L'annuncio di Maurizio Arrivabene al comando della Gestione Sportiva della Ferrari aveva fatto storcere il naso a chi pensava si trattasse di una semplice mossa studiata a tavolino da Sergio Marchionne. All'inizio erano stati in molti a non comprendere la decisione del nuovo presidente del Cavallino Rampante il quale, come nel suo stile, non si è lasciato influenzare dai sentimentalismi ed ha scelto con la ragione.

A Melbourne è arrivato il primo vero esame per l'ex-manager Philip Morris, il quale ha superato a pieni voti la prova. Tutto il mondo della F1, dai tifosi agli addetti ai lavori, aspettava infatti la gara australiana per saggiare il lavoro fatto a Maranello e magari sparare già qualche giudizio critico. Ed invece abbiamo assistito alla prima battaglia di un generale al comando del suo esercito rosso.

Arrivabene ha dato proprio questa impressione già dal sabato, quando ha commentato le qualifiche dicendo di essere "incazzato" per la strategia troppo conservativa adottata, senza usare giri di parole. Ha voluto in questo modo fin da subito disintegrare ogni paragone con il 2014: un sintomo, questo, di cambio di rotta e di obiettivo. " I nostri avversari sono le Mercedes e non le Williams, se riusciamo a dare un'artigliata alle loro vetture sono contento" le sue parole espresse a fine gara.

Nel mondo politically correct della Formula 1, la sua personalità forte e da condottiero un po' rude, con i capelli non tinti e la barba incolta, sta segnando un solco. A dire il vero, il nuovo Team Principal del Cavallino Rampante ha iniziato già da tempo a voler cambiare qualcosa in questo mondo, per donargli un po' più di appeal: la concept car lanciata sul sito Ferrari e le dichiarazione durante i test di Barcellona sono esempi che vengono da un grande esperto di marketing qual è.

Qualcuno ha paragonato le parole di sabato di Arrivabene a quelle che Enzo Ferrari diceva ai suoi meccanici il lunedì mattina, quest'ultime fatte al riparo da telecamere e taccuini. Invece il manager bresciano cresciuto a pane e multinazionali è fatto così: diretto e deciso nel porre in essere le sue strategie. L'incontro a Barcellona durante i test tra lui e Sergio Marchionne è un'altra spia che denota il tipo di cambiamento che sta vivendo il team di Maranello.

Lo stesso Enzo Ferrari avrebbe con ogni probabilità apprezzato il gesto di Arrivabene di andare a chiedere spiegazioni al meccanico che ha avuto problemi nel montare la gomma posteriore sinistra di Kimi Raikkonen. Quel gesto, fatto davanti ai box e sotto le telecamere di tutto il mondo, rappresenta il miglior messaggio che il generale potesse mandare ai propri soldati. Proprio come Massimo Decimo Meridio, che si sporcava le mani prima delle sue battaglie: in quel preciso istante Arrivabene ha conquistato tutto il popolo ferrarista, che doveva ancora capire come valutarlo e che attendeva da anni una "guida" forte e decisa, facendo così risorgere il vero spirito Ferrari nei box.

Maurizio Arrivabene sembra essere l'uomo giusto per le Rosse di Maranello e si sta conquistando sul campo i gradi di generale, usando anche le maniere forti quando necessario. Certo a qualcuno potrebbe non essere simpatico, ma a lui sembra interessare solo la Ferrari ed i suoi obiettivi. La strada è ancora lunga, ma se chi ben comincia è a metà dell'opera, allora ne vedremo delle belle.

Fabrizio Crescenzi

{jcomments on}