MotoGP | Il pagellone 2022, Suzuki: uno strano modo per dirsi addio
La stagione di MotoGP per Suzuki è stata tutto sommato buona, considerando soprattutto l'addio della scuderia a partire dal prossimo anno. Il team si è dimostrato serio e preparato, così come la loro guida Livio Suppo, capace di portare a termine l'impegno preso nel modo più professionale possibile. La moto è rimasta quella di sempre, ovvero la più equilibrata della griglia, potenzialmente veloce nella maggior parte delle piste in calendario. Il quinto posto nei costruttori è poco veritiero sul suo livello considerando che gli avversari schieravano tutti, eccetto Aprilia, almeno due moto in più, oltre agli infortuni dei due piloti titolari, in particolare di Joan Mir, sostituito a Misano da Kazuki Watanabe, a Motegi da Takuya Tsuda e a Buriram da Danilo Petrucci. Il sesto posto nella classifica team dimostra, invece, il vero livello della della SGSX-RR, un gioiellino che mancherà a tutti gli appassionati. Voto 7
Alex Rins, la stagione del riscatto: voto 7.5
Dopo l'annus horribilis 2021, Rins ha dimostrato una velocità notevole, senza eccessivi errori a suo carico. Nei primi quattro round extraeuropei, Alex ha conquistato ben 56 punti e due podi. A Portimao si è nuovamente dimostrato esplosivo, con una partenza da cineteca che rimarrà negli annali. Da 23esimo, lo spagnolo ha terminato al decimo posto il primo giro, per poi completare la sua rimonta fino al quarto posto. A Jerez sarebbe potuto succedere lo stesso, se non fosse stato per un lungo che ha inevitabilmente compromesso la sua corsa. In Francia è arrivata un'altra caduta nei primi passaggi mentre al Mugello e a Catalunya si è ritirato per due contatti con Takaaki Nakagami, che ha portato Alex a saltare il GP di Germania, a causa della frattura rimediata al posto sinistro. La stagione è proseguita con discreti risultati fino all'Australia, dove ha condotto una gara superba tornando alla vittoria dopo due anni. Risultato replicato nello stupefacente GP di Valencia, quello che sembra destinato ad essere l'ultimo canto del cigno della sua Suzuki.
Alex Rins chiude la stagione al settimo posto assoluto con 173 punti, con dei numeri che non si vedevano dal triennio 2018-2020, anni in cui lo spagnolo ha dimostrato di essere un autentico top rider. Il prossimo anno passerà in Honda LCR, che potrebbe essere un ulteriore trampolino di lancio dopo Suzuki, o un possibile punto di non ritorno.
Joan Mir, un anno a secco di podi: voto 4
Per il campione del mondo MotoGP 2020, pur arrivando costantemente alle spalle del teammate Alex Rins, la stagione è iniziata discretamente bene con cinque apparizioni in top6 nelle prime sei gare, con un unico ritiro a Portimao, quando Jack Miller lo ha travolto mentre si stava giocando il podio. Poi, con il susseguirsi delle voci del ritiro di Suzuki e la conseguente ufficialità di ciò, è iniziato il calvario. Nelle successive sette gare, infatti, Joan ha collezionato ben 5 ritiri, con il quarto posto di Catalunya come unica nota positiva. Oltre al danno la beffa: nella caduta al Red Bull Ring Mir si è fratturato la caviglia. Il recupero è stato lento e difficoltoso, tant'è che il maiorchino è tornato solo in Australia, ancora convalescente. A Valencia lo abbiamo visto finalmente competitivo, concludendo la gara con un sesto posto.
La stagione di Joan Mir nonché la sua avventura con Suzuki, la squadra con cui ha conquistato il titolo mondiale in MotoGP, si conclude con il quindicesimo posto in classifica generale con 87 punti all'attivo. Oltre al ritiro della casa di Hamamatsu e l'infortunio hanno sicuramente influito sulla sua stagione anche le trattative di mercato, in primis quella con Honda, talmente difficoltosa che è stata tra le ultime ad essere ufficializzata. Joan arriva nel team più vincente della storia della classe regina, Honda Repsol, con l'idea di riconfermarsi campione in MotoGP ma, considerando il livello della moto e il fatto che il suo compagno di squadra sia l'8 volte campione del mondo Marc Marquez, la sfida non sarà facile. Honda non è più la moto di venti anni fa, il mezzo con cui tutti vanno forte e possono ambire a vincere. Questo Joan lo sa bene. Negli ultimi anni, infatti, a fallire nella sua posizione sono stati in molti.
Francesco Sauta