F1 | GP Cina, l'analisi delle strategie: valzer di soste per la pioggia, vanificata la mossa Ferrari
Il GP si può dividere senza dubbio in due fasi: ovvero i primi due giri, con l'uscita di scena di Lance Stroll e relativo regime di Virtual Safety Car in pista, e quella successiva all'incidente di Giovinazzi, alla quarta tornata, con conseguente ingresso della Safety Car e passaggio obbligato di tutte le vetture in corsia box.
La scelta se montare Soft o Super Soft è stata quasi frutto di un azzardo perché tutti i team, complice i pochi giri percorsi nelle prove libere, avevano pochi dati di riscontro su entrambe le tipologie di pneumatici.
Il team Mercedes ha avuto un compito decisamente facile con Hamilton, rimasto sempre saldamente al comando di tutta la corsa: il pilota britannico ha dovuto prestare attenzione nelle prime fasi di gara, con pista bagnata, per poi cercare di tenere un buon passo, una volta passato alle slick in regime di neutralizzazione e con il circuito che si asciugava. Solamente con il riavvicinarsi di Vettel, il quale ha prima sorpassato Ricciardo e poi Verstappen, l'inglese (rimasto sempre su gomme Soft) è stato chiamato a spingere sull’acceleratore per mantenere un distacco di sicurezza fino al traguardo. Discorso opposto per Bottas, complice il testacoda in regime di Safety Car: il finlandese è stato chiamato ad una rimonta, con gomme Soft, che l'ha riportato in sesta posizione.
La scuderia Ferrari è stata la più lesta, con Vettel, a provare la carta della sosta in regime di Virtual Safety Car, montando un treno di Soft nuove su pista che andava asciugandosi: una scelta vanificata dal successivo, e quasi immediato, ingresso della Safety Car. Resta il dubbio sul perché non siano state montate le Super Soft che sarebbero risultate le più opportune, viste le condizioni della pista. Considerato il passaggio obbligato in corsia box, capace di azzerare così i tempi di percorrenza della pitlane (pari a circa 22-23 secondi), quasi tutti i piloti hanno optato per il cambio pneumatici da intermedie a slick.
Così Vettel, riaperte le ostilità, si è ritrovato dietro al compagno di squadra (con Soft) e Ricciardo con Super Soft: in questa fase il pilota tedesco ha perso ogni possibilità di vittoria, restando dietro numerosi giri, troppi, in quinta posizione; questo perché inizialmente il muretto box aveva pensato di riuscire a terminare la gara con un unico treno di Soft, opzione poi rivelatasi non esatta. Mentre Vettel ha proseguito, passando successivamente alle Soft usate, Raikkonen nell'ultimo stint per cercare di recuperare ha optato per le Super Soft. Resta da capire come mai non si sia optato per una strategia mista con Super Soft e Soft anche per Vettel, chiamato ad una grande rimonta anche considerando il suo passo molto vicino a quello di Hamilton.
Scelta azzeccata per i due piloti Red Bull: entrambi hanno effettuato il primo pit stop in regime di Safety Car montando sempre Super Soft per compensare in parte le lacune della vettura, con Verstappen autore di molti sorpassi subito al via e capace poi di mantenere una condotta di gara autorevole, ad eccezione dell'errore costato la posizione su Vettel; un po' in ombra Ricciardo, il quale inizialmente non è riuscito ad avere lo stesso ritmo del compagno per poi riprendersi sul finale, complice le gomme più fresche.
Da segnalare l'ottima strategia della Toro Rosso che ha portato Sainz al settimo posto, con lo spagnolo chiamato a stringere i denti nelle fasi iniziali con le slick per poi effettuare l'ultimo stint con le Soft fino al traguardo.
Regolare la strategia sia per Haas che dei piloti Force India: i rispettivi box non hanno azzardato e si sono limitati a “leggere” l'evoluzione della pista con soste azzeccate nei momenti e nella scelta degli pneumatici.
In conclusione, l'unico team che ci ha provato a sovvertire le sorti della gara è stata la Ferrari con Vettel, anticipando il passaggio alle slick: mossa che, coadiuvata dalle ottime performance del pilota e dal passo gara della vettura, avrebbe dato i suoi frutti o perlomeno qualche grattacapo in più agli uomini Mercedes, se non ci fosse stata l'uscita di Giovinazzi.
Altra conferma di questo GP è che la Rossa può giocarsela quasi alla pari con i tedeschi soprattutto sulla consistenza del ritmo gara: non ci resta che aspettare pochi giorni per capire ulteriormente le reali forze in campo in Bahrain dove, quasi sicuramente, vedremo una gara asciutta.
Michele Montesano
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