F1 Amarcord | Al Pease, il pilota squalificato perché...troppo lento
Oggi parliamo del pilota canadese Victor “Al” Pease, l’unico pilota squalificato in una gara di Formula 1 poiché giudicato...troppo lento in pista. Al di fuori dalla F1, il canadese ha ottenuto però importanti risultati in varie categorie automobilistiche a livello regionale e nazionale. Questa è la sua storia.
Al Pease nasce in Inghilterra nel 1921 e, dopo essere stato arruolato nella British Army nella Seconda Guerra Mondiale si trasferisce in Canada, dove ottiene la cittadinanza.
Dopo una breve esperienza come illustratore, la sua carriera da pilota comincia all'età di 39 anni nel 1960, quando al volante di una Riley gareggia in diverse gare canadesi. Dall’anno successivo prosegue la sua attività in pista a bordo di una Lotus 23 e BMG. Al Pease colleziona svariati successi nel campionato nazionale guidando diverse monoposto in differenti categorie.
Nel 1963 ha il suo primo assaggio della Formula 1: partecipa al Gran Premio del Canada, gara non valida per il campionato, concludendo all’ottavo posto. L’anno dopo è eletto quale miglior pilota canadese dall’associazione piloti e nello stesso anno corre la 500 km di Bridgehampton con una MG.
Nel 1964 partecipa alla dodici ore di Sebring e due anni più tardi partecipa al Campionato L & M Formula A, in cui ottiene una vittoria. Oltre a partecipare a questo campionato, Al Pease corre in altri eventi con una Castrol-Lotus 47 e vince il Telegram Trophy.
Questi successi a livello nazionale convincono la Castrol, azienda leader di lubrificanti auto, a sponsorizzarlo per farlo partecipare al Gran Premio del Canada. All’età di 46 anni, Al Pease debutta quindi in Formula 1 nella gara di casa, guidando una Eagle Mk1 sul circuito di Mosport Park.
IL PRIMO TENTATIVO: 43 GIRI DI DISTACCO DAL VINCITORE
Il canadese riesce a qualificarsi, ma al via rimane fermo in griglia a causa di problemi alla batteria della sua monoposto. I meccanici intervengono, riuscendo però a rispedirlo in pista con ben sei giri di ritardo rispetto ai leader della gara. I problemi però si ripresentano: sotto la pioggia, il canadese è infatti costretto a fermarsi in pista. Deciso a non mollare, Al Pease corre ai box, prende una nuova batteria e torna al punto in cui aveva abbandonato la monoposto. Dopo averla montata autonomamente si rimette in gara, transitando sotto la bandiera a scacchi con un distacco di 43 giri dal vincitore Jack Brabham. A fine gara viene estromesso dalla classifica, per non aver completato la distanza minima prevista. Il tutto dopo aver fatto registrare una velocità media di soli... 69,4 km/h, in una prova caratterizzata dalle mille disavventure.
Il canadese decide di riprovarci di nuovo l’anno successivo, ma non partecipa alla gara per problemi sulla sua monoposto. Al Pease decide quindi di ripresentarsi di nuovo anche nel 1969, guidando sempre una Eagle Mk1. Le cose, però, anche in questa occasione non vanno per il verso giusto.
L'ULTIMO GP: SQUALIFICATO PERCHE'...TROPPO LENTO
In gara, il pilota canadese si rende protagonista di una serie di contatti che coinvolgono Silvio Moser, Jean-Pierre Beltoise e Jackie Stewart, quest'ultimo al volante di una Matra e impegnato nella lotta per il titolo. L'episodio manda su tutte le furie Ken Tyrrell (ai tempi team manager della scuderia), il quale chiede e ottiene la squalifica del pilota canadese, giudicato troppo lento per poter rimanere in pista.
Sino a quel momento, infatti, il canadese aveva completato solo 22 giri, mentre Jacky Ickx era già a quota 46 tornate completate
Dopo questa esperienza negativa in Formula 1, il pilota canadese ha corso in Formula 5000 e Formula A, dove ha ottenuto a 49 anni la sua ultima vittoria.
Nel 1998 viene inserito nella Canadian Motorsport Hall of Fame per i successi che ha ottenuto al livello nazionale.
La sua partecipazione è stata importante per il suo Paese, poiché ha aperto la strada per l’ingresso in Formula 1 di diversi piloti canadesi, tra cui Gilles e Jacques Villeneuve. Victor Al Pease è scomparso nel 2014 all'età di 92 anni, nella sua casa in Tennessee.
Chiara Zaffarano