IMSA | Emozioni al fotofinish nella 24 ore di Daytona
L’edizione 2016 della 24 ore di Daytona ha saputo regalare agli appassionati emozioni a non finire, con tanto di finale al fotofinish in una delle sue classi. La Ligier Honda di Sharp-Brown-Van Overbeek-Derani si è aggiudicata il successo assoluto al termine di una gara tiratissima, facendo segnare il primo trionfo di un prototipo LMP2 e precedendo sul traguardo per soli 26" la Chevrolet Corvette DP n.10 del team Wayne Taylor Racing, guidata dai fratelli Taylor, dall’italiano Max Angelelli e dall’ex-pilota di Formula 1, Rubens Barrichello. Un possibile arrivo ancora più serrato è stato frenato dal calo prestazionale nell'ultima ora di Angelelli, il quale a fine gara è stato portato in ospedale in elicottero per sottoporsi ad alcuni controlli medici: si parla infatti di un'intossicazione dovuta alla presenza di gas di scarico all'interno della vettura. A completare il podio del prestigioso appuntamento disputatosi sul tracciato della Florida ci ha pensato la seconda Corvette di Dalzier, Goossens e Hunter-Reay.
La Corvette n°5 di Fittipaldi-Barbosa-Albuquerque/Pruett ha chiuso in quarta posizione con cinque giri di ritardo, a causa di un problema al semiasse che ha colpito la vettura durante la 20esima ora di gara, mentre in quinta posizione ha chiuso la Riley-Ford del team Ganassi guidata dall’equipaggio composto da Stroll-Wurz-Hartley-Priaulx, staccata di sei giri dalla vetta a causa di problemi ai freni.
Nella classe Proton Challenge ad imporsi è stata l’Oreca FLM09 n° 85 guidata da Miller-Simpson-Goikhberg-Koch che ha letteralmente dominato, nonostante una lunga sosta ai box per riparare i danni per un incidente che ha diminuito il vantaggio di 18 giri rispetto agli altri avversari fino a "soli" nove giri, accumulato già a partire dalle prime fasi di gara. A completare il podio della categoria troviamo altre due Oreca: la n.52, guidata da Alon-Gutierrez-Kimber Smith-Boulle, e la n.20 composta dall’equipaggio di Drissi-Mowlem-Gaughan-Drumwright-Vera.
Finale al cardiopalma nella classe GTLM, con la Corvette n°4 guidata da Gavin-Milner-Fassler che ha vinto con un vantaggio di soli 34 millesimi nei confronti dell'altra Corvette di Garcia-Rockenfeller-Magnussen. A completare il podio la Porsche 911 RSR n.912 di Bamber-Makowiecki-Christensen. Delusione per le due Ford GT che non sono mai state protagoniste della gara, ma che hanno anche avuto diversi problemi anche al pit stop con il taglio di uno dei cavi dei freni. Alla fine hanno terminato con il settimo e ottavo posto di classe, ma ci sarà molto da lavorare per migliorare le prestazioni. In quarta posizione si è piazzata la Ferrari 488 SMP di Pier Guidi-Premat-Serra-Rojas, mentre la vettura guidata da Bruni-Bertolini-Calado-Shaytar si è dovuta ritirare per diversi problemi al motore, mentre un incidente ha compromesso la gara della terza Ferrari, guidata dall’equipaggio formato da Rigon-Vilander-Fisichella-Beretta, che ha finito sesta di classe.
Nella GTD è andata in scena la sfortuna del pilota italiano Fabio Babini e dei suoi compagni Basseng-Ineichen-Konrad-Wilsey che, mentre guidavano in testa la propria classe, a soli pochi km dal termine della gara hanno visto la loro Lamborghini rimanere senza benzina, consegnando così la vittoria all’Audi R8 LMS guidata da Rast-Potter-Seefried-Lally, i quali hanno preceduto la Porsche 911 n.540 di Pappas-Catsburg-Long-Pilgrim e ha chiudere davanti alla Dodge Viper n.93 di Keating-Mosing-Faulkner-Robinson-Foss. La Ferrari guidata da Balzan-Nielsen-Renauer-Segal si è invece dovuta accontentare del settimo posto di classe.
Chiara Zaffarano