Fabio Di Giannantonio in bagarre ad Assen
Credits: VR46 Team

Tra i protagonisti del GP d’Olanda MotoGP non possiamo non citare Fabio di Giannantonio. Il pilota romano ha fatto onore al team VR46 sfiorando il podio sia nella Sprint del sabato che nella gara di oggi pomeriggio. La corsa lunga è stata particolarmente intensa per il numero 49, in quanto si è giocato il podio con Marc Márquez e Maverick Viñales, con un episodio che farà certamente discutere.

Due gare in rimonta per Fabio di Giannantonio al GP d'Olanda

La gara Sprint del sabato ha il sapore di un’occasione mancata. Di Giannantonio aveva un ritmo formidabile ma il pilota si è complicato la vita con una pessima partenza: alla fine del primo giro era undicesimo. Rimboccatosi le maniche, Fabio ha recuperato terreno, arrivando fino alla quinta piazza finale.

Nella gara domenicale lo stacco della frizione non è stato tanto migliore, tanto da dover rimontare un’altra volta. Il ritmo di gara era però buono, e proprio come nella “garetta”, il numero 49 si è lanciato in un bel recupero che in pochi giri lo ha portato a lottare per il terzo posto. In lizza per questo prestigioso piazzamento c’erano pezzi da novanta come Marc Márquez, Maverick Viñales e Pedro Acosta, ai quali si è aggiunto un Enea Bastianini anch’egli in rimonta. Non è mancata la bagarre, con sorpassi anche decisi, ma poi la storia della battaglia si è sviluppata in maniera insolita.

Il ritorno della “melina” in MotoGP

A otto giri dalla fine, Márquez era vicino a Di Giannantonio e sembrava pronto per superarlo. Ma all’improvviso,  si sono aperti tutti a ventaglio, guardandosi a vicenda. Sia Márquez che Di Giannantonio hanno rallentato vistosamente, quasi non volessero andare davanti. Ne ha approfittato, anche se per un breve tempo, un Viñales un po’ confuso.  Questa “melina” era tipica della MotoGP dei primi tempi, dove i tatticismi la facevano da padrona tanto da essere portati a livelli estremi. Oggi è abbastanza raro che accada, con l’evoluzione tecnica che spinge i piloti a dare il massimo fin dalla prima curva.

Fabio Di Giannantonio in azione ad Assen
Credits: VR46 Team

Un’ulteriore elemento di mistero è venuto da Márquez, che al nono passaggio è stato passato da Di Giannantonio in una maniera abbastanza insolita. All’ingresso di curva 8 si è voltato per vedere gli inseguitori, poi ha allargato consentendo al romano d’infilarsi all’interno. Al termine della gara, l’otto volte campione ha ricevuto un warning per la pressione anteriore della gomma anteriore troppo bassa. Che le due cose siano collegate? La Direzione Gara ha condannato il pilota Gresini Racing a 16 secondi di penalità sul tempo di gara, passando così da 4° a 10° nei risultati del Gran Premio d'Olanda. 

Le dichiarazioni di Di Giannantonio a fine gara

Dopo il GP d’Olanda, Fabio Di Giannantonio ha parlato a Sky:

L’obiettivo era il podio. Ci credevo, abbiamo lavorato per questo. Tuttavia, quando ero davanti, ho sentito il davanti abbastanza freddo proprio quando volevo spingere. L’anteriore si chiudeva uno, due, tre volte per la temperatura, così ho deciso di far passare gli altri per farlo scaldare di nuovo. Purtroppo quando mi sono messo dietro abbiamo battagliato un po’ e non siamo riusciti a risalire. Però secondo me abbiamo fatto un garone, siamo lì davanti. 

Nella stessa occasione, Fabio ha poi commentato la “melina” con Marquez:

Lui mi ha lasciato spazio e sono passato, poi mi ha fatto cenno con la mano ma non ho capito cosa volesse dire. A quel punto, io ne ho approfittato, son passato e ho fatto il mio ritmo.

Riccardo Trullo