trovato la morte in maniera brutale. Nella fattispecie il ragazzo austriaco, nella sua seconda gara in carriera, rimase vittima di un incidente dalla dinamica atroce, capace di fare riflettere sulle condizioni di sicurezza a dir poco precarie ancora presenti sulle piste di tutto il mondo fino agli anni '70.
Helmuth Koinigg nasce a Vienna il 3 novembre 1948 in una famiglia benestante. Diventa presto un abile sciatore, tanto da entrare a far parte della nazionale austriaca Junior B. Nel 1966 si trasferisce in Svezia dove inizia a lavorare, ritornando dopo tre anni in Austria dove comincia a guidare una Mini Cooper S appartenuta a Niki Lauda, con la quale ottiene buoni risultati. Nel mese di Aprile entra a far parte del campionato europeo di Touring Car nel Flugplatz Aspern a Vienna, attirando con le sue prestazioni l’attenzione di Helmut Marko.
Partecipa nel 1970 al progetto Mc Mamara Marko di Formula Vee e verso la fine dell’anno viene chiamato da Kurt Bergmann per guidare una delle nuove Kaimann Super Vees, ottenendo il secondo posto nella gara di supporto in Israele.
Nel 1971 ha la possibilità di provare una March per il campionato di F.2, ma per mancanza di finanziamenti la vettura passa nelle mani di Niki Lauda; Koinigg continua così a correre nella Formula Super Vee, dove dopo la prima parte della stagione condizionata da sette ritiri, riesce a terminare al terzo posto battendo Jochen Mass. Nello stesso anno acquista una Lotus 69 di Formula Ford per correre in Gran Bretagna. Nella Race of Champions a Brands Hatch della Formula Ford conclude al quarto posto, prima di vincere sempre sul circuito britannico il Victory Meeting battendo Tony Brise che invece domina nella sua classe.
Nel 1972 continua con la Super Vee finendo secondo alle spalle di Manfred Schurti sia nel Castrol GTX che nel Campionato Europeo; alla fine dello stesso anno svolge un test a Colonia con la Ford, che gli consente nel 1973 di correre con questo team per il programma del gruppo Cinque nelle Touring Car. Partecipa alla 4 Ore di Le Mans finendo quarto in coppia con Schurti, mentre alla 24 Ore gareggia con Jean Vinatier e Gerry Birrel, non riuscendo a terminare la gara. Prende parte anche alla 1000 km di Zeltweg finendo nono ed alla 6 Ore del Nurburgring; inoltre, corre con una Zakspeed Ford Escort nella prova tedesca del Touring Car a Diepholz, conquistando la vittoria nella II° classe.
In Super Formula Vee si laurea campione europeo, terminando al secondo posto nella serie Castrol GTX; nel frattempo, Kurt Bergmann gli affida la Kaimann 1 (una March 722 alimentata da un Apfelbeck sviluppato su un motore Opel 2 litri) con la quale però non riesce a cogliere buoni risultati in F.2.
Nel 1974 continua la sua attività sia con la Ford che nelle vetture sport a bordo della Carrera RSR Turbo. Con Schurti partecipa alla 4 Ore ed alla 24 Ore di le Mans ritirandosi, mentre ottiene il migliore risultato di quella stagione alla 1000 km del Nurburgring, dove conquista il settimo posto. Corre di nuovo sul tracciato dell'Eifel in un evento di F.2 con la Surtees TS10 concludendo undicesimo, ma qui riesce ad impressionare John Surtees, che dopo un test a Goodwood, gli fa firmare un contratto per correre le ultime due gare del campionato di Formula 1 alla guida della TS16.
Prima di correre con il Team Surtees, Helmuth prova a qualificarsi nel Gran Premio d'Austria a bordo di una Brabham BT42 della scuderia Finotto, senza però riuscire nell'impresa. Ma l'appuntamento atteso con l'esordio nella massima serie è solo rinviato di qualche settimana: nel Gran Premio del Canada, sul tracciato di Mosport Park, con il team Surtees conquista un eccellente decimo posto, a due giri dal vincitore Emerson Fittipaldi. La sua prestazione desta l'attenzione di molti team manager, che iniziano a guardarlo con attenzione in vista di un possibile ingaggio per la stagione successiva; purtroppo, però, l'appuntamento con il destino lo attende per il weekend successivo. A Watkins Glen, dove si svolge il Gran Premio degli Stati Uniti, riesce a qualificarsi in penultima fila, ma la sua gara dura appena nove giri: in seguito ad un problema ad una sospensione, infatti, l'austriaco perde il controllo della vettura alla curva 7 e finisce per schiantarsi frontalmente contro il guard rail. La monoposto si infila tra le lamiere, fissate in maniera precaria, le quali uccidono all'istante Koinigg che rimane decapitato. Una dinamica orrenda, che ricorda da vicino quella accaduta sullo stesso circuito esattamente un anno prima a Francois Cevert, giovane astro nascente della Tyrrell.
La gara prosegue come se nulla fosse: sulla vettura viene mestamente steso un telo, per coprire il corpo dello sfortunato pilota. Fittipaldi con il quarto posto si laurea campione del mondo per la seconda volta e la morte del giovane rookie passa quasi in secondo piano.
A quasi trent'anni di distanza, il tragico incidente di Koinigg sarebbe stato ricostruito in una scena del film "Rush": per non dimenticare quanto le corse ed il destino possano talvolta costituire un mix di drammatica crudeltà.
Chiara Zaffarano
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