Haas Spain
Credits: LAT Image, Haas F1 Media Site

L'estensione dell'accordo di partnership tecnica tra Haas e Ferrari diramato ieri da un lato non arriva del tutto inaspettato, visti i recenti risultati e movimenti della scuderia americana. Dall'altro pone una prospettiva totalmente inedita sulla scuderia di Kannapolis che, ad inizio anno, non avevamo esitato a collocare in una posizione di intrinseca debolezza, pronta (nelle nostre proiezioni) a fornire lo “slot giusto” per l'acquisizione da parte di Andretti Global.

Prospettive cambiate

Se all'inizio dell'anno la transizione tra Guenther Steiner ed Ayao Komatsu nel ruolo di Team Principal sembrava segnare la strada verso una “trasformazione” di identità, sensazione corroborata da un biennio non troppo entusiasmante per gli americani, nell'avvicinamento alla fermata estiva Haas F1 occupa una dignitosa settima posizione nel Campionato Costruttori con 27 punti, a solo quattro lunghezze da Visa CashApp RB e con diciotto punti di vantaggio sulla più diretta inseguitrice, Alpine. Dopo la pausa estiva le cose potrebbero cambiare radicalmente, la storia lo insegna, ma è innegabile che gli americani abbiano un migliore stato di forma nel 2024.

Bearman e poi Ferrari

Per quanto (almeno formalmente) l'ingresso nel 2025 di Oliver Bearman abbia seguito un canale separato di finalizzazione contrattuale, risultava chiaro che i rapporti con Ferrari potessero riprendere una forma simile a quella degli anni con la “quota FDA”, che trovava forma più evidente con il volante affidato a Mick Schumacher, all'epoca pilota dell'Academy. In un'ottica chissà quanto azzardata di una politica “do ut des”, Haas si ritaglia nuovamente, almeno fino al 2028, il ruolo di Scuderia B Ferrari. Del resto anche Visa CashApp RB riacquisirà questa configurazione nei confronti di Red Bull Racing e probabilmente Mercedes giocherà una carta simile. Va inoltre notato che dal 2026 Sauber diventerà Audi e quindi Ferrari fornirà la PU solo a Haas, senza altre forniture clienti.

L'estensione del rapporto tra Ferrari e Haas chiude le porte ad una potenziale acquisizione, sul breve termine, della scuderia americana da parte di Andretti Global. Michael Andretti, nella pratica, ora pare avere le porte chiuse in merito a qualsiasi tipo di acquisizione di una scuderia già esistente.

Andretti Global saga

Continua dunque l'epopea romantica (tenendo da parte qualsiasi considerazione di tipo finanziario) dell'ingresso di Andretti Global in F1 e vale la pena contestualizzare la situazione attuale.

La scuderia Andretti continua il suo viaggio nel limbo creato dall'avere l'approvazione della FIA, ma non della FOM, per correre in F1. Stando a quanto riportano osservatori di lingua inglese, nei giorni del GP di Montecarlo, il Presidente FIA Mohammed Ben Sulayem, promotore dell'undicesimo team in griglia, avrebbe detto che la strada migliore per l'ingresso in griglia di Andretti - GM consisterebbe nell'acquisizione di una scuderia già esistente.

Il “consiglio” suona un po' strano, visto il concetto stesso di undicesima scuderia e il battage relativo alla costruzione della sede satellite di Andretti Global in quel di Silverstone (con tanto di contratti per tecnici e forza lavoro), ma l'opzione di subentrare in qualche scuderia, con tutta probabilità, era stata vagliata dall'entourage del gruppo americano. La FOM ha chiarito in maniera più o meno esplicita di non avere nulla in contrario all'ingresso di Andretti in F1 con un'acquisizione ed effettivamente l'idea che proprio Michael Andretti subentrasse a Gene Haas aveva preso corpo tra la fine del 2023 e l'inizio del 2024, con un orizzonte temporale fissato per il 2025 - 2026.

Ora, con il rinnovo dell'accordo con Ferrari, Haas implicitamente si chiama virtualmente fuori dalla corsa e Andretti Global dovrà guardare necessariamente verso altri orizzonti. Quali? Al momento non è dato sapere, perché Visa CashApp RB, l'altra scuderia che si vociferava potesse interessare per un subentro, ritornerà a coprire il ruolo di team junior Red Bull, stando alle recenti parole di Helmut Marko che auspica ad un'organizzazione di quella che fu il progetto Scuderia Toro Rosso.

Va inoltre considerato che il subentro ad una scuderia già esistente comporta un costo e, con i valori finanziari che maturano di anno in anno, il conto da pagare da parte di Andretti diventa più alto man mano che il tempo passa e una scuderia migliora il proprio posizionamento nel Costruttori.

E poi arriva Toyota?

WEC Toyota Interlagos
Credits: Toyota Gazoo Racing Media Site

Secondo alcune indiscrezioni che circolano da qualche giorno, Toyota potrebbe tornare in F1 con Haas, con le due parti che si ritiene stiano trattando per l'utilizzo della struttura tecnica di Toyota Gazoo Racing Europe in Germania. Non vedremo una nuova PU in F1, visto l'accordo con Ferrari e l'impegno Toyota su altri fronti, tantomeno un rebranding sullo stile Alfa Romeo Sauber.

L'obiettivo per Haas risiede nell'attingere alle risorse tecniche e umane di casa Toyota a Colonia, vista la disponibilità di attrezzature di qualità e personale qualificato di questi ultimi. L'accordo consentirebbe a Toyota di avvicinarsi nuovamente alla F1, così da valutare un impegno futuro più articolato.

La dinamica dell'accordo potrebbe poggiare le fondamenta su un contratto di outsourcing per poi evolversi verso qualcosa di più coinvolgente a seconda dei risultati e del gradimento delle parti in gioco. Chi potrebbe guadagnarci? Da un certo punto di vista Toyota vuole riavvicinarsi alla F1, prendendo le distanze dall'approccio dell'ultima (non proprio entusiasmante) esperienza nel Circus e un accordo del genere potrebbe aiutare, in maniera conveniente, a mettere in prospettiva le ottimizzazioni da apportare alla struttura.

Gene Haas ha l'ultima parola

Per quanto riguarda Haas, un accordo del genere aiuterebbe ad ampliare la sua struttura tecnico-sportiva, fondamentalmente limitata e rimasta più o meno la stessa dal debutto nel 2016. Ricordiamo che la sede centrale della scuderia è a Kannapolis, nella Carolina del Nord; la maggior parte del lavoro operativo viene svolto tra la sede Banbury, nel Regno Unito, l'hub di progettazione presso il campus Ferrari di Maranello in Italia; Dallara viene impiegata per la produzione, mentre Ferrari garantisce la fornitura di tutte le parti meccaniche consentite dalle normative.

Questo tipo di accordo implicitamente comporterebbe un cambio di marcia nel modello di business della scuderia, ora come ora simile ad una struttura di assemblaggio ed operazione. Da quando Komatsu ha assunto la carica all'inizio del 2024, la scuderia ha cominciato a porre l'accento sullo sfruttamento più efficace ed efficiente della struttura tecnica esistente.

Sebbene Komatsu abbia promosso il miglioramento della cultura lavorativa e della fiducia nel personale esistente del team, rimane la sottolineatura su come personale e struttura ne limitino il potenziale. Bisognerà vedere, a questo punto, quanto Gene Haas sarà pronto ad investire su questa novità. Nel passato mettere nella stessa frase “investimenti”, “F1” e “Gene Haas” ha comportato risultati…a loro modo spettacolari, ma il contesto oggi come oggi potrebbe essere cambiato.

Luca Colombo