F1 | Due pit obbligatori a Monaco: è veramente necessario tutto ciò?
La proposta della F1 Commission è l'emblema della F1 voluta da Liberty Media

Tanto tuonò che piovve. Quante volte, nel corso degli ultimi anni, ci siamo sentiti ripetere che il Gran Premio di Monte Carlo è anacronistico, che bisogna fare qualcosa perché è troppo noioso? Bene, ecco, in merito, la proposta dalla F1 Commission, riunitasi un paio di giorni fa a Londra: due pit stop obbligatori, con tre mescole da usare. Ma siamo sicuri che questa soluzione funzionerà?
Soste obbligatorie a Monaco: ecco la proposta di F1 Commission
Il primo meeting stagionale della Commissione, presieduto da Nikolas Tombazis e Stefano Domenicali, che ha messo a confronto i rappresentati di team e piloti, si è tenuto nella giornata di martedì negli uffici di Liberty Media a Londra. Quale occasione migliore, in attesa dell’evento tenutosi poi alla O2 Arena? Alcune delle proposte formulate, come quelle relative all’inasprimento dei controlli sulla flessibilità delle ali anteriori e la decadenza del numero limite delle trasmissioni per vettura, erano ampiamente pronosticabili. Altre, invece, sono abbastanza inaspettate.
Su tutte, spicca la proposta relativa al Gran Premio di Monaco, che negli ultimi anni sempre più spesso è stato al centro di polemiche per la scarsità di azione e sorpassi in pista. Per ovviare a questa problematica, la proposta, che ora dovrà passare al vaglio del Comitato Consultivo Sportivo della Federazione, sarebbe quella di rendere obbligatorie due soste nell’arco della gara, insieme all’utilizzo forzato delle tre mescole portate per l’occasione da Pirelli. Un obbligo, quello delle due soste, che rimarrebbe anche in caso di pioggia; cosa bizzarra questa, dal momento che secondo il regolamento attuale se la gara è dichiarata bagnata dai commissari i piloti non sono obbligati a fermarsi al pit. Ci si chiede se ciò sarà abbastanza per dare più spettacolo alla gara; la questione, però, a ben vedere, sta ben più a monte.
Unicità da tutelare
Intendiamoci subito, prima di continuare nella nostra disamina: nel caso tale proposta venisse accettata e diventasse effettiva, non sarebbe né uno scandalo né tantomeno una prima volta. Nel 2023, infatti, in Qatar vennero imposti tre stint ai piloti, anche se in quel caso si operò per ragioni di sicurezza dovute ai cordoli particolari della pista (in seguito modificati) e alle temperature elevatissime. Solamente, viene da chiedersi se il concetto di “spettacolarità” delle gare possa essere applicato tout-court e senza fare distinzioni tra un evento e l’altro.
Una cosa va messa in evidenza: Monte Carlo, così come Spa, Silverstone, Monza, Interlagos, Suzuka e poche altre piste, è qualcosa di unico. Come tale, perciò, l’evento del Principato andrebbe sempre trattato e tutelato, anche perché se la F1 è grande lo deve a queste location. La sua natura, da sempre, è quella di essere un tracciato cittadino vecchio stile, stretto, complicato e ricco di insidie ad ogni curva. Lo spettacolo non è solo in pista, non lo fanno solo i piloti, ma tutto quello che sta loro intorno e che può giocare un ruolo da un momento all’altro come no. Insomma, roba per palati fini e appassionati veri, a cui frega nulla di sapere quante storie ha postato il tal pilota, ma solo di vedere se a St. Devote o al Tabaccaio è in grado di sfiorare il muretto e andarsene incolume facendo il tempo. Esattamente quel genere di fan di cui a Liberty Media interessa sempre meno, anzi se potesse lo bandirebbe dagli autodromi e dagli abbonamenti TV.

Il solito vecchio gioco
Già, lo spettacolo, i fans e le luci della ribalta. Non se ne può più a fare a meno oramai. Prendiamo l’esempio della serata di Londra. Nulla da dire, show pensato, organizzato e orchestrato alla perfezione: bella la cornice, bella l’idea di chiamare il brillante Jack Whitehall a condurre la serata. A nostro modesto parere, eventi del genere vanno benissimo, non c’è nulla di male ad organizzarne uno in apertura di ogni stagione, anche perché nel 2025 diventa difficile farne a meno anche per un colosso come la F1. A patto che sia chiaro che il focus debba essere ben altro: ed è qui che casca l’asino, e cioè Liberty Media e tutto il circo itinerante formato da adulatori e imbonitori di professione (sempre di più, purtroppo).
Troppo spesso lo show sta prendendo il posto di quello che è lo sport: lo abbiamo già detto tempo fa parlando di Imola, e ora si sta ripetendo la stessa cosa con Monaco. Piste che premiano squisitamente la tecnica, la precisione di guida e dove non c’è troppo spazio per orpelli vari sono destinate a sparire, o comunque ad essere mal tollerate. I segnali, ci spiace, vanno tutti in questa direzione: voler imporre due soste obbligatorie a Monte Carlo significa non capire un’acca (e ci siamo contenuti parecchio) di quello che è lo sport.
D’altronde, sono ormai più di vent’anni che chi prende le decisioni lo fa senza tenere in minima considerazione quello che in fondo è la F1, e cioè in primis uno sport, e non solo un generatore continuo di introiti da nababbi per pochissimi, mentre chi vuole andare a godersi un weekend in pista deve spesso rinunciare a metà dello stipendio mensile. L’imposizione dei tre stint sarebbe solo l’ennesima prova di ciò, ammesso e non concesso, poi, che funzioni davvero.
A questo punto, tra il serio e il faceto, lanciamo una provocazione: la stessa regola facciamola valere per tutti i tracciati cittadini non permanenti. Perché, signori, sinceramente: a Singapore c’è sempre tutto questo spettacolo entusiasmante? A Miami pure? E perché a nessuno è venuto in mente di imporre anche qui la stessa regola? Così, una piccola curiosità dettata dalla nostra solita bastardaggine. Forse, però, tornando seri, una speranza che si tratti di un unicum c’è.
Le dimensioni ridotte dal 2026 potrebbero aiutare
Io sono sempre grande, è il cinema che è diventato piccolo, dice Gloria Swanson in Viale del Tramonto. Ecco, parafrasando, spostando il contesto ai giorni nostri e cambiando un po’ le carte in tavola potremmo dire che Monte Carlo è ancora grande, ma le vetture di F1 sono… troppo grandi. Anche per questo il tracciato è finito sotto la lente d’ingrandimento. Attenzione, però, perché la realtà è che su qualunque pista queste monoposto sono veramente enormi; il DRS era stato introdotto per un motivo ben chiaro ed evidente. Una speranza, forse, potrebbe arrivare dal nuovo regolamento che entrerà in vigore a partire dal 2026.
Secondo le linee guida condivise dalla Federazione, infatti, le nuove macchine dovrebbero arrivare a pesare 30 kg in meno delle attuali, oltre a diventare più strette e corte. Tra tanti punti interrogativi in merito alla rivoluzione in atto, queste caratteristiche non possono altro che fare bene allo spettacolo, quello vero, in pista.
Staremo a vedere, dunque, ma siamo pronti a tutto; come recita il famoso meme che circola da diverso tempo, non ci aspettiamo niente, ma siamo già delusi.
Nicola Saglia