I muretti a Singapore non perdonano, ma sa Safety questa volta non è entrata.
Credits: Red Bull Content Pool

È stato tutto molto bello: la terza vittoria in F1 di Norris, la rimonta di Leclerc e di Piastri, anche, perché no, quella che è sembrata a tutti gli effetti una passerella finale per Daniel Ricciardo. Ma la vera notizia, forse, è stata la totale mancanza di impiego per Bernd Maylander, pilota della Safety Car, per la prima volta nella storia del GP corso nella Città Stato del sud-est asiatico. Attenzione, però, perché è ormai da parecchi appuntamenti iridati che la vettura di sicurezza non fa il proprio ingresso nel corso di un Gran Premio, e qualche considerazione, seppur da prendere con il beneficio di inventario, dovremo iniziare a farla. 

Il nuovo layout aiuta piloti e spettacolo

La pista di Marina Bay resta una sfida unica nel calendario attuale della F1, per diversi aspetti. Prima ancora del layout in sé, ad essere proibitive sono le condizioni atmosferiche, con il caldo e l’umidità a giocare un ruolo preponderante. Si tratta veramente del GP più massacrante a livello fisico del calendario, e anche in questa stagione abbiamo sentito via radio e visto, nell’uscire dal cockpit a fine gara, l’affaticamento da parte di tutti i piloti. Le immagini hanno addirittura mostrato Russell e Norris cercare di andare a prendere aria in rettilineo staccando le mani dal volante, una scena che non vedevamo dallo scorso GP del Qatar. Insomma, si è spinto al limite anche sotto questo aspetto cruciale.

Per quanto riguarda il layout del tracciato, va dato atto agli organizzatori del GP di Singapore che le modifiche effettuate la passata stagione si sono rivelate quanto mai azzeccate. L’eliminazione, nel terzo settore, di quel budello che era rappresentato dal passaggio sotto la tribuna del campo da calcio flottante, è stata una vera e propria mossa vincente. In primo luogo per lo spettacolo, perché ha consentito in pratica di aggiungere un rettilineo e una zona DRS dove abbiamo visto diversi attacchi e alcuni piloti cercare di osare un po’ di più su un tracciato non certo favorevole alle azioni di sorpasso. 

Ma, soprattutto, la revisione ha avuto il merito di eliminare una delle zone in cui maggiormente si andavano a concentrare incidenti che portavano all’ingresso della Safety Car. Sono stati infatti tantissimi i piloti che si sono bloccati in gara sotto la tribuna, un passaggio stretto e senza alcuna via di fuga, diventato ingestibile con le vetture moderne. Come dimenticare, inoltre, il crashgate del 2008 con Nelsinho Piquet mandato a muro proprio in questo punto? Non siamo mai stati troppo teneri con chi gestisce il Circus e con i promoter, ma quando un lavoro è ben fatto, è giusto sottolinearlo, quindi complimenti a chi ha effettuato la scelta corretta in questo caso. 

Il livello, checché se ne dica, è altissimo

Ma non è finita qui, perché c’è un altro aspetto che merita di essere sottolineato. Infatti, è dal Gran Premio del Canada, quindi da ben nove GP, che la Safety Car non entra in pista. È vero (preveniamo subito le obiezioni dei soliti precisini), a Baku il rischio c’è stato, con la VSC nel finale per il botto tra Perez e Sainz. Ma appunto, è stata esposta la Virtual, non è stato mandato Maylander a ricompattare il gruppo. Questo, in qualche modo, ci dà alcune risposte in merito al valore attuale della griglia di F1. 

Lo abbiamo sempre detto: venti posti nel Circus sono una miseria, e al mondo ci sarebbero tanti piloti che meriterebbero almeno una chance di provare a entrare. Non smetteremo mai di mostrare come il lavoro di ostruzionismo effettuato dai team e da Liberty nei confronti di Andretti sia stato esecrabile e assolutamente dannoso per lo sport. Ma qui il discorso è un altro e riguarda in primo luogo i piloti. Il mancato ingresso della Safety Car, in particolare su tracciati come Singapore e Baku ma anche, per certi versi, Spa e Zandvoort, mostra quanto il livello in pista sia alto

Il fatto che nessuno sia finito a muro (per quanto Norris ci abbia provato in tutti i modi) in una gara massacrante dimostra ancora una volta come a livello fisico, mentale e tecnico si stia facendo un grande lavoro da parte delle squadre. Non dimentichiamo che Franco Colapinto, ultimo arrivato in ordine di tempo, era solo alla terza partenza in F1, e a Baku anche Oliver Bearman aveva mostrato di essere un pilota preciso e poco incline all’errore. 

Credits: Williams F1 Official X page
Franco Colapinto scende stremato dalla sua Williams al termine del GP

Che i piloti siano sempre più aiutati, in diversi modi, dal muretto box è qualcosa di innegabile. Ciò non toglie che l’errore sia sempre dietro l’angolo, in diverse situazioni di gara. Diamo allora a Cesare quel che è di Cesare, e ai piloti quel che è dei piloti: il mancato ingresso della Safety anche a Singapore e negli otto round precedenti è un segnale di qualità elevatissima, proprio quello che serve al Circus attuale per elevarsi al di sopra di contestazioni e decisioni pessime degli organi dirigenziali. Non ce ne voglia il buon Bernd Maylander, ma non vederlo in azione in gara è un’ottima notizia per tutto il mondo della F1. 

Nicola Saglia