F1 | Spielberg: il Focus sul Gran Premio d’Austria
Partenza, che scatto Kimi: allo spegnersi dei semafori scattano tutti più o meno bene, ma ad attirare gli sguardi ci pensa il finlandese in rosso. Kimi Raikkonen infatti, più che partire sembra un pilota di aerei in fase di decollo, con la sua Ferrari che schizza letteralmente via dalla casella e si ritrova infilata tra le due Mercedes che occupano la prima fila. Alla staccata della prima curva Hamilton gira in testa, con Raikkonen che sopravanza Bottas salvo poi ritrovarsi a perdere in poche curva la posizione sia da Valtteri che da Verstappen, a causa di qualche sbavatura durante il giro. Decisamente più attardato Vettel, che scattato dalla casella 6 a causa della penalità in qualifica, decide di non rischiare e in poche curve si ritrova ottavo.
Che Botta(s) per Mercedes! Nelle primissime tornate la giornata pare volgere decisamente a favore di Stoccarda, con le due frecce d’argento ad occupare le prime due posizioni. L’apparente gioia però dura poco per gli uomini di Toto Wolff, i quali ad un tratto si ritrovano a guardare Bottas parcheggiare per prati per un problema che pare essere dovuto al cambio. L’uscita di scena di Valtteri, per giunta, provoca il regime di Virtual Safety Car, con i muretti di Red Bull e Ferrari che sono lestissimi a richiamare in “combo” entrambi i loro piloti al box per quello che dovrebbe essere l’unico cambio gomme della corsa. Decisamente poco attento nella circostanza invece l’addetto alle strategie dei tedeschi, il quale non richiama in pit Lewis Hamilton, costringendolo a fermarsi da lì a poco e a perdere un sacco di tempo rispetto agli altri, rientrando in pista in quarta posizione alle spalle delle due Red Bull e di Kimi.
La fiera del Blister: No, non è una sagra culinaria tenutasi nel paddock dopo la gara, ma è una descrizione esatta di ciò che abbiamo visto appena tutti hanno montato gomma “gialla”. La mescola soft, infatti, sull’asfalto austriaco dimostra subito di avere problemi di surriscaldamento, con Ricciardo primo ad avere blistering e a ritrovarsi costretto ad un secondo pit. Evidenti “segnali neri” anche sulla posteriore sinistra di Hamilton, il quale cerca di tirare avanti (subendo il sorpasso di Seb) ma capisce ben presto che arrivare cosi al traguardo è impossibile: seconda sosta anche per l’inglese, che però recupererà lo stesso una posizione a causa dell’improvviso cedimento meccanico della Red Bull di Ricciardo.
Colpo di scena! Dopo il secondo pit di Hamilton, le posizioni sembrano ormai congelate: Verstappen è in testa alla corsa e pare riuscire a tenere a bada le sue gomme, mentre le due Ferrari inseguono da dietro senza nessuna preoccupazione per i problemi di pneumatici avuti dagli avversari. Dietro di loro Hamilton, con gomma nuova, ma staccatissimo. Tutto pare tranquillo, sino a quando la camera car di Lewis mostra il campione del mondo andare lentissimo: rottura meccanica anche per il quattro volte iridato, a segnare uno zero assoluto nel taccuino segnapunti e a siglare un doppio ritiro per Mercedes che non si vedeva sin dai tempi in cui le gare venivano seguite dagli appassionati su tv in bianco e nero.
Bravo Max: dunque vince Verstappen, difendendosi sul finale dai cronometrici di Maranello e non permettendo a nessuno di avvicinarsi. Ottima prestazione per l’olandese nel GP di casa Red Bull, proprio nel giorno in cui trapela la notizia che anche il rinnovo di Ricciardo è vicinissimo. Il che suona un po' come una scappellotto sulla nuca del blasonato compagno. Alla fine dei giochi, comunque, diciamocelo: chi gongola di più stavolta… è la Ferrari. Nei primi giri si era messa malissimo per Maranello, con Hamilton davanti e con Vettel ottavo senza per giunta apparente possibilità prestazionale di risalire la china. Al traguardo invece gli uomini di Arrivabene portano a casa la leadership in entrambe le classifiche iridate, che dato il modo in cui era iniziata ci sarebbe forse da accendere un cero a qualche angelo custode lassù… ma anche questa è Formula Uno.
Alla prossima puntata dei nostri Focus…
Daniel Limardi