F1 | Sochi: il Focus sul Gran Premio di Russia
Doppietta era attesa e doppietta è stata… anche se per il team sbagliato. L’aria di festa proveniente dalla Russia che già si respirava a Maranello, al giro 27 si è purtroppo nebulizzata con il ritiro improvviso di Sebastian Vettel durante una corsa dominata in lungo e in largo dalla coppia di piloti in Rosso. Il danno oltre la beffa è che non solo sfuma la doppietta, ma proprio lo stop del tedesco provocherà il regime di virtual safety car che regalerà alle Mercedes l’opportunità di pittare in modo gratuito e di tagliare cosi il traguardo davanti anche a Leclerc.
Ancora noie meccaniche: sembrava tutto bellissimo agli occhi dei ferraristi. Per la quarta gara di fila, non solo le qualifiche ma anche le gare erano oramai un feudo Ferrari. Il pacchetto di upgrade portati a Singapore pare aver definitivamente chiuso il gap con Stoccarda, e la performance in pista sembra confermare questa sensazione. A Sochi però, la realtà della corsa impartisce una dura lezione agli uomini di Binotto: anche se hai una vettura veloce, non vai da nessuna parte senza affidabilità. E già, perché il guasto sulla vettura numero 5 non solo ha negato un’altra doppietta, ma ha addirittura frantumato ogni speranza di essere primi servendo la gara su un piatto d’argento alle due vetture frecce d'argento. Ora per carità, non siamo qui a dare colpe o a dire che a Maranello non sanno fare vetture capaci di finire le gare. Con il recupero in corso di stagione che hanno fatto, ci sta che certi limiti tecnici vengano sfidati. E sicuramente è meglio avere una vettura veloce ma a volte inaffidabile, piuttosto che un trattore indistruttibile che però non porta da nessuna parte. Detto questo però, c’è anche da ripensare al fatto che non ci troviamo di fronte al primo guaio dell’anno, e che se la situazione in campionato è quella che è, la colpa è anche delle tante rotture di cui le vetture Rosse sono state afflitte nelle varie tappe.
La fortuna aiuta gli audaci…o forse no! E’ vero che senza la virtual safety car non avrebbero vinto, è vero che su un circuito differente Valtteri Bottas non sarebbe riuscito a tenersi dietro Leclerc, è vero che si sono portati a casa una doppietta senza nemmeno sapere perché. Ma siamo sicuri che in Mercedes possano essere accusati di essere stati solo fortunati? Sinceramente il sottoscritto non è di questo parere. Forse nell’economia di una gara intera, a Stoccarda non sarebbero riusciti a vincere la coppa più grossa. Ma non perché fossero più lenti, dato che Hamilton nel primo stint era a meno di 3 secondi dalla Ferrari più vicina pur montando pneumatici più duri, e che nella seconda parte di corsa avrebbe avuto il vantaggio delle Soft. Non avrebbero vinto semplicemente perché, come lo stesso Leclerc ha capito sul finale, superare a Sochi è impossibile. E anche se Lewis avesse recuperato tutto il gap, sarebbe stato impensabile sopravanzare ben 2 Ferrari per riuscire a vincere la gara. Dunque appunto si è trattato di fortuna direte voi. E invece no. Il fato non ha aiutato la Mercedes… è stata la rottura di Seb a farlo. Quindi non è un merito della dea bendata, ma un demerito di Maranello. Da quanto infatti non vediamo un ritiro in gara per guai tecnici di una Freccia d’Argento? Ve la ricordate voi l’ultima volta? Magari si, ma sicuramente dovrete pensarci un bel po' per rammentare. Gli uomini di Toto Wolff sono dunque riusciti non solo a mettere in pista un vero e proprio razzo, ma l’hanno anche reso il più simile possibile ad un panzer tedesco. Vanno forte e semplicemente non si rompono mai. E per vincere i campionati, serve una combo delle due cose. Niente fortuna dunque, solo meriti. #campioniconmerito
I team radio Ferrari: vogliamo spenderle due paroline anche per il siparietto radio offerto da Maranello nei primi giri? Ci riferiamo ovviamente a quando dal muretto hanno chiesto a Seb di farsi da parte per far passare Charles. Partendo dal presupposto che nessuno ha mai veramente pensato che Vettel avrebbe ceduto la posizione (chiedere a Mark Webber), inutile fare gli scandalizzati per il colloquio ascoltato. Esiste un briefing pre-gara dove i team studiano un piano, e in questo caso Charles aiutava Seb tirandolo in partenza con la scia, con la condizionale che se la manovra fosse costata la posizione al #16, uno swap fra le vetture avrebbe rimesso a posto le cose. Per carità, poi in corsa le carte in tavola possono cambiare e il banco può saltare, ma al netto di situazioni particolari è la squadra che dice agli “impiegati” come comportarsi. Per cui niente da recriminare. Poi vabbè ognuno ha le sue opinioni: chi dice che Seb era più veloce ed ha fatto bene, chi presume che Charles non riusciva ad avvicinarsi perché disturbato dalle turbolenze della vettura gemella. Difficile dare torti o ragioni, anche perché tanto poi al pit ci ha pensato il muretto a ribadire il proprio potere decisionale.
Giro di complimenti: chiudiamo con un applauso per Albon, che partendo dai box è arrivato subito dietro a Verstappen, e con un inchino al team Mclaren (specialmente a Sainz) che ancora una volta ha ribadito di essere sulla strada giusta. Hanno anche ricomprato propulsori Mercedes dalla stagione 2021 ma è un’altra storia. Una pacca sulla spalla invece per Kimi Raikkonen: Ciccio hai steccato la partenza quasi come uno che alla playstation vuole giocare sporco, e poi non contento hai massacrato la gara di Grosjean e Ricciardo speronandoli come se non ci fosse un domani. Garone Kimi, bravo.
Daniel Limardi