Carlos Sainz, quinto al termine del GP di Gran Bretagna
Credits: Scuderia Ferrari Official X page

C’è un grande caso di scomparsa che agita il paddock della F1. Sì, perché nel giorno che celebra il ritorno al successo di Sir Lewis Hamilton, a sparire completamente dai radar è stato il futuro team del sette volte campione del Mondo, la Ferrari. Un weekend al limite dell’impresentabile per la squadra guidata da Frederic Vasseur, che con Carlos Sainz artiglia a fatica un quinto posto corredato da giro veloce, mentre con Charles Leclerc si inventa una strategia che definire azzardata è un eufemismo, e che purtroppo rovina la gara già ampiamente compromessa del monegasco. Difficile trovare qualcosa di buono, soprattutto perché nell’arco dei tre giorni la confusione e la mestizia sono sembrate regnare sovrane. 

Sainz estrae il massimo 

In un weekend negativo, da quarta forza abbondantemente lontana dal podio, il quinto posto finale di Carlos Sainz potrebbe anche essere l’unico raggio di sole. Lo spagnolo è partito bene, sbarazzandosi di Hulkenberg e mettendosi dietro ai primi, pronto ad approfittare di qualsiasi situazione positiva per lui si fosse creata lì davanti. In condizioni che mutavano veramente di giro in giro, con la pioggia leggera e intermittente che ha mandato in tilt la porzione di muretto di Leclerc, Carlos ha mantenuto la calma, massimizzando il proprio potenziale. 

Nello stint centrale di gara, dopo il pit al 26° passaggio per montare la gomma intermedia, ha tenuto dietro un arrabbiatissimo Oscar Piastri, costretto a rimontare dopo la scellerata scelta di McLaren di tenerlo fuori un giro in più con gomme da asciutto sul bagnato. Solo la seconda tornata di soste, per rimontare le slick, lo ha visto soccombere, con la piccolissima soddisfazione del giro più veloce conquistato nelle ultime tornate dopo un pit praticamente gratis. Nel complesso, il weekend di Sainz è stato lineare sotto tanti punti di vista, soprattutto dell’assetto. Il ritorno ad una configurazione pre-Barcellona ha sicuramente avuto un ruolo importante, ma è evidente che a lui, come a Leclerc, il ritmo sia mancata in maniera cronica. 

Ho provato a tenere lontano Piastri, ma erano troppo veloci. Direi che abbiamo avuto una gara ottima, abbiamo fatto bene tutte le chiamate e le scelte ai box. Mi dispiace perchè non eravamo abbastanza veloci. Stiamo ritrovando la strada, abbiamo capito dove abbiamo sbagliato, adesso ci serve tempo.

Charles in balìa degli eventi

Credits: F1 Official website

Chi deve gettarsi al più presto alle spalle il fine settimana di Silverstone è senza dubbio Charles Leclerc. A partire da venerdì, il suo volto e la sua espressione raccontavano chiaramente uno stato d’animo travagliato, non certo a suo agio. Il cambio di assetto tra il venerdì e sabato, la pioggia di ieri e oggi non lo ha certo aiutato, e il monegasco ne ha risentito più del dovuto. Sta però orami diventando una cifra per lui, una tendenza da invertire, perché sembra sempre più succube degli eventi. 

E’ un incubo che continua da 3-4 gare. Ho fatto una bella partenza, io avevo il feeling che piovesse, i ragazzi mi hanno detto che il giro dopo sarebbe piovuto, ma la pioggia è arrivata dopo 7-8 giri. Una scelta aggressiva, di fatto però siamo stati gli unici a fermarci e abbiamo buttato via la gara.

Un Leclerc molto contrariato quello che è arrivato al ring delle interviste. La scelta molto aggressiva di fermarsi al 19° passaggio non ha pagato, a causa di una pioggia mai arrivata. Da lì in poi, Charles ha visto la sua gara rovinarsi, e ha terminato 14°. Certo, si è stati troppo aggressivi, ma a pensarci bene un sesto posto oggi avrebbe fatto ben poca differenza. Il problema è che la macchina non è più performante come avvenuto fino a Montecarlo, e occorre invertire la rotta il prima possibile, soprattutto per il bene di Charles. 

Charles nel primo stint era dietro Stroll, e questo ci ha spinti a prendere una decisione aggressiva. Non è parte del gioco, ma è stata una questione di circostanze che ci hanno spinto lì. Carlos ha avuto una buona seconda parte in ogni stint, dal suo punto di vista forse nell’ultimo stint avremmo potuto rientrare prima, ma non penso che avrebbe fatto la differenza. Decideremo quale configurazione portare a Budapest; oggi abbiamo sistemato il saltellamento, ma per l’Ungheria vedremo. 

Queste le parole di un Vasseur che è consapevole del tanto lavoro da svolgere per rimettere in carreggiata un team, la Ferrari, che è ancora secondo nel Costruttori, ma sembra essersi totalmente perso in questo ultimo mese. E, per ora, non sembra ci sia nessuno alla sua ricerca, neppure… Adrian Newey.

Nicola Saglia