F1 | GP Gran Bretagna, la gara degli altri: Red Bull "invisibile", Alfa Romeo Sauber sprecona
Il Gran Premio di Gran Bretagna corso sullo storico tracciato di Silverstone è stata una gara molto movimentata, risultando il GP più interessante della stagione sino ad ora disputata e, senza ombra di dubbio, uno dei più interessanti guardando al recente passato. La sfida in pista è stata elettrizzante non solo per le prime quattro posizioni, terreno di caccia dei piloti Ferrari e AMG Mercedes, ma anche per quanto riguarda la gara degli "altri", cioè, in via del tutto eccezionale per questo appuntamento, per coloro arrivati dal quinto posto in poi.
Red Bull Racing. Anche se può sembrare strano, viste le prestazioni degli ultimi Gran Premi e un ruolino di marcia che fino ad oggi conta tre vittorie, la scuderia di Milton Keynes finisce nella gara degli "altri": troppa la differenza di prestazioni con il quartetto di testa, anche se ad un certo punto del GP l'andamento sembrava sorridere alla scuderia della bevanda energetica, con entrambe le vetture a zona podio. Il secco commento di Max Verstappen ("Eravamo troppo lenti sui rettilinei per combinare qualcosa") inquadra perfettamente il fine settimana "di casa" della scuderia. Ai box tentano una manovra strategica con la chiamata per un secondo pit-stop su Daniel Ricciardo, nell'ottica di scombinare le carte nel gruppo di testa, ma le safety-car vanificano l'azzardo. Alla bandiera a scacchi Daniel Ricciardo è quinto, mentre Max Verstappen rimedia un ritiro per problemi tecnici.
Renault. L'attuale quarta forza nel Costruttori riesce ad agguantare un sesto posto con Nico Hulkenberg, che vale la settima piazza nel Piloti per il tedesco. Se fosse arrivato al traguardo anche Carlos Sainz jr, probabilmente la posizione raggiunta nel Costruttori sarebbe stata ulteriormente consolidata, tuttavia lo spagnolo finisce fuori alla Copse in seguito di un contatto di gara con Romain Grosjean, causando l'ingresso della seconda safety-car. Nonostante la nuova unità propulsiva e i continui aggiornamenti, non ci sono miracoli prestazionali; tuttavia, pur avendo meno della metà dei punti della Red Bull (con cui i rapporti sono logori), la Renault si trova a +22 rispetto all'altra scuderia con la stessa motorizzazione, ovvero la McLaren.
Force India. Quella che una volta era la scuderia delle meraviglie o, meno poeticamente, quella che riusciva ad ottenere grandi risultati pur disponendo di un budget ridicolo, oggi prosegue nella sua navigazione a vista. Al primo giro la vettura rosa di Sergio Perez si fa vedere per un quasi frontale con una Williams che usciva dalla corsia box, roba da far gelare il sangue nelle vene per qualche secondo. Alla bandiera a scacchi Esteban Ocon si classifica settimo, mentre Sergio Perez è undicesimo.
McLaren. All'indomani di quello che a Milano si definisce un "rebelòt" ai piani alti dell'organigramma in pista, la scuderia di Woking porta a casa un ottavo posto con il solito Fernando Alonso, per un totale di quattro punti. Purtroppo al momento questo è quello che passa il convento e i vertici prevedono un ritorno lentissimo (si parla di anni) verso i piani alti delle classifiche. Stoffel Vandoorne arriva soltanto dodicesimo, mentre le statistiche ci dicono che Fernando Alonso è già al limite con le unità propulsive impiegate quest'anno.
Haas. Kevin Magnussen porta ancora punti alla scuderia americana, contribuendo a un nono posto personale nel Piloti e a uno strabiliante quinto posto nel Costruttori, anche se ad un certo punto del fine settimana la scuderia di Gene Haas si ritrovava con una vettura da riparare (quella di Romain Grosjean) e Kevin Magnussen richiamato in Direzione Gara. La gara di Romain Grosjean finisce sulle protezioni dopo il contatto con la Renault di Carlos Sainz jr e, nonostante il fine settimana del francese sia stato caratterizzato dalle avvilenti avventure con cui ci ha abituato in questa stagione, non è che tutta la responsabilità della toccata che ha generato la rovinosa uscita di gara sia sua.
Scuderia Toro Rosso. I faentini riescono a portare a casa un punto grazie al decimo posto di Pierre Gasly sotto la bandiera a scacchi. La gara di Brendon Hartley non è neanche da prendere in considerazione, visto l'incidente del neozelandese al sabato (evento che meriterebbe un'attenta valutazione ed analisi).
Williams. La scuderia di Grove continua a navigare negli ultimi posti: partiti dai box, le uniche volte che le vetture di Lance Stroll e Sergey Sirotkin sono state inquadrate sono solo al via (nel quasi-frontale con Sergio Perez) e durante le fasi di doppiaggio, soprattutto nella piccola ostruzione durante la manovra di Lewis Hamilton. La situazione è sempre in alto mare, soprattutto se è vero quanto si dice nel paddock, ovvero la voce per cui l'ultimo aggiornamento aerodinamico portato generi una situazione di auto-stallo che ha caratterizzato le uscite di pista dei piloti durante le qualifiche.
Alfa Romeo Sauber. Dopo la seconda Q3 rimediata da Charles Leclerc, le aspettative sugli italo-svizzeri erano piuttosto elevate. Sfortunatamente una ruota non ben fissata durante il pit-stop ha causato l'ordine di ritiro per il pilota monegasco, mentre Marcus Ericsson è incappato in uno spaventoso incidente alla curva Abbey, causato dal transitorio di chiusura del DRS durante la curva che lo ha mandato in sovrasterzo a tutta velocità verso le protezioni: peccato, perché lo svedese era riuscito a far durare le gomme soft fino a metà gara. Chiaramente l'Alfa Romeo Sauber dimostra di avere del potenziale, che però questa domenica non è stato sfruttato.
Luca Colombo