La nuova proprietà a stelle e strisce della Formula 1 ancora non ha apportato radicali cambiamenti all'attuale format. L'attuale Mondiale è ancora lo stesso messo in piedi da Bernie Ecclestone ed il suo team di collaboratori. La cordata guidata da Chase Carey, però, è già al lavoro per dare un proprio taglio al prodotto F1. Lo stile americano, che strizza un occhio verso sponsor e interazione con i tifosi, potrebbe portare una vera e propria rivoluzione ai week end di gara.

Si è già parlato ampiamente della volontà di portare la maggior competizione su quattro ruote in streaming e on demand, attraverso un accordo miliardario con Netflix per i diritti televisivi. L'altra idea che mirerebbe ad aumentare l'appeal che il campionato avrebbe con gli sponsor è quello di aumentare vertiginosamente il numero di appuntamenti iridati previsti in calendario.

Attualmente il mondiale di Formula 1 prevede 20 week end di gara (21 dal prossimo anno) la maggior parte dei quali in Europa, quartier generale di molte delle scuderie impegnate nel campionato. L'idea dei vertici di Liberty Media, espressa anche da Ross Brawn durante un intervista ad Austin, sede dell'ultimo GP, è anche quella di portare questo numero a 25, venendo incontro anche agli stessi team, che quasi certamente si ritroverebbero ad affrontare problemi logistici non indifferenti. Un'ipotesi per abbattere questo dilemma sarebbe cancellare le prove del venerdì. "Penso che il numero di gare e la qualità di esse siano i fattori vitali. Al momento non c’è motivo di aggiungerne se non ci sono i presupposti di qualità, con luoghi e tipologie di pista capaci di creare un grande evento. I team avrebbero problemi logistici ad aumentare le gare. Uno dei fattori che stiamo prendendo in considerazione è il format del weekend per facilitargli questo aspetto e inserire più gare. Abbiamo la mente aperta a queste soluzioni”, è stata la dichiarazione del ex-capo tecnico Ferrari. Quel che rimane un punto inviolabile è la domenica: “Ritengo sia il momento principale del weekend e non abbiamo intenzione di cambiarlo. La domanda invece potrebbe essere: abbiamo ancora bisogno del venerdì di prove? Se la risposta fosse no, potremmo fare più gare perché logisticamente i team sarebbero messi meglio. Il venerdì è importante per i promoter e i media. Come possiamo trovare una soluzione? Stiamo valutando tutti gli elementi per capire quale strada sia meglio intraprendere, la qualità è l’elemento vitale delle gare e non dobbiamo aggiungerne solo per averne un numero più ampio. In passato ne avevamo alcune di bassa qualità che infatti sono state tolte, per il nostro business non era certo un aiuto”.

Naturalmente l'idea di eliminare il venerdì di prove sarebbe problematica per molti aspetti. Le tre fasi di prove libere sono molto importanti per le scuderie, in quanto possono simulare le situazioni di gara, qualifica e trovare il giusto set up, in quanto la regola del parc fermé impedisce di modificare gli assetti della vettura dopo le qualifiche. Inoltre, provare al venerdì aiuta i piloti a familiarizzare con la pista, soprattutto i rookies, o in caso di nuovi appuntamenti su piste sconosciute. Una probabile soluzione a questo sarebbe di concentrare due fasi di prove libere al sabato mattina, con le qualifiche da svolgere nel pomeriggio, re-introducendo poi una sessione di warm-up la domenica mattina per verificare che tutte le componenti siano al meglio.

Ma pensiamo anche a quali appuntamenti potrebbero aggiungersi in un calendario già densamente affollato. Gli standard che la proprietà della F1 vorrebbe rispettare, come detto anche da Mr. Brawn, è quello di andare su tracciati che possano garantire gare "belle ed emozionanti". Questo diktat può essere rispettato, secondo noi, andando a correre in Paesi che hanno una genuina passione per i motori, quindi USA, Italia, Francia, Gran Bretagna, Germania, Spagna, per fare alcuni esempi. Sicuramente la prima idea che può balenare in testa sarebbe quella di reintrodurre in calendario il Gran Premio di Indianapolis. Una delle culle del motorsport a stelle e strisce che ha già ospitato la Formula 1, tra il 2000 ed il 2007. La maniera in cui gli statuintensi hanno dimostrato di saper organizzare gli eventi, come stanno facendo annualmente con il GP di Austin è straordinaria, perciò qualsiasi location negli States sarebbe sicuramente cornice di un week end spettacolare.

Non sarebbe sciocco nemmeno ipotizzare la reintroduzione di un Gran Premio d'Europa, per il quale le location potrebbero essere davvero molte: restando nei nostri confini nazionali c'è l'autodromo Enzo e Dino Ferrari di Imola, storica sede del GP di San Marino fino al 2006. Potremmo continuare con il Nurburgring, in Germania, oppure Jerez in Spagna, entrambi già sedi del GP d'Europa in passato. La lista potrebbe andare avanti ancora. Un altro circuito dotato di un layout che ha sempre regalato gare molto avvincenti è quello di Sepang, in Malesia. Purtroppo quest'anno si è svolta l'ultima edizione di tale Gran Premio, il quale paga molto la scarsa affluenza di pubblico sulle tribune.

Liberty Media ha un altro anno abbondante per pensare a come gestire questo cambiamento radicale nel miglior modo possibile, così da non mettere in difficoltà i team, gli sponsor, né gli appassionati che anche quest'anno hanno riempito le tribune di tutti gli autodromi in giro per il mondo, regalando emozioni che pochi altri sport riescono a trasmettere. La speranza è di poter avere un calendario ricco, come quello attuale, e di un appeal tale da avvicinare sempre più persone al nostro amato sport.

Alessandro Gazzoni

 

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