F1 | Max e Liam, due penalità che continuano a far discutere
Gli episodi di Jeddah hanno, ancora una volta, dato luogo a diversi punti interrogativi in merito alla Direzione Gara

Cambiano gli anni, i direttori di gara e i commissari, ma in F1 c’è una costante che difficilmente andrà a variare. Le polemiche a proposito delle varie penalità affibbiate in pista, infatti, diventano sempre oggetto di discussione da parte di addetti ai lavori e appassionati, soprattutto quando ci sono di mezzo i pezzi grossi della griglia. A Jeddah è stato l’universo Red Bull ad essere colpito dalle scelte degli stewards, che, per usare un eufemismo, non sono andate per nulla giù al team principal Christian Horner.
Commissari inflessibili con Max
Prima di continuare l’analisi, una cosa va chiarita, onde evitare fraintendimenti. La manovra di Verstappen in partenza per difendersi da Piastri è sembrata essere ben oltre le righe e i limiti del regolamento. È vero, l’australiano non ha fatto nulla per permettere all’olandese di completare la sua manovra, ma questo fa parte del gioco e non lo autorizzava in nessun modo ad effettuare quel taglio che lo ha portato poi davanti a tutti. Le foto portate da Horner e mostrate alla stampa, in realtà, non provano assolutamente che Max fosse davanti all’apex della curva, e, senza telemetria applicata, di per sé valgono ben poco.
Quello che lascia più perplessi, probabilmente, è il modo in cui è stato deciso di applicare la sanzione, cioè di dare subito i cinque secondi a Verstappen, senza lasciargli la possibilità di cedere la posizione. Molto probabilmente, l’olandese sarebbe stato consigliato a farlo dal box nel secondo giro, ma l’ingresso della Safety Car per il botto di Gasly e Tsunoda non glielo ha concesso. Però, a questo punto, sarebbe stato molto più ragionevole comunicare al team di cedere la posizione, magari entro un giro dal rientro della vettura di sicurezza. Il panel degli stewards guidato in questo caso da Enrique Bernoldi, invece, ha optato per l’applicazione istantanea del regolamento senza possibilità di scelta. Una scelta legittima, va sottolineato, ma abbastanza in controtendenza rispetto a quanto visto fino ad ora.
Max ha perso la vittoria per questo? Difficile da dire e ancor più da dimostrare, ma, citando il grande Julio Velasco, anche in F1 “chi vince festeggia, chi perde spiega”. Proprio per questo, dunque, le rimostranze di Horner in merito non stupiscono per nulla, anche perché effettivamente Verstappen le sue carte, senza quei cinque secondi in più fermo al pit, avrebbe potuto giocarsele eccome.
Lawson, che mazzata!

La situazione cambia radicalmente, almeno per quanto riguarda le decisioni degli stewards, se parliamo dell’episodio che ha riguardato Liam Lawson. Il neozelandese di Racing Bulls, nel corso dell’ultimo passaggio, ha attaccato all’esterno di curva 1 Jack Doohan, andando a prendersi un bellissimo sorpasso, pur finendo molto largo e, a detta dei commissari, oltre la linea bianca. In realtà, le immagini in merito lasciano molti dubbi, anzi, sembrerebbero scagionare il kiwi.
Nonostante ciò, sul suo ruolino di marcia sono stati aggiunti ben dieci secondi, che lo hanno portato ovviamente a perdere ancora la posizione sull’australiano di Alpine. Una penalità molto pesante, addirittura il doppio rispetto a quella affibbiata a Verstappen, dal momento che qui mancava l’attenuante del primo giro. Già questo sarebbe argomento di discussione per ore e ore, ma la realtà è che, in ogni caso, le immagini non chiariscono nulla, e la sensazione è che Lawson abbia pagato per qualcosa che non ha commesso.
Quei silenzi che valgono più di mille parole
Meglio che non parli della penalità. Risparmio tempo ed evito guai.
Così ha chiuso l’argomento Verstappen durante la conferenza stampa del GP. Sappiamo perfettamente come la pensa in merito e quali sono le sue prese di posizione (solitamente meritorie) a proposito delle linee guida di comportamento emanate dalla FIA nei confronti dei piloti. È evidente che Max non fosse d’accordo con i cinque secondi, anche se questa volta potrebbe essere in torto, dal momento che la manovra è parsa essere veramente oltre i limiti del regolamento, al contrario di quella di Lawson.
Questo suo “silenzio stampa selettiva” ha qualcosa a che fare con lo scambio di battute avuto con Mohammed Ben Sulayem appena sceso dalla vettura e immortalato in un video divenuto in poco tempo virale sui social? Difficile dirlo, anche perché l’audio non lo abbiamo e, a meno che i due diretti interessati non facciano chiarezza, chi dà la cosa per scontata lo fa senza alcuna prova. Certo, i gesti e le espressioni di Max sembrano suggerire proprio questo, ma sono solo congetture.
Di sicuro c’è solo che, ancora una volta, c’è poca chiarezza in seno agli organi dirigenti della F1; cosa, questa, che non fa certo bene a tutto l’ambiente.
Nicola Saglia