Con l’avvento di questo nuovo ciclo, in molti auspicano dei cambiamenti in tempi rapidi anche se questa soluzione – almeno nell’immediato – non è possibile da preventivare secondo il parere di Chinchero: “Almeno per i prossimi due anni non ci saranno dei cambiamenti. Ma se un fondo decide di acquistare la Formula Uno, spendendo otto miliardi di dollari, è perché realmente interessato al prodotto. Garantendosi anche un bel giocattolino che ha reso molti soldi al precedente proprietario CVC. Non vedo il motivo per andare a stravolgerla, sicuramente ci saranno dei correttivi ma non sarà mai snaturata nella sua forma. Vero, come ogni sport, anche la Formula Uno ha bisogno di cambiamenti, ma alle volte è criticata ingiustamente".

Sicuramente Liberty Media farà qualcosa sul piano organizzativo e promozionale – ha continuato Chinchero – ma resto dell’idea che la palla resti nelle mani della FIA e di chi scrive i regolamenti tecnici, perché per avere spettacolo in pista non si può prescindere dall’avere scuderie sullo stesso piano competitivo. Un qualcosa che è mancato negli ultimi anni, dove già si sapeva in anticipo il nome del vincitore. Mi auguro anche io di vedere Red Bull e Ferrari più vicine alla Mercedes in questa nuova stagione”.

Un altro argomento di stretta attualità è l’abbandono da parte del team Manor, che ha dovuto chiudere i battenti – come capitato nel recente anche ad altre scuderie – per questioni di natura economica. Un addio che ha riportato in auge il discorso del budget cap, ipotizzato per garantire la sopravvivenza dei team minori. A tal proposito Chinchero ha dichiarato: “Un aiuto concreto e immediato sarebbe quello di cambiare le regole con cui vengono distribuiti i soldi alle varie scuderie in base ai diritti televisivi e diritti commerciali. In quest’ottica si può cercare di rendere più equa la distruzione, con una parte comune molto più ampia di quella attuale, riducendo i benefit. Questa è una linea che si può perseguire. Il budget cap è una soluzione bella, ma di difficile applicazione perchè può essere facilmente aggirabile dai team, che in passato sono riusciti a nascondere i propri soldi perfino al fisco, figuriamoci alla FIA”.

Un’altra disamina è incentrata sui test, dove secondo Chinchero le scuderie – viste anche le monoposto stravolte dal nuovo regolamento tecnico – baderanno più al chilometraggio che alla prestazione singola, almeno nella prima sessione: “L’obiettivo, nella prima parte delle prove, sarà quello di raccogliere più dati possibili utilizzando differenti mescole e il tracciato di Barcellona è quello adatto per testare tutto questo”.

L’ultima battuta è riservata ad Antonio Giovinazzi, che dopo un ottimo 2016 in GP2 (concluso al secondo posto alle spalle del compagno di squadra Pierre Gasly) è stato promosso nella top class dove ricoprirà il ruolo di terzo pilota Ferrari alle spalle di Sebastian Vettel e Kimi Raikkonen. Il talento di Martina Franca (manca però ancora l’ufficialità) dovrebbe scendere in pista al Montmelò per sostituire Pascal Wehrlein al volante della Sauber: “Credo che la Ferrari abbia fatto benissimo ad ingaggiarlo. Antonio ha dimostrato sul campo di meritarsi questa chance, è un grande pilota. Ha tutte le qualità per costruire una bella carriera”.

Infine uno sguardo ai talenti del futuro, sparsi nelle categorie minori come GP2 e GP3: “Punterei principalmente su Leclerc, Albon e Ghiotto in GP2, ma anche George Russell e Callum Ilott. Ce ne sono veramente tanti”.

Piero Ladisa

 

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