Formula E | Cinque cose che abbiamo imparato da Berlino
Il Tempelhof Airport ha regalato alla Formula E gare piene di azione e contatti dalle quali è uscita una situazione di classifica più chiara in vista delle ultime tre tappe del campionato.
Chiuso anche il round di Berlino, per la Formula E c’è più di un punto sul quale riflettere nel corso delle due settimane di attesa che porteranno il Circus elettrico in Asia per la prima assoluta della Formula E a Shanghai. Tra la lotta per il titolo e le grandi lotte, vediamo cosa ci lascia la classica del Tempelhof Airport in vista del finale di stagione.
Per Cassidy il primo strappo per il Mondiale
Berlino ha regalato a Cassidy bottino quasi pieno, ma più che i 45 punti conquistati in totale tra sabato e domenica, a impressionare è la capacità del neozelandese di concludere sempre a podio anche quando le circostanze sembrano a lui avverse. Tolti i passaggi a vuoto avuti tra San Paolo, Tokyo e la prima di Misano, Cassidy è sempre finito a podio e ciò gli sta consentendo di unire costanza e velocità, con tanti punti pesantissimi portati a casa a suo favore. E considerando le pazze lotte fatte di contatti e ruotate, non è di certo scontato. Come scontata non è stata la vittoria in gara-1 sabato, visto che a metà corsa il #37 di Jaguar era ultimo. Il neozelandese ha così chiuso sempre a podio nelle ultime 4 gare disputate e nelle ultime tre ha ottenuto il giro più veloce della gara (con conseguente punto addizionale).
È stato un weekend ottimo e quello dove ho ottenuto i miei migliori risultati nella mia esperienza in Formula E. Lasciamo Berlino con la leadership nel Mondiale. Abbiamo fatto dei cambi nel corso della serata e abbiamo avuto un pacchetto molto competitivo, penso che abbiamo adattato la vettura molto bene per questa pista, e sono orgoglioso del team. Speriamo di continuare così bene anche a Shanghai.
A Shanghai Cassidy affronterà, come tutti, una tappa inedita su un circuito sullo stile di Misano e Città del Messico, dove quest’anno ha ottenuto due terzi posti (e un ritiro). Un’incognita – quella di Shanghai – sul quale il neozelandese può mettere una pezza visto il momento positivo che sta affrontando con vettura e team: entrambi fattori con il quale c’è un feeling eccezionale che confermano come lui, attualmente, sia il vero favorito per il titolo.
Si riducono gli inseguitori di Cassidy: ne restano solo due
Dopo Berlino e nonostante manchino 6 Round (equidistribuiti tra Shanghai, Portland e Londra), sembra sempre più chiaro che il titolo sia un affare per tre. Oltre al già citato Cassidy, all’alloro possono puntare Pascal Wehrlein e il terzo incomodo Oliver Rowland. Tra i tre piloti ci sono 22 punti di gap, con Rowland unico a tenere una costanza di rendimento simile rispetto a quella di Cassidy grazie ai suoi sei podi stagionali. A tenere in gioco Wehrlein c’è la sua capacità di andare sempre a punti, con l’unico zero ottenuto a Misano in gara-1. Sarà quindi una lotta tirata tra tre piloti altamente capaci di emergere nel caos di questa Formula E, con Cassidy attualmente favorito per la sua capacità incredibile di riuscire, anche nelle avversità, a massimizzare al meglio il bottino di punti raccolti in ogni gara.
Più lontani Dennis e Evans, che da questo weekend hanno raccolto poco rispetto alla concorrenza. Per puntare all'alloro massimo e recuperare i rispettivi 38 e 43 punti di distacco ci vorrà davvero un grosso, grosso, sforzo.
Berlino ti toglie le ali: contatti e corse pazze, i piloti non ci stanno
In questa Formula E è sempre più chiaro che per farsi spazio nel gruppo serve mostrare i muscoli e cercare il contatto con gli altri. Berlino ne è stato un esempio chiarissimo: lunghe fasi di gara con il gruppo che viaggiava a file di due/tre piloti, innumerevoli staccate con contatti, piloti che mandano a muro altri e tantissimi danni tra le monoposto. Dinamiche che ai piloti non piacciono. Lucas di Grassi sabato ha definito gli standard di guida dei piloti presenti come “molto bassi” dopo il contatto (causato da Ticktum) che lo ha escluso dalla prima delle due gare e ha chiesto maggiori penalità. Cassidy ha paragonato Berlino alla Daytona 500 ammettendo come non si sia particolarmente divertito al sabato, mentre Evans ha definito “estremo” questo tipo di corse di gruppo focalizzate sulla sopravvivenza nel quale diventa “molto difficile fidarsi degli altri in pista”. Ancora più duro invece Jean-Eric Vergne, che ha definito “orribile” l’attuale modo di correre della Formula E evidenziando come non è una dinamica che diverte i piloti.
È orribile, questo tipo di corse non mi piace. Lo odio e penso che tutti lo stiano odiando, ma è questo il modo in cui dobbiamo correre. Siamo qui per competere e per vincere, se dobbiamo correre in retromarcia, impareremo a farlo. Ciò non significa che non mi piaccia questo tipo di corse, da un punto di vista della guida è un casino.
