Marc Marquez Aragon Ducati
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La MotoGP torna quest’anno a far visita al Motorland Aragon per l’omonimo GP, che si apre come sempre con la giornata di prove libere. Il clima caldissimo ed il nuovo asfalto avaro di grip sono due incognite che hanno costretto team e piloti a del lavoro extra. Queste condizioni hanno restituito il miglior Marc Marquez di tutta la stagione: l’otto volte iridato è il leader al termine della prima giornata aragonese.

Marquez con la GP23 ha dato paga alle GP24

Marc Marquez si è subito adattato alle bizzarre condizioni della pista per mostrare la sua superiorità. Nella sessione del pomeriggio, la più indicativa in ottica gara, il numero #93 ha girato costantemente sul 46”2 con una coppia di gomme morbide, per poi scendere al 46”0 quando le sue coperture avevano già più di dieci giri alle spalle. Nel time attack è sceso sotto il 46” firmando il 45”8 che ha abbassato di due decimi il record di Pecco Bagnaia del 2022. Era dai tempi della Honda che non si vedeva un Marquez così superiore. La costanza di rendimento delle gomme soft potrebbe far decidere il 31enne di puntare su tali coperture nella Sprint di domani. Vedremo.

I due pretendenti alla corona iridata hanno impiegato un po’ di tempo prima di emergere. Bagnaia ha faticato a fermare la moto durante le FP1, come hanno dimostrato i tanti lunghi soprattutto in curva 1. Nel pomeriggio ha trovato un assetto decente, riuscendo a mettere insieme un buon ritmo con gomme medie. Con un passo del 46”5, Pecco ha pareggiato i conti con Marquez a parità di mescola. Jorge Martin ha faticato meno rispetto al torinese, ma non è apparso al top quanto Marc. Sia lui che Bagnaia hanno pagato dazio nel T4 rispetto al leader, ma il loro time attack è apparso ottimo. In qualifica saranno sicuri protagonisti, nelle gare, chissà.

Aprilia e KTM, due facce di una stessa medaglia

Il venerdì del GP di Aragon ci ha restituito un’Aprilia pimpante, soprattutto con Maverick Viñales. Il catalano con il numero #12 è arrivato a due decimi da Marquez, ma ha dato l’impressione di poter fare ancora meglio. Ma come per i ducatisti, anche il portacolori della casa di Noale ha perso nel T4, dove tra l’altro ha avuto un episodio di chattering che ha rischiato di farlo cadere. Aleix Espargaró è stato meno incisivo di Vinales in configurazione gara; tuttavia, nel time attack ha tirato fuori un 46”0 che lo ha messo davanti al compagno di team.

Sembra invece che la KTM abbia fatto il passaggio inverso. Nei primi minuti, quando l’asfalto era ancora poco gommato, le RC16 erano tutte in top ten, con Pedro Acosta addirittura secondo. Ma quando è arrivato il momento di “fare il tempo”, le altre moto sono progredite mentre le austriache sono rimaste indietro. Sia Acosta che Brad Binder dovranno superare la tagliola del Q1 domani, e lo stesso tocca a Jack Miller. L’australiano è scivolato all’ultima curva negli istanti finali, cosa che ha impedito ad Enea Bastianini di migliorare il suo crono con l’unica Ducati GP24 rimasta fuori dal Q2.

Zarco Honda Aragon
Credits: motogp.com

Zarco il “miracle man” della Honda

Per concludere, segnaliamo il miracolo compiuto da Johann Zarco. Il francese, senza scie e senza aiuti, ha portato la sua Honda in top ten, con il nono crono ufficiale della sessione. Il distacco è ampio (oltre nove decimi), ma qui conta soprattutto il risultato. Il pilota di Cannes ha confermato di essere il miglior interprete della problematica RC213V, anche se l’esito della sessione è stato sorprendente. Le altre Honda sono ancora indietro, così come le Yamaha. Eppure Fabio Quartararo era arrivato ad un passo dalla top ten prima di scivolare a metà turno. Come cantava Gianni Morandi: com’è dura la salita!

Riccardo Trullo