Dopo il Gran Premio di Sepang appare sempre più chiaro come la Formula 1 sia controllata da un Grande Fratello autarchico: la FIA. Un organo capace di sovvertire le risposte della pista, in virtù di una linea politica anacronistica e controproducente. Chi ne subisce le conseguenze? I piloti, i quali vengono sanzionati per comportamenti giudicati "pericolosi": Bottas, Magnussen e Bianchi sono stati, infatti, i primi a subire la decurtazione di punti della super licenza (-2 ciascuno). "Penso che ci fosse niente di speciale - afferma Bottas riferendosi all'episodio incriminato con Ricciardo in Q2 - entrambi stavamo spingendo, per me non c'è stato alcun problema". Infatti, osservando le immagini al rallentatore si può solo notare una piccola indecisione di entrambi i piloti, ma nulla che potesse fare pensare ad un punizione così esemplare.

Anche il giovane Magnussen, dal canto suo, sembra non dare importanza alla sanzione della Fia: "Mi spiace per la squadra di aver rovinato la mia gara già alla prima curva. Penso che avremmo potuto ottenere altri punti importanti e quindi sono molto deluso con me stesso per aver commesso questo errore". Il danese ha poi aggiunto: "Mi sono comportato come un pivello, come se non sapessi che un Gp è lungo e non si decide alla prima curva". Il danese considera quindi, diversamente dal collegio giudicante, il contatto al secondo giro con Raikkonen un errore veniale dovuto alla foga di chi vuole continuare a dimostrare il proprio valore. Sarebbe proprio piacevole capire le motivazioni che hanno portato a queste decisioni, in una F.1 dove le vere scorrettezze sono un miraggio e i sorpassi si contano sulle punte delle dita. I grandi duelli del passato sarebbero nella storia se la Fia avesse sempre assunto questo atteggiamento? No, in senso assoluto! I grandi leoni (Villeneuve, Senna, Prost, Mansell, Schumacher, solo per citarne alcuni) probabilmente a metà stagione sarebbero rimasti a piedi per il paddock a causa dell'esaurimento dei punti "patente". Purtroppo, se questa linea sarà la stessa per l'intera stagione, ahimè qualcuno rimarrà veramente a piedi e molti guideranno con in testa il modulo della constatazione amichevole, piuttosto che con la volontà di sopravvanzare l'avversario. La Formula1 non è questa, non è la "scuoletta": è il top del motorsport e, insieme ai piloti, merita più rispetto. Anche dal Grande Fratello Fia.

Luca Posteri

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