Per Vergne, che ha parlato ai media presenti a Berlino, la chiave sta nel pacchetto aerodinamico della vettura, con la Gen3.5 che però non avrà grossi cambiamenti rispetto all’attuale Gen3 che ha portato la Formula E ad adottare questo tipo di dinamica di gara. Dinamica che a Vergne non piace, come ha fatto capire chiaramente, e che lo può portare ad abbandonare la Formula E se le cose non cambieranno con le prossime evoluzioni della monoposto.
Devono cambiare il pacchetto aerodinamico, la vettura è un paracadute, ha troppo drag. E se hai meno drag della vettura che ti segue, loro arriveranno con una velocità maggiore e possono recuperare più energia. Abbiamo bisogno di vetture con meno drag. Altrimenti, avremo sempre questo tipo di gare. Però è una cosa che si sa, ho visto la Gen3.5 EVO e dal punto di vista aerodinamico è identica, non cambierà nulla. È davvero necessaria una soluzione, perché non so se riuscirò a resistere altri due anni con questo tipo di gare. Non è divertente e non piace a nessuno. Ed è anche pericoloso. Abbiamo visto tanti piloti rompersi le mani, non è divertente. Se la Gen4 (che arriverà nel 2026/27, ndr) sarà uguale, sicuramente non continuerò.
Lamentele non nuove, perché già lo scorso anno i piloti avevano già sottolineato il tema: un punto fondamentale che la Formula E deve risolvere per non far passare il messaggio che le gare elettriche sono più dei demolition derby che altro.
Barnard bel prospetto per il futuro
Dopo il debutto di Monaco, Taylor Barnard a Berlino è diventato il pilota più giovane di sempre ad andare a punti in Formula E grazie al doppio arrivo in top-10 nel weekend appena concluso. Un ottimo segnale per McLaren, che su Barnard ha dovuto contare all’improvviso per il Principato e poi per Berlino. Il 19enne inglese, che corre anche in Formula 2 e che sinora non ha raccolto soddisfazioni nell’altra serie, è riuscito a Berlino ad ottenere cinque punti, con il 10° posto al sabato e l’8° posto domenica, che gli permettono di essere il pilota più giovane di sempre ad andare a punti nella serie elettrica. Un ottimo segnale sia per McLaren, che più contare su un pilota giovane ma già pronto, e anche per la serie, che ai giovani consente di girare in alcune sessioni dedicate (come quella dei rookie test che si è disputata oggi a Berlino).
Per me è stato un grande weekend, ho faticato in qualifica in entrambi i giorni, ma la gara è stata ottima. Sono riuscito a recuperare molte posizioni in entrambe le gare e a chiudere a punti in entrambe le occasioni. So che non è quello che il team vorrebbe, ma sono felice del lavoro che ho fatto e di essermi messo in mostra in queste due gare, sono felice.
Mahindra torna a farsi vedere nelle zone alte
Berlino ha riconsegnato alla Formula E un’ottima Mahindra, che ha conquistato i suoi primi punti sabato con Edoardo Mortara – con tanto di clamorosa pole position al sabato – e che domenica non è riuscita a confermarsi pienamente per una foratura che ha costretto Mortara a fermarsi ai box a 14 giri dalla fine della gara mentre si trovava in zona punti. Un segnale che comunque ci sono stati dei positivi passi avanti messi in mostra dal team indiano che adesso, anche con il ritorno di De Vries a Shanghai, può cercare di consolidare questi risultati e provare a scalare la classifica da qua a fine anno.
Eravamo in una buona posizione prima della foratura, ma penso che sia importante per noi mettere le cose in prospettiva. Abbiamo certamente fatto un buon passo avanti questo weekend e sembra che siamo sulla strada giusta.
Un’opinione, quella di Mortara, confermata anche dal Team Principal Frédéric Bertrand che ha riassunto il weekend di Berlino sottolineando come sia importante che il team abbia fatto dei passi avanti positivi per il futuro.
Quello che per noi è stato importante è capire il passo avanti fatto a livello prestazionale e dimostrare che sabato non è stato un colpo di fortuna. È chiaro che Edoardo fosse in una posizione per andare a punti per la seconda volta consecutiva e che sia il ritmo sia il consumo di energia, comparato con chi era vicino a noi, era migliore. È una buona base dalla quale partire e agire per le prossime gare.
Berlino tappa chiave per la Formula E: rinnovo per 6 anni
Berlino si è confermata, con la tappa di quest’anno, una location chiave e ormai storica per la Formula E. Lo spazio e le opportunità che il Tempelhof Airport offrono alla serie sono unici, come dimostra la possibilità di sfruttare diversi layout e come ha dimostrato la chiusura della stagione 2020 che si è disputata a Berlino con sei appuntamenti in 10 giorni. Non è quindi una sorpresa che la serie abbia chiuso il rinnovo, annunciato ieri, di 6 anni con il Tempelhof Airport. Berlino così resta l’unica gara sempre presente in calendario, come ha riconosciuto anche il CCO della Formula E Alberto Longo.
È fantastico continuare la nostra relazione con l’iconico Tempelhof Airport, sempre presente per il nostro campionato unico. L’estensione del contratto per 6 anni certifica la nostra visione a lungo termine nella città e nella location e quanto le nostre visioni siano vicine nel fornire corse di alto livello, divertimento e sostenibilità. Non vediamo l’ora di tornare qui l’anno prossimo e per le stagioni a seguire.
Mattia Fundarò