MotoGP | GP Argentina, il ritorno di Morbidelli: primo podio dopo 4 anni
1414 giorni dopo Franco Morbidelli torna sul podio grazie al terzo posto conquistato in Argentina ai danni di Pecco Bagnaia.

A Termas de Rio Hondo è finita la lunga carestia di risultati di Franco Morbidelli, che sulla pista amica in Argentina – dove 2 anni fa conquistò il suo miglior risultato con il team ufficiale Yamaha chiudendo al quarto posto – torna, dopo 1414 giorni e 75 gran premi, ad assaporare lo champagne del podio. Il Morbido conferma il suo buon inizio di stagione, facilitato dalla conoscenza della GP24, bissando la top-5 conquistata a Buriram due settimane fa.
Una gara in crescita
Molto regolare la gara di Morbidelli che, scattato bene al via recuperando subito due posizioni, nei primi giri ha approfittato della soft messa al posteriore che gli ha consentito di approfittare del maggior grip iniziale per scalare la classifica passando prima Di Giannantonio e poi Zarco e Bagnaia, ritrovandosi terzo.
La scelta della soft è stata atipica perché come Morbidelli solo altri 4 piloti, tra cui anche il suo compagno di squadra, l’hanno usata contro una scelta quasi univoca della combinazione media-media. Per l’italiano un rischio calcolato dovuto all’ottava posizione di partenza e che gli ha permesso di recuperare velocemente terreno.
Sinceramente in questa gara sono stato costretto a mettere la soft, partendo indietro ci siamo detti di provarci. È stata la scelta giusta alla fine, all’inizio ero tonico, ero in forma e ho fatto i sorpassi che dovevo fare, e poi in realtà la gomma non è calata troppo, non so quanto rispetto alla media ma mi aspettavo peggio. Sono contento, ho più feeling dell’anno scorso, la conosco di più e ho cambiato delle cose che mi hanno fatto fare un passo avanti, seppur non sul time attack. Lì dobbiamo lavorare.
Un digiuno finito dopo 4 anni difficili
Il risultato di oggi permette al Morbido di chiudere un lunghissimo digiuno di 75 gare. 1414 giorni nei quali Morbidelli ha dovuto affrontare situazioni di ogni tipo: dall’infortunio al ginocchio che lo aveva messo ko nel maggio del ’21, il passaggio al team ufficiale Yamaha che si è rivelato un calvario lungo due anni e mezzo avari di risultati e che si sono intrecciati con l’inizio del calo di rendimento della casa giapponese, soprattutto nella seconda fase del ’22 e lungo tutto il ’23, e poi l’incidente di Portimao a fine gennaio dello scorso anno che gli ha tolto la possibilità di fare i test invernali e lo ha costretto a un lungo recupero durante la stagione nel team Pramac.
Sono stati 4 anni complicati, alcuni più, alcuni meno. In alcuni siamo arrivati vicini al podio e non ce l’avevamo fatta, in altri eravamo molto lontani. Adesso ci siamo tornati, dà gusto, sarà bello rimanerci. Vediamo. L’anno scorso doveva essere l’anno della rinascita, l’anno in cui ho cambiato moto e aria, ma nel momento in cui pensavamo che l’incubo fosse finito siamo sprofondati ancora più giù, perché mi sono infortunato e ci sono state tante beghe. La rinascita è partita in modo lento già l’anno scorso, avevamo finito con ottime sensazioni. Quest’anno sembra che abbiamo messo tutto insieme, siamo partiti bene, anche se siamo ancora lontani.
Per ora Morbidelli accoglie a braccia aperte i 16 punti di oggi, che gli permettono di confermarsi al quarto posto nel Mondiale con 37 punti, la metà di quelli conquistati sinora da Marc Márquez, ma secondo il Morbido c’è ancora una cosa sulla quale deve migliorare in questa fase nella quale può contare su una moto che conosce molto bene, essendo la stessa che aveva lo scorso anno.
Ci manca la qualifica, partire così indietro non è consigliato per chiudere a podio. Ci sono ancora cose su cui lavorare, ci proveremo ad Austin.
Mattia Fundarò