Credits: Mercedes AMG F1 Team
Credits: Mercedes AMG F1 Team

È tornato Lewis Hamilton. Il sette volte campione del mondo inglese, dopo due anni e mezzo di digiuno, è finalmente tornato al successo in un Gran Premio di Formula 1. E l'ha fatto proprio nella gara più significativa per lui, il GP di Gran Bretagna a Silverstone, in una corsa che, ancora una volta, ha evidenziato il suo enorme talento.

Una gara da campione

Ieri dopo le qualifiche era sicuramente deluso di aver perso la pole nel suo GP di casa a vantaggio del suo compagno di squadra Russell. Ma la gara è un'altra cosa, e Hamilton oggi ha dimostrato, senza che ce ne fosse realmente bisogno, il motivo per cui ha vinto sette titoli mondiali.

Dopo una prima parte di gara attendista, Hamilton è salito in cattedra appena ha iniziato a piovere, avvicinandosi a Russell per poi braccarlo e superarlo. È stato poi scavalcato da Norris, ma ha comunque gestito alla grande la corsa: non solo sul lato della guida, ma anche su quello strategico, indirizzando la squadra sul momento in cui rientrare a cambiare le gomme per passare prima alle intermedie, e poi alle slick. Scelte che si sono rivelate azzeccate, perché grazie all'undercut nel momento di passare alle gomme da asciutto è riuscito a superare Norris e ad involarsi in testa.

Infine, nell'ultima parte di gara è arrivata la furiosa rimonta del suo ex rivale, Verstappen, che con gomme dure più adatte negli ultimi giri si è mostrato minaccioso alle spalle dell'inglese. Hamilton ha però gestito alla grande la fase finale, tenendo a distanza l'olandese e tornando al successo per la prima volta dal GP dell'Arabia Saudita 2021.

L'emozione del post gara

È stata la nona vittoria di Hamilton a Silverstone, cosa che lo ha confermato come il pilota più vincente sia sul tracciato inglese che in assoluto su un singolo circuito. Ma più dei freddi numeri, a rimanere impressa è la grande emozione di un Hamilton che, nonostante 104 vittorie, è riuscito ad emozionarsi ancora come il ragazzino che 17 anni fa vinse a Montreal la sua prima gara in carriera, e forse più di allora. Le urla in radio insieme al suo ingegnere, Peter Bonnington, che finalmente ripropone il suo “Get in there Lewis”; l'abbraccia con i suoi genitori accennando a qualche lacrima; il “volo” sul suo team e, infine, la corsa in pista con la Union Jack, per omaggiare un pubblico festante che, nel momento in cui l'ha visto al comando, è esploso a riprova di un amore mai scemato nei suoi confronti.

"Non riesco a smettere di piangere - ha dichiarato l'inglese - Era dal 2021 che ogni giorno mi alzavo e mi preparavo, allenandomi a livello fisico e mentale, per raggiungere questo obiettivo. Vincere questa gara al mio ultimo GP di Gran Bretagna con questo team era una cosa a cui tenevo tantissimo".

Si rompe finalmente un digiuno durato quasi 1000 giorni, insolito per un pilota che fino al 2021 non era mai rimasto più di 15 gare senza vincere. E lo ha fatto con un successo che vale più di tanti altri ottenuti nell'era di dominio tecnico della Mercedes: stavolta ha vinto lui, con esperienza e velocità,

E cessano così anche le tante critiche piovute su di lui: era chiamato bollito, si diceva che fosse finito. Oggi Hamilton ha dimostrato quanto lui non sia finito per niente, ma sia ancora sul campo di battaglia e pronto a lottare.

Hamilton si gode il presente, in attesa del futuro Ferrari

C'è solo un neo alla straordinaria giornata di Hamilton: il weekend disastroso della Ferrari, unito alla consapevolezza di andare a Maranello il prossimo anno. C'è quindi una domanda, quasi inevitabile, che aleggia tra appassionati e addetti al settore: che Hamilton stia forse iniziando a pentirsi della scelta? Ai posteri l'ardua sentenza: quel che è certo è che adesso, passare da Mercedes a Ferrari sembra essere meno vantaggioso di quanto lo fosse fino a Montecarlo.

Alfredo Cirelli