Il Circus ha corso a Miami il suo primo GP negli USA per il campionato 2023: nell'anno in corso la F1 toccherà gli Stati Uniti tre volte, per cui vale la pena fare una riflessione sulla gara che ha fatto da apripista a questa "invasione" americana.

Niente di nuovo sotto il sole

Dal punto di vista sportivo, la gara di Miami non ha aggiunto e non ha tolto nulla a quello che già sapevamo. La prevedibile scalata dal nono al primo posto di Max Verstappen ha solo offerto un diversivo al copione che vede una Red Bull dominante in lungo e in largo.

Per quanto la tipologia di tracciato abbia parecchie similitudini con Baku, rispetto alla gara corsa sette giorni prima abbiamo assistito a qualche sorpasso in più. Le sfide hanno visto il solito apporto adulterante del DRS, ma le scuderie non hanno partecipato al GP con un'incognita sulle gomme. Ricordiamo che in Azerbaijan il susseguirsi di qualifiche e gare senza prove aveva lasciato le scuderie con scelte obbligate per quanto riguarda le coperture.

Opinioni contrastanti

Il nostro osservatorio privilegiato sui social media registra opinioni contrastanti sul GP di Miami. Le osservazioni di tono positivo arrivano da coloro che hanno potuto vedere la gara dal vivo usufruendo dei "pacchetti" più esclusivi. Gli organizzatori dell'evento hanno cercato di correggere le criticità emerse dalla prima edizione, quella dell'anno passato, offrendo alla clientela "premium" un evento di tipo corporate di alto livello. Da casa, l'opinione cambia radicalmente. Gli spettatori hanno parlato di una gara piuttosto scialba, per quanto in linea con l'attuale andamento del campionato e con l'attuale tendenza di correre su tracciati claustrofobici, caratterizzata da una stucchevole presentazione iniziale.

L'edizione 2023 del GP di Miami ha evidenziato una tendenza passata in sordina nel 2022. La gara in Florida vorrebbe ricreare in salsa americana il glamour del GP a Montecarlo (e gli specchi d'acqua finti rafforzano la convinzione). Con una strategia collaudata, Liberty Media ha giocato molto con l'estetica outrun nel promuovere la gara in Florida, generando un elevato livello di curiosità, al quale tuttavia non ha corrisposto un contenuto sportivo corposo.

Il lato "spettacolare" ha fatto di nuovo la parte del leone, con buona pace di tutti coloro che hanno comprato un biglietto non-VIP per la gara di domenica. Bisogna sottolineare come il biglietto per la sola domenica avesse un prezzo di vendita medio tre volte superiore ad un ingresso equivalente al COTA.

Spettacolo

La F1 moderna ha avuto un rapporto conflittuale con gli USA, dovuto con tutta probabilità ad un discorso di differenza culturale tra l'Europa e gli Stati Uniti. Facendo un calcolo grossolano, dal 1990 in poi, il Circus ha tagliato fuori gli Stati Uniti d'America per più di dieci anni. L'esordio del COTA, uno dei migliori tracciati di nuova generazione, ha di fatto riaperto, nel 2012,, il rapporto (e il mercato) con gli Stati Uniti. Con l'arrivo di Liberty Media, la bandiera a stelle e strisce ha incominciato ad occupare parecchi slot di calendario. Oltre al COTA, dal 2022 abbiamo Miami e da quest'anno anche Las Vegas.

La F1 continua a fare riferimento ai suoi eventi utilizzando il concetto di "spettacolo". Per quanto in Europa il concetto costituisca un problema per lo zoccolo duro dei tifosi, nel mercato americano la spettacolarizzazione funziona e risulta remunerativa. A Miami ha funzionato, perlomeno se affidiamo le nostra analisi alle proiezioni sugli ingressi, che parlano di 270'000 spettatori distribuiti sui tre giorni. Bisogna dire che molti commentatori presenti sul posto hanno espresso qualche dubbio rispetto al numero.

Un tifoso americano ha commentato la gara di Miami come segue: "Un tipico evento statunitense, enormi quantità di clamore, una sfilata di...celebrità in cerca di attenzione, 'eventi iconici', prezzi assurdi, tutto finto, 'esperienza ultra lusso'. Scommetto che la maggior parte dei fan pagherà le società di carte di credito per un sacco di tempo. Scommetto anche che molti dei partecipanti smetteranno di andare una volta che smetterà di essere il posto dove devi essere."

Il posto dove stare

Possiamo intravvedere un problema in questa indigestione di gare negli USA, legato all'ultima frase del commentatore: "il posto dove devi essere". Miami dovrà difendere la propria reputazione e posizione nel campionato non tanto dagli attacchi del vetusto pubblico europeo, quanto dalla presenza in calendario della gara di Las Vegas.

La gara in Nevada potrebbe condividere la stessa identità di quella Florida: tracciato cittadino, celebrità, ostentazione sfacciata e così via. Se gli USA vogliono continuare ad avere un business remunerativo con la F1 dovranno differenziare i due eventi. Il GP a Miami e quello al COTA sono intimamente differenti come impostazione e possono convivere.

Dovesse verificarsi una sovrapponibilità concettuale tra l'evento di Miami e quello di Las Vegas, andremo giocoforza verso l'individuazione di una gara di Serie B tra le due. Con tutte le conseguenze del caso.

Luca Colombo

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