F1 | I piloti alzano la voce: "Nuove regole dannose, il futuro è a rischio"
Attacco frontale dei piloti contro la governance della Formula 1. Attraverso un comunicato diramato nel pomeriggio, la GPDA (Grand Prix Drivers Association) ha lanciato l'allarme per il futuro della categoria, denunciando "regole dannose" e "processi decisionali obsoleti" capaci di mettere a repentaglio il futuro successo della classe regina. Mai come oggi (almeno in epoche recenti) i piloti avevano preso una posizione così netta contro gli organi decisionali della Formula 1, lanciando un appello a tutti i soggetti coinvolti affinché si riesca a salvaguardare il futuro interesse per questo sport.
Un comunicato che arriva dopo il weekend inaugurale di Melbourne, dove era emerso chiaramente il malcontento dei piloti in merito al nuovo format di qualifiche, unanimemente bocciato da tutti i protagonisti. A poco era servito il meeting svoltosi soltanto due settimane prima a Barcellona, in occasione dei test pre-stagionali, quando una folta delegazione di piloti aveva espresso tutte le proprie perplessità a tal proposito direttamente a Charlie Whiting. Il calo d'interesse registrato tra il pubblico ha fatto scattare il campanello d'allarme, spingendo i piloti a volersi esporre in prima persona attraverso questa iniziativa: tra i primi firmatari Jenson Button (il pilota più esperto del Circus), Alex Wurz (presidente GPDA) e Sebastian Vettel. Non Lewis Hamilton, ovvero il campione del mondo in carica, assente tra l'altro anche nella riunione svoltasi a Barcellona. Ma naturalmente non sono soltanto le qualifiche al centro del dibattito: il riferimento (sottolineato anche da Fernando Alonso nei giorni scorsi) va anche al sound dei propulsori, all'incertezza sulle regole 2017, alle astruse normative in tema di pneumatici. Ma ecco il comunicato integrale diffuso dalla GPDA:
"Cari amici della Formula 1, appassionati e tifosi.
I piloti desiderano esporre il proprio seguente punto di vista:
Noi piloti amiamo il nostro sport! Sin da quando eravamo bambini, abbiamo sempre sognato di correre con le macchine più veloci al mondo, con i migliori team e sui circuiti più spettacolari, confrontandoci con i migliori piloti al mondo. Noi cerchiamo la competizione e proviamo amore per la F1 in maniera pressoché incondizionata, il che ci rende probabilmente le persone con l'interesse più puro per la categoria, accanto ai nostri fans.
La Formula 1 è attualmente osteggiata da una difficile situazione economica globale, un rapido cambiamento nelle abitudini dei fans e dei consumatori, e un decisivo spostamento nel panorama riguardante i media e le TV. Questo rende imprescindibile il fatto che i leader del nostro sport debbano prendere intelligenti ed oculate decisioni.
Avvertiamo che alcuni dei recenti cambiamenti regolamentari - sia dal punto di vista sportivo che da quello tecnico, ma anche per quanto riguarda l'aspetto commerciale - siano dannosi, non adeguatamente indirizzati ad affrontare i maggiori problemi che il nostro sport sta incontrando e capaci di mettere a repentaglio il suo futuro successo. Siamo consapevoli che tra le parti in causa di questo sport - i proprietari, i rappresentanti, gli organi di governo, i team e le altre parti coinvolte - ciascuna parte agisca con le migliori intenzioni.
Ma nonostante ciò, i piloti sono giunti alla conclusione che il processo decisionale dello sport sia ormai obsoleto e mal strutturato, impedendo così qualsiasi progresso. Infatti, può condurre spesso ad una situazione di stallo. Questo si riflette negativamente sul nostro sport, impedendo di essere attraente per la prossima generazione di fans e compromettendone la futura crescita globale. Vorremmo chiedere e sollecitare i proprietari e tutte le componenti coinvolte nella Formula 1 a considerare l'opportunità di ristrutturare la propria governance. Le future scelte e decisioni della F1, che siano a breve o lungo termine, di carattere tecnico, sportivo o commerciale, dovranno essere basate su progetti chiari. Tale piano dovrà riflettere i principi ed il valore intrinseco della Formula 1.
Dobbiamo garantire che la F1 rimanga uno sport, una stretta competizione tra i migliori piloti a bordo di macchine straordinarie e sulle piste più belle. La F1 dovrebbe essere la casa solo per i migliori team, piloti e circuiti, con partners e fornitori in grado di assicurare un campionato d'eccellenza.
La Formula 1 si è indubbiamente affermata come la categoria regina del motorsport e come uno degli sport più visti e popolari al mondo. Noi piloti, rimanendo compatti, mettiamo a disposizione il nostro aiuto e supporto affinché essa rimanga tale, ma anche per renderla attraente per i prossimi anni e per le future generazioni.
E' importante sottolineare che questa lettera aperta sia stata realizzata nell'interesse di tutti e non come un cieco e irrispettoso attacco. Grazie per la vostra attenzione e per darci la possibilità di esprimere i nostri pensieri in parole.
I migliori saluti,
Jenson Button, Sebastian Vettel, Alex Wurz, a nome dei piloti".
Una lettera scritta con un linguaggio semplice, toccando temi che vanno dritti al cuore degli appassionati. Ovvero quelli che auspicano di tornare a vedere in pista monoposto più veloci, spettacolari, divertenti, nell'intento di restituire interesse ad una Formula 1 costantemente impantanata in battaglie politiche ed interessi economici, lungi dal sapersi rinnovare e incapace di offrire regole certe e condivise. Insomma, c'è molto che bolle in pentole. E la questione scotta. Difficilmente questa decisa presa di posizione porterà a qualche risultato: ma, se non altro, in questa circostanza i piloti hanno avuto il merito di non essere rimasti a guardare.
Marco Privitera
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