Dopo l’incredibile bis stagionale di Sebastian Vettel all’Hungaroring, eccoci di nuovo qui per il nostro “Focus GP”, dove come sempre analizziamo i momenti della gara appena conclusa che meritano di essere rivisti, commentati o approfonditi. Essendo stata una gara da cardiopalma, ci sarebbe da scrivere per almeno due giorni, ma cercheremo di riassumere al meglio sperando di riuscire a individuare gli argomenti salienti.

Essendoci tanto su cui discutere per questa settimana, seguiremo un ordine cronologico, a partire dal via. Cominciamo subito.

Frecce Rosse in partenza. Sono sembrate proprio questo ieri le due Ferrari allo spegnersi dei semafori. Due Frecce. Alla partenza infatti, Sebastian Vettel davanti e Kimi Raikkonen dietro, hanno infiammato le tribune con uno start impeccabile. Partiti rispettivamente dalla terza e dalla quinta casella in griglia, hanno “assaltato” le due Mercedes con una cattiveria assoluta, ritrovandosi entrambi al comando della gara dopo la prima curva. A colorare di rosso la testa del trenino di monoposto, come non si vedeva da molto tempo. Se i ferraristi saranno sempre così pronti allo stacco frizione, ci sarà da divertirsi dalla prossima gara. Perché, ricordiamolo, da Spa in poi verranno aboliti tutti i sistemi elettronici di aiuto frizione e launch control. Che bello.

Lewis ma... che stai combinando? Probabilmente è la frase che girava per la testa di Toto Wolf e di Niki Lauda, mentre osservavano le “manovre” di Lewis Hamilton in pista. Il leone britannico, infatti, in gara “non ne ha azzeccata una”. In partenza si è fatto bucare praticamente da tutti quelli che avevano un motore, girando quarto alla prima curva dopo una pole da record il sabato. Durante lo stesso primo giro poi, è riuscito ad arrivare lungo nella “S” del tratto centrale della pista, dando inspiegabilmente la colpa di questo a Rosberg che, però, gli era davanti (mah). La conseguenza è stata un’escursione fuori pista con rientro nel traffico, e una rimonta impossibile da cercare su una pista dal sorpasso difficile. Il campione del mondo non ha saputo poi sfruttare nemmeno la “fortuna” della safety car che ha annullato tutti i distacchi. Poteva ancora vincere a quel punto, ma ha deciso di “chiudere gli occhi” e andare a sbattere sulla vettura di Ricciardo, meritandosi così una penalità e una sosta forzata ai box per cambiare l’ala anteriore. Il titolo lo merita tutto, per carità. Ma sull’asfalto ungherese “ha dormito alla grande” e si è lasciato prendere un po’ “dal panico”. E da uno come lui, sono cose che non ti aspetti...

Nico, che ti succede? Dai su, ce lo stiamo chiedendo tutti. Dov’è finito il Nico Rosberg che l’anno scorso metteva in seria difficoltà il compagno di squadra? A più di mezzo secondo in qualifica, mai aggressivo in gara. E’ rimasto ad “osservare” la corsa da una bella prospettiva, ma non ha mai iniziato a farne parte. Lontano dalle Ferrari nelle prime fasi, poco lucido nell’inspiegabile scelta di gomme per gli ultimi giri. Il biondino è entrato in un preoccupante stato di mediocrità, indossando sempre di più la casacca del numero 2. E questo sicuramente, non lo rende felice.

Raikkonen senatore della iella. Titolo “Honoris Causa” a Kimi Raikkonen. In una domenica dove finalmente non gli era successo ancora nulla, e dove era incredibilmente tornato ad essere sè stesso con una performance incredibile, che probabilmente sarebbe valsa alla Ferrari una doppietta come non la si vedeva da “anni luce fa”, qualcosa è andato storto. Più o meno a metà gara, infatti, quando sembrava ormai quasi fatta, il finlandese ha lanciato il preoccupante messaggio radio: “Perdo potenza”. Si è cercato in tutti i modo di resettare la parte ibrida del propulsore (causa del problema). Ma non c’è stato nulla da fare. Iceman è stato costretto al ritiro, in una di quelle domeniche che potevano davvero valergli la riconferma per la prossima stagione. Sfortunato.

Hulkenberg e l’autodistruzione. In questo weekend, abbiamo visto esattamente questo sulle Force India. Con Perez in prova e con Hulkenberg in gara, infatti, le vetture indiane hanno mostrato una certa tendenza al cedimento. Ed è stato proprio il “collasso” dei piloni di sostegno dell’ala anteriore di Hulkenberg a mandarlo violentemente a muro e a rendere necessaria l’uscita della safety car. Impatto violento, ma fortunatamente nessuna conseguenza per il pilota. E dopo la paura, la goduria di una gara incredibile..

La Red Bull rimette le ali. Ma che diavolo hanno combinato a Milton Keynes? Le “lattine” infatti, tra le numerose curve ungheresi, hanno ritrovato il vecchio smalto dei tempi migliori, sfoderando una prestazione incredibile. Specie con Ricciardo, il quale alla curva 1 sembrava “non frenare" affatto. Riusciva a fermare la sua monoposto nonostante ritardasse la frenata a limiti “fisicamente" inaccettabili. E questo gli è valso una gara incredibile, riuscendo ad “eliminare” (in senso buono) entrambe le Mercedes, facendosi “cozzare” da Hamilton prima, e bucando con la sua ala la gomma posteriore di Rosberg poi. Il “sorrisone motorizzato”, però, nel contatto con Rosberg ha rimediato la rottura dell’alettone, buttando probabilmente la possibilità di andare addirittura a vincere. L’australiano comunque ha fatto capire che se la macchina funziona, lui non lascia niente. E se il prossimo anno avrà davvero propulsori Mercedes, ci sarà da divertirsi.

Bentornato Alonso. Rieccolo finalmente. Dopo la splendida scena del sabato dove ha spinto ai box letteralmente da solo la sua monoposto in panne, il campione spagnolo è tornato ad occupare una delle posizioni che contano. Quinto al traguardo, a guadagnare punti impensabili per la McLaren e facendo vedere che anche se è dietro, lui non smette mai di pensare alla vetta. Fernando rimane un patrimonio da proteggere per la Formula Uno, e lo spettacolo ha bisogno di avere uno come lui a lottare per qualcosa di più grande.

Seb Vince. Merci Jules! Alla fine di tutto, il momento più toccante del weekend. Vettel vince una gara incredibile riportando la Ferrari sul gradino più alto, e nel suo messaggio radio durante il giro d’onore, dedica la sua vittoria a Jules Bianchi. Parole toccanti le sue, recitate prima in francese e poi in inglese. Dimostrando una sensibilità da applausi. Bravo Seb.

Sia per il Circus che per tutti noi, per concludere, sarà dura incassare un colpo come la scomparsa del povero Jules, 21 anni dopo la drammatica fine della leggenda Senna. A volte dimentichiamo i pericoli del mestiere di questi ragazzi, disabituati (fortunatamente) a vedere brutte conseguenze grazie ai nuovi regolamenti sulla sicurezza. E’ vero, oggi la Formula Uno non è pericolosa come un tempo, quando davvero ogni gara per un pilota poteva essere l’ultima. Ma ricordiamo sempre che si tratta di persone che per amore dello sport e con la passione nel cuore, si siedono su dei veri e propri proiettili per lanciarsi a oltre 300 km orari. Si tende a non pensarci, ma poi purtroppo gli eventi ci costringono a ricordarlo. Ciao Jules...

Daniel Limardi

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