Pensi alle piste di Tilke e già sale la noia; per fortuna il circuito che sorge a un'ora di distanza dalla metropoli di Shanghai è uno dei più riusciti, felice mix di alte velocità grazie agli oltre 1200 metri di rettilineo, ma anche curve lente come la sequenza del primo settore e il tornantino che forse potrebbero creare qualche piccolo grattacapo in più al progetto della SF71-H. Completano il quadro una serie di curvoni veloci di raccordo, su cui invece la Ferrari potrebbe trovarsi a proprio agio grazie al nuovo passo allungato, utile anche sul dritto, in cui sia in Australia che in Bahrain ha già dimostrato di saper raggiungere ottime velocità di punta per difendersi dagli attacchi avversari. 

Proprio gli avversari della Mercedes saranno più agguerriti che mai dopo la doppia sconfitta rimediata nelle prime due gare e che invece ha regalato un inaspettato punteggio pieno a Vettel e vantaggi già interessanti in entrambe le classifiche iridate. Prima di abbandonarsi a facili illusioni, meglio ricordarsi però che nell'era ibrida la Mercedes su questa pista non ha mai perso. Tre successi di Hamilton (più altri due con la McLaren) e uno di Rosberg ne fanno un terreno di caccia privilegiato per le frecce d'argento, che proprio qui, con il campione inglese, riuscirono a rispondere immediatamente al debutto vincente di Sebastian Vettel in Australia dello scorso anno. 

Un incremento di prestazione notevole quello che ha saputo mostrare la Ferrari tra la prima e la seconda gara, uno sviluppo costante e mirato a cui il team tecnico guidato da Mattia Binotto ci ha abituato nel corso di questi anni. Del resto sarà difficile mantenere la leadership: la Mercedes ha dimostrato in entrambi gli appuntamenti di questo mondiale di essere più veloce, ma per condizioni extra tecniche non ha ancora colto la vittoria. Il digiuno non durerà certo a lungo, ed è stato importante per la squadra di Maranello capitalizzare le situazioni favorevoli di questi primi due appuntamenti per mettere pressione al team di Brackley e fargli perdere certezze e un pizzico di autostima.

La vittoria manca agli uomini in rosso su questa pista dai tempi di Alonso, che continua ad annaspare con una McLaren ancora troppo brutta per essere vera, e battuta anche dalla Toro Rosso ora motorizzata Honda. Uno smacco bello e buono per il team di Woking, che in tre anni non è riuscito ad andare oltre il quinto posto. Al beffardo Gasly sono bastate invece due sole gare per arrivare ai piedi del podio, ma si suppone anche che i motoristi giapponesi piano piano stiano imparando qualcosa. Non si può dire lo stesso della Red Bull, disastrosa in Bahrain e addirittura dietro alla McLaren in classifica costruttori. Verstappen alla ricerca dello smalto migliore e Ricciardo in cerca di un sedile per il 2019 sono le due facce della line up più promettente, ma al tempo stesso più inespressa, di questo inizio stagione. 

Appuntamento in pista da domani con le prove libere e occhio alle incognite del meteo che, almeno per la giornata di venerdì, dovrebbe portare pioggia; senza dimenticare i cinque successi di Hamilton e una Mercedes che potrà di nuovo disporre (oltre alla ultrasoft) delle "amate" mescole soft e medie. 

Stefano De Nicolo'

 

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