Piero Taruffi fu incoronato da Nuvolari come “Re delle Corse stradali” per la sua velocità e bravura, ma anche perché è stato l’unico pilota della sua epoca ad aver vinto le più importanti corse automobilistiche su strada.

Il soprannome “Volpe Argentata”, invece, fu coniato dai messicani, per i suoi capelli argentati e per la sua astuzia alla guida. A tal proposito Taruffi stesso ricorda: “Per i Messicani, popolo generoso e facile all’entusiasmo, divenni addirittura un idolo. Mi soprannominarono lo 'Zorro Plateado', ovvero la Volpe d’argento, e, quando l’anno dopo tornai in Messico, vidi nei taxi, tra i vari ricordi che i conducenti sono soliti incollare sul cruscotto, la mia fotografia accanto a quella della Vergine di Guadalupe.”

DALLA PRIMA VITTORIA FINO ALLA MASERATI

Il primo trionfo di Piero Taruffi avviene alla Roma-Viterbo del 1932 al volante di una Fiat 501. Passa alle due ruote correndo con una Rondine 500, con cui stabilisce diversi record nazionali e internazionali di velocità.

Taruffi ritorna alle quattro ruote nel 1930 e vince la Tunisi-Tripoli su Alfa Romeo 1750. L’anno dopo, correndo nei Gran Premi di motociclismo con una Norton e realizzando numerosi giri più veloci, viene notato da Enzo Ferrari, che lo ingaggia come pilota.

Con la Ferrari, Taruffi partecipa al Gran Premio di Roma e di Monza, arrivando secondo per poi correre la Mille Miglia, classificandosi terzo. Dopo la gara motociclistica del Montenero, Taruffi chiude i suoi rapporti con la Ferrari e nel 1933 passa alla Maserati.

Al Gran premio di Monza collauda per la prima volta le cinture di sicurezza. L’anno dopo, a Tripoli, Taruffi è autore di un brutto incidente mentre lotta con Nuvolari. Pochi mesi dopo il grave incidente, Taruffi ritorna a correre alla Vermicino-Rocca, su una Alfa Romeo 2300 Sport.

LA FINE DELLA GUERRA E IL PROSEGUO DELLA CARRIERA

Dopo la fine della Seconda guerra mondiale, Taruffi è ingaggiato dalla scuderia CisItalia con cui trionfa nel 1947 al Gran Premio di Caracalla. Nel 1950, Taruffi debutta in Formula 1 nell’ultimo appuntamento della stagione, il Gran Premio d’Italia, ritirandosi dalla gara.

La stagione successiva in Formula 1, Taruffi la corre con la Ferrari e ottiene il suo primo podio nel Gran Premio di Svizzera, con un secondo posto.

La sua stagione migliore è il 1952, dove ottiene la vittoria nel Gran Premio di Svizzera e due podi, concludendo la stagione al terzo posto in classifica. Dopo questa stagione partecipa in maniera sporadica nella massima Formula dal 1953 fino al 1956. Nel 1954 ottiene il podio al Gran Premio d’Italia con un secondo posto.

Nel 1951 Taruffi partecipa alla Panamericana, vincendola in coppia con Luigi Chinetti, e nel 1953 passa a correre per la Lancia. Di nuovo alla Panamericana conclude al secondo posto e successivamente partecipa alla 24 ore di Le Mans con la Lancia D20, ritirandosi intorno alla dodicesima ora per un problema elettrico.

L’anno dopo, Taruffi ottiene con la Lancia la vittoria alla Targa Florio e il giro di Sicilia, nel quale si ripete anche l’anno dopo. Nel 1956 vince la 1000 km del Nurburgring insieme a Moss, Schell e Behra.

Nel 1957, Taruffi riesce a centrare la vittoria alla Mille Miglia, dopo tredici tentativi andati a vuoto. Con questa vittoria, Taruffi decise di apprendere il casco al chiodo, come aveva promesso a sua moglie.

GENIO ANCHE FUORI DALLE CORSE

Taruffi non fu solo un geniale e veloce pilota, ma anche ingegnere, scrittore, giornalista e progettista. Tra i suoi progetti possiamo citare l’Autodromo di Vallelunga, progettato nel 1950 e che oggi porta il suo nome.

Tra le altre opere al di fuori del pilotaggio, citiamo la Rondine Gilera Carenata e il Bisiluro motorizzato Maserati, con cui vengono sfiorati i 351 km/h nel 1951. Taruffi scrisse anche diversi libri, tra cui l’ormai introvabile “Tecnica e pratica della guida automobilistica da corsa” pubblicato nel 1953.

Chiara Zaffarano