Pierre Gasly, ottimo protagonista della gara di Abu Dhabi
Credits: F1 Official website

Alla fine, il team Alpine è riuscito a portare a casa il sesto posto tra i Costruttori F1. Al termine della gara di Abu Dhabi, quando Pierre Gasly ha tagliato il traguardo in settima posizione proprio davanti alla vettura rivale, la Haas di Hulkenberg, nel box dei Blues è stato sicuramente tirato un grosso sospiro di sollievo. E in tanti, tra carta stampata e televisioni, hanno parlato della cosiddetta “cura Briatore”, che sicuramente qualche frutto lo ha dato, ma non hanno posto l’accento sul vero fattore che ha dato il sesto posto ad Alpine. Sì, perché senza la penalità affibbiata a Nico Hulkenberg in qualifica, staremmo parlando di tutta un’altra storia. 

Pierre ottimo protagonista ad Abu Dhabi

Partiamo analizzando la gara di Yas Marina, in cui sostanzialmente le speranze dei due team in lotta per il sesto posto erano aggrappate alle prestazioni dei due piloti più rappresentativi. Jack Doohan, infatti, si è trovato buttato in macchina praticamente all’ultimo minuto al posto di Ocon, senza la reale possibilità di mostrare tutto il proprio talento, mentre Kevin Magnussen ha vissuto un ultimo weekend in F1 (per ora?) tra una qualifica complicata e un Valtteri Bottas improvvisatosi giocatore di bowling al 31° passaggio. 

E così, come detto, tutto si è ridotto alla sfida tra Gasly e Hulkenberg, con il francese a scattare dalla quinta posizione e il tedesco dalla settima casella (ci torneremo). Va sottolineato come la condotta di gara di entrambi, e di Pierre in particolare, sia stata esemplare. Allo start, il pilota di Rouen ha approfittato della confusione generata dal contatto tra Verstappen e Piastri per istallarsi in terza posizione alle spalle di Sainz. Per buona parte del primo stint, poi, è stato semplicemente perfetto nella difesa su un George Russell che, con la più prestazionale Mercedes, ha fatto tanta fatica ad avere la meglio sulla vettura blu e rosa. Ecco, a proposito, una cosa ci sentiamo di chiedere ai vertici Alpine, tra il serio e il faceto: per l’amor del Cielo, cambiate quella livrea inguardabile.

Con le gomme dure, dopo la girandola dei pit stop, effettuato da Gasly al giro 15 per proteggersi dall’undercut di Hulkenberg fermatosi nel corso del passaggio precedente, l’evoluzione del tracciato ha certamente favorito le rimonte delle vetture più prestazionale da dietro, segnatamente di Leclerc e Hamilton, che tra l’altro era su strategia opposta. Pierre e il team si sono quindi concentrati più che altro sul mantenimento della posizione di vantaggio sul rivale, andando a cogliere quel settimo posto che alla fine è risultato più che sufficiente per portare a casa la sesta piazza tra i Costruttori e un bel po’ di milioni in più. 

Decisiva la penalità a Nico 

Credits: Moneygram Haas F1 Official Fb
Nico Hulkneberg esce dai box per affrontare l'ultimo giro di qualifica, ma sarà penalizzato

La sensazione, però, riguardando bene tutto il weekend in terra emiratina, è che siano state le qualifiche a decidere l’esito di questa lotta. Il venerdì ci aveva infatti consegnato un quadro abbastanza ben delineato, in cui Haas e Nico Hulkenberg erano parsi in forma splendida, con un passo da top five sia per il sabato che per la domenica, senza dubbio. E, in effetti, le tre sessioni di qualifica disputate sotto i riflettori di Yas Island ci avevano consegnato il tedesco là davanti, addirittura in seconda fila davanti a Max Verstappen. Poi, però, nella tarda serata di Abu Dhabi, è arrivata la decisione dei commissari che ha cambiato le carte in tavola, e anche un bel po’. 

Il tedesco, infatti, ha sorpassato due vetture uscendo dalla pit lane, nella zona del tunnel. Questo è proibito dalle note del Direttore di Gara, che vengono rese note nel briefing che solitamente si tiene nelle giornate precedenti i vari GP, e perciò la penalità è sembrata inevitabile. Verrebbe da definirla un’ingenuità, anche se il pilota stesso ha dichiarato che sapeva benissimo ciò che stava facendo, ma se non avesse superato quelle due vetture non avrebbe avuto il tempo di effettuare il proprio giro veloce, e quindi si è preso il rischio. 

Peccato per il team di Kannapolis, che ha comunque lavorato alla grande operando un deciso salto in avanti rispetto alle stagioni passate. Komatsu e i suoi uomini hanno imboccato una strada ben definita, anche se la sfida di avere due piloti completamente nuovi nel 2025 sarà certamente ricca di incognite. Nella lotta per il sesto posto ha certamente avuto un peso specifico importante il doppio podio marcato Alpine a San Paolo. Ecco dunque cosa manca, per ora, alla Haas: la capacità di essere graffiante in quei momenti, portando a casa punti pesantissimi che poi, quando si va a tirare la riga dei conti, hanno un’importanza determinante e vanno a definire quelli che sono i successi e le situazioni da rivedere. 

Nicola Saglia