Il WRC saluta le PU ibride dal 2025.
Credits: WRC Official website

La decisione è arrivata quasi fuori tempo massimo, ma ora è ufficiale. A partire dal 2025, il WRC vedrà l’abbandono dell’ibrido a favore dell’impiego di carburanti sostenibili, con la componente elettrica che quindi sparirà dalle vetture con largo anticipo rispetto a quanto preventivato. Una inversione di marcia che ha un che di storico, per certi versi, in un’epoca in cui la tanto sbandierata rivoluzione green sta portando il settore automotive sempre di più verso un massiccio impiego di propulsioni ibride ed elettriche, e che permetterà a tutti i team di ottenere un risparmio economico non indifferente nell’arco della stagione. 

Tecnologia plug-in un fallimento, si punta sui carburanti sostenibili

Lo sosteniamo da tempo, ma ora possiamo dirlo con una base di sostegno importante, visto quanto successo nel mondo del traverso. La tecnologia plug-in, specialmente applicata al mondo delle corse, si è rivelata un vero e proprio buco nell’acqua, in particolare per quanto riguarda costi di manutenzione e produzione, per non parlare poi della complessità di gestione sui campi di gara. In molti piloti, specialmente nel corso della prima stagione (il 2022), si sono trovati in difficoltà a gestire il boost di potenza dato dall’unità elettrica, spesso imprevedibile nella sua erogazione, oltre che poco funzionale. Insomma, troppe complicazioni che dovevano essere eliminate al più presto, puntando su carburanti sostenibili. 

Il WRC, infatti, continuerà il suo impegno verso un impatto ambientale ridotto spingendo nella direzione dei carburanti sostenibili al 100%, tornando così ad avere un ruolo importante come vero e proprio banco di prova per tecnologie che potranno poi essere implementate sulle vetture di tutti i giorni, senza avere costi folli. Oltre a ciò, il peso minimo delle vetture scenderà da 1260 a 1180 kg, con un ridimensionamento a 35 mm del limitatore d’aria in modo da avere una erogazione più controllata. Il tutto andando alla ricerca di una semplificazione della gestione che era ormai diventata di primaria importanza, come sottolineato da Xavier Mestelan-Pinon, responsabile tecnico FIA. 

La decisione di sospendere l’uso dell’ibrido nel WRC ci consente di adattarci al panorama energetico attuale. Stiamo costruendo un panorama del campionato sempre più forte e responsabile, senza per questo sacrificare lo spettacolo e la competitività. Questo è un passo importante verso le nuove regole del 2027. 

Dalle parole di Grosjean alla “rivoluzione” WRC: una settimana su cui riflettere per tutto il motorsport

Come è ovvio che sia, nel mondo in cui viviamo, sta tutto passando sottotraccia, ma dobbiamo dircelo chiaramente: la settimana che sta per finire ha regalato spunti su cui riflettere che il mondo del motorsport, volente o nolente, non può ignorare. Da tante parti pare che stia iniziando in qualche modo ad essere squarciato quel velo di ipocrisia e di “ambientalismo e buonismo di comodo” che attanaglia l’universo racing. 

La prima voce, nei giorni scorsi, era arrivata dall’America, con Romain Grosjean a sottolineare come ancora non fosse riuscito a mettere insieme il budget per trovare un sedile per il 2025. Il francese aveva, con molta lucidità, spiegato come l’adozione dell’ibrido da parte della IndyCar avesse fatto alzare i costi in maniera spropositata, e come le richieste di sponsorizzazione e budget dei team dovessero per forza adeguarsi, mettendo dunque in difficoltà tanti piloti, anche talentuosi. A ciò si è aggiunta questa decisione del WRC, che era già nell’aria da tempo, ma che ora è finalmente ufficiale. 

Nelle settimane passate Jari-Matti Latvala, team principal Toyota, aveva mostrato come l’abbandono del sistema ibrido plug-in avrebbe portato ad un risparmio di più di un milione di euro per vettura in un top team. Cifre importantissime, se pensiamo che la squadra giappo-finlandese ha come minimo tre macchine in gara ad ogni appuntamento iridato. A ciò si erano aggiunte le ottime prestazioni di Sesks in questo 2024 con una Puma Rally1 non ibrida. Dopo giorni di tira e molla, dunque, si è arrivati ad una conclusione, che per un paio d’anni metterà in qualche modo in stand-by le attuali Rally1, che resteranno comunque lo stato dell’arte nel mondo del traverso, in attesa di capire cosa fare nel 2027. Già, e il futuro?

Credits: WRC Official FB page
La Ford Puma Rally1 non ibrida di Martin Sesks, un… anticipo del 2025 in Cile

A dicembre ne avremo la conferma, ma pare ormai certo che tra un paio d’anni i nuovi regolamenti andranno sempre più nella direzione di avvicinare le prestazioni delle Rally1 alle attuali Rally2, semplificando ulteriormente regolamenti e direttive tecniche. Il tutto nella speranza di attirare sempre più nuovi attori nel Circus mondiale, condizione importante che molte Case stanno valutando. Non è un segreto, per esempio, che la stessa Lancia abbia dato priorità allo sviluppo della Ypsilon Rally4 in attesa di capire i movimenti della Federazione. 

Staremo a vedere quanto avverrà, dunque, ma è chiaro che la direzione intrapresa dal WRC è qualcosa che va a rompere nettamente con il resto del motorsport. Le sensazioni sono buone, e chissà che il mondo del traverso non abbia ancora una volta qualcosa da insegnare alle altre categorie.

Nicola Saglia