F1 | Amarcord: Vietnam, il GP mai corso
Nel 2020 la F1 doveva correre su un calendario fitto di impegni, tra i quali il GP del Vietnam presso Hanoi nel mese di Aprile. Come sappiamo, le cose non hanno preso la piega voluta e il circuito cittadino di Hanoi non ha mai visto la gara d'esordio. Per dirla tutta, Hanoi non ha mai visto una gara: a due anni di distanza, che fine ha fatto il GP del Vietnam?
Anno 2020, Melbourne, Australia. A poche ore dall'inizio delle FP1 gli organizzatori del GP, scuderie e personalità della F1 devono discutere attorno ad un tavolo per prendere una decisione incredibile: annullare il fine settimana di gara. Da una parte hanno il pubblico che già affluisce agli ingressi, dall'altra hanno un potenziale e disastroso contagio di massa dovuto ad un virus letale e di cui si conosce ancora poco: il Covid-19. La decisione arriva ed il GP d'Australia salta. Da lì alle settimane successive, progressivamente, tutti gli organizzatori dei GP alzano bandiera bianca nei confronti del virus dilagante, posticipando le gare.
Tra questi, troviamo anche il GP del Vietnam, che "tira giù la serranda" tre settimane prima del debutto sulle strade di Hanoi. Bernie Ecclestone aveva messo il Vietnam nel mirino dei potenziali mercati dove espandere il prodotto F1, come successo per la Corea del Sud e l'India. Il Supremo Bernie lancia l'idea, ma Liberty Media chiuderà l'accordo con gli organizzatori locali.
Nguyen Duc Chung, presidente della provincia di Hanoi, promuove l'idea di portare il Circus in Vietnam. Per onore di cronaca, le autorità governative non mostrano volontà nel supporto del programma e così l'ok definitivo arriva in seguito all'entrata in scena del gruppo VinGroup, che garantisce la copertura finanziaria. A posto con i soldi, i lavori attorno al My Dinh National Stadium possono cominciare.
Come successo per il GP in Corea, abbiamo due problemi. Punto uno: l'appeal locale tocca il livello zero, del resto la cultura locale del motorsport non ha radici. Punto due: lo stato di avanzamento dei lavori è simile alla famosa "Fabbrica del Duomo". Le immancabili visite promozionali targate Red Bull, con David Coulthard che brucia un po' di gomma in giro per la città, offrono la giusta visibilità agli organizzatori. Nel 2019 la presentazione alla stampa frena le speculazioni sul primo problema, il secondo rimane lì in disparte.
Torniamo a Melbourne, Marzo 2020. Chase Carey, CEO della F1 all'epoca, aveva fatto visita ad Hanoi prima di atterrare in Australia, in fin dei conti per assistere alla cancellazione della gara. Carey aveva verificato di persona che il tracciato di Hanoi avesse le carte in regola per ospitare il suo primo GP. L'ispezione va bene, ma in realtà il problema principale stava assumendo la forma del Covid-19. Gli effetti, almeno sulla F1, sarebbero arrivati a breve giro. Posticipi e rinvii avevano decretato l'annullamento della gara di Hanoi. Nessuno vuole vedere un GP al debutto con gli spalti vuoti, certamente dovuti alle porte chiuse, e la logistica del nuovo calendario 2020 parla solo di Europa.
Il GP dovrebbe scivolare alla stagione successiva, ma nel frattempo Chung viene arrestato per corruzione. Il condizionale è d'obbligo, perché la scivolata non avverrà mai. Per rubare una frase al nostro Julian D'Agata: che fine ha fatto il GP del Vietnam? Senza spinte promozionali, senza supporto da parte delle autorità e con VinGroup che deve rientrare dell'investimento, la gara di Hanoi barcolla sull'orlo del baratro.
La conclusione più pratica rimane quella di uscire dal giro e contenere le perdite. In effetti i lavori per ospitare il GP hanno apportato migliorie alla città, ma i potenziali numeri di vendita e di turismo indotto mandavano inesorabilmente la lancetta finanziaria verso valori negativi. Il 2021, dunque, vede l'uscita di scena, se così possiamo dire, del GP del Vietnam.
Hanoi va ad occupare un posto in una lista molto speciale, ovvero quella dei tracciati realizzati o pensati per la F1, sui quali il Circus non ha mai corso. La compagnia non è male: troviamo il tracciato di Zhuhai International (Cina), dell'Ontario Motor Speedway (California), di Autopolis (Giappone) o i cittadini di New York e Roma. "Il Vietnam è una location incredibile per una gara di F1, un Paese molto giovane con un vibrante settore affaristico" recitano i promoter della gara. Fanno bene: ad Hanoi c'è un tracciato che ha la certificazione per entrare in F1 e che sta prendendo polvere.
Il veloce mondo della F1, dopo aver sofferto il Covid-19, ha ritrovato la sua aggressività. I calendari con oltre venti gare sono una realtà, nonostante defezioni come quella di Hanoi: molti Paesi fanno la coda pur di entrare nel giro. L'Arabia Saudita dall'oggi al domani ha messo in piedi la gara a Jeddah, gli USA in Maggio avranno una seconda gara in quel di Miami, circuito cittadino creato in poco tempo. La storia insegna che i tracciati entrano ed escono dal calendario della F1. Forse un giorno Hanoi rientrerà nel giro. O forse ha perso definitivamente il treno.
Luca Colombo