La drammatica vicenda di Michael Schumacher si arricchisce di un capitolo oscuro e inquietante. E' stato infatti rinvenuto senza vita, nel carcere di Zurigo, l'uomo sospettato di essere l'autore del furto della cartella clinica del campione tedesco. Secondo quanto reso noto dalla magistratura svizzera, che non ha reso pubbliche le generalità dell'individuo, la macabra scoperta è avvenuta nella mattinata di ieri, proprio nella giornata successiva all'arresto. Come si ricorderà, dopo il furto (avvenuto in circostanze ancora da chiarire durante il trasferimento dell'ex-pilota dall'ospedale di Grenoble alla clinica di Losanna) il documento riservato era stato invano proposto a diverse testate, dietro il pagamento di una cifra pari a 50.000 euro.

L'uomo, impiccatosi nella propria cella, era un dipendente della Rega, ossia l'ente che aveva organizzato il trasferimento tramite elicottero del paziente dalla Francia alla Svizzera. Nelle scorse settimane, le indagini avevano individuato in un computer della stessa società elvetica (la quale si era tutelata attraverso una denuncia contro ignoti) il luogo dal quale erano partite le e-mail volte a proporre il contenuto della documentazione. La famiglia di Schumi, tramite la portavoce Sabine Kehm, si è detta "sbalordita e scioccata" per quanto accaduto, non essendo tra l'altro nemmeno avvisata del fermo avvenuto nella giornata di martedì. Dopo i primi interrogatori, secondo quanto emerso, le prove sarebbero subito risultate schiaccianti e non ci sarebbe stato nessun complice ad aver aiutato l'uomo.

Marco Privitera

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