Santino Ferrucci IndyCar Toronto
Credits - Penske Entertainment: Joe Skibinski

Il campionato IndyCar ha visto nell'arco di sette giorni due grossi incidenti che hanno coinvolto un totale di dieci vetture (quattro in Iowa e sei a Toronto): in entrambi i casi abbiamo visto monoposto volare e potuto apprezzare il buon funzionamento dei sistemi di sicurezza installati sulle Dallara DW12. Se da una parte tiriamo un sospiro di sollievo nell'aver visto tutti i piloti coinvolti "scendere" dalle monoposto sulle proprie gambe, dall'altro si pone l'esigenza di un'attenta analisi, seguita dall'adozione delle necessarie misure correttive, relativa alla genesi di entrambe le carambole.

Le dinamiche

Come riportato in precedenza, nell'ultimo giro di Gara-2 all'Iowa Speedway, Sting Ray Robb ha tamponato violentemente il retro di Alexander Rossi, rimasto senza carburante, con la monoposto di Robb lanciata pericolosamente in aria ed atterrata a testa in giù. Ed Carpenter e Kyle Kirkwood hanno fatto parte della carambola, contribuendo a disseminare la pista di detriti. In quel caso la velocità d'azione in pista ha fatto sì che i contatti fossero praticamente inevitabili.

A Toronto, invece, nelle fasi finali di una gara che ha visto parecchi incidenti, abbiamo assistito a qualcosa di più pericoloso. Con il gruppo compatto, Pato O'Ward finisce in testacoda contro la barriera di curva 1 (sulla sinistra). Subito dietro, a breve distanza, e senza alcuna possibilità di evitare azioni, Marcus Ericsson va a colpire di lato la monoposto di O'Ward, toccando il muro con il muso e la sospensione anteriore sinistra.

Con la monoposto rivolta verso il traffico in arrivo, O'Ward vede tre piloti in rapida successione passare sopra le ali anteriori e d il muso della sua Dallara. Prima Pietro Fittipaldi, brevemente in volo prima di atterrare pesantemente, poi Santino Ferrucci, che procedeva ad una velocità maggiore, decollato e protagonista di un ribaltamento in volo, infine Nolan Siegel, finito sul muro a destra e con l'effetto di girare la monoposto del messicano verso curva 2. Alla fine Toby Sowery ha cercato di fermarsi, ma ha colpito leggermente la parte posteriore della vettura di Siegel.

Auto sicure, ma la neutralizzazione?

Ferrucci ha dichiarato:

"Le macchine sono così sicure, avere un incidente spaventoso come quello...sto bene. No, non ho visto Pato. Quando sono arrivato lì, non ho visto Pietro agganciarlo. Non c'erano bandiere gialle, niente di niente, quindi non potevo controllare".

La mancanza di un'immediata azione di neutralizzazione, ovvero l'esposizione di una bandiera gialla perlomeno in ingresso curva, ha sollevato parecchie ire, soprattutto da parte di O'Ward e del suo team manager Gavin Ward. Probabilmente non c'era tempo per evitare la collisione di Ericsson, ma il resto della carambola sì, considerando le traiettorie di curva e le velocità impostate dai piloti.

Alcuni piloti si sono chiesti come mai i segnali di avvertimento rapidi (i pannelli EM Marshaling o le luci gialle sui volanti) non fossero attivi con la prima parte di incidente già "completa". Pietro Fittipaldi ha dichiarato in merito:

"È successo qualcosa a Pato in quel giro. Era parecchie posizioni davanti a noi. Non c'erano bandiere gialle, nessuna indicazione, e tutti abbiamo impostato la curva: lui si è fermato sul muro esterno in quel modo e quindi non c'era nessun posto dove andare. Graham (Rahal, ndR) lo ha evitato all'ultimo momento, ma per noi non c'era nessun posto dove andare".

Le parole di O'Ward e cosa farà IndyCar

In merito all'incidente Pato O'Ward ha detto:

"Ci sono stati ben cinque secondi di attesa prima di dire a tutti cosa sarebbe successo (con le bandiere gialle, ndR). Sono felice che tutti coloro che sono stati coinvolti stiano bene. (...) Penso che IndyCar debba fare un'analisi nel profondo per il ritardo nell'esporre le bandiere gialle".

A quanto risulta, l'attivazione del sistema di cautela da parte del controllo di gara è coincisa con l'incidente tra Ericsson e O'Ward, forse troppo tardi per quelli che si dirigevano in curva dietro Ericsson e quindi senza tempo per vedere o reagire nell'evitare O'Ward.

Secondo le informazioni a nostra disposizione, il controllo gara IndyCar esaminerà tutti gli aspetti dell'incidente e delle comunicazioni avvenute in curva 1 e nelle sue prossimità. Un'analisi seria è necessaria, per evitare in futuro l'innesco di carambole pericolose come quella di Toronto, che potrebbero portare a conseguenze più "cruente".

Luca Colombo