Nel corso della propria lunga storia (attualmente è in corso di svolgimento l'edizione numero 74) il Mondiale di Formula 1 ha dato vita a sfide epiche su circuiti destinati ad entrare nell'immaginario collettivo dei tifosi di tutto il mondo, ma al tempo stesso anche su piste finite decisamente nel dimenticatoio. Con i suoi 7004 metri, è Spa-Francorchamps a detenere il primato di circuito più lungo inserito nell'attuale calendario iridato: eppure, nel corso degli anni si è persino svolto un Gran Premio su un tracciato di oltre…25 chilometri! In questa speciale classifica, andiamo quindi alla scoperta dei dieci circuiti più lunghi nella storia della F1.

10° - Bremgarten (7,280 km)

Pur dovendo fare i conti con una legge federale che ha impedito per ben 63 anni lo svolgimento di qualsiasi competizione automobilistica e motociclistica sul territorio, anche la Svizzera è stata presente nel calendario di Formula 1. Tale divieto (venuto a cadere nel 2022) venne infatti promulgato in seguito alla tragedia verificatasi in occasione della 24 Ore di Le Mans 1955, quando l'incidente di Pierre Levegh causò la morte del pilota e di 83 spettatori ed il ferimento di altri 120. Fino ad allora, il GP Svizzera aveva dato luogo a cinque edizioni (dal 1950 al 1954) sul circuito di Bremgarten, un impianto semi-permanente situato alla periferia settentrionale di Berna. Esso si distinse come uno dei più lunghi della sua epoca (misurando 7280 metri) ma anche per le sue caratteristiche che lo rendevano estremamente pericoloso, a causa della presenza di numerosi saliscendi e degli alberi adiacenti alla pista. Dopo il divieto imposto dal Governo e l'abbandono di qualsiasi attività, oggi del tracciato non vi è praticamente più alcuna traccia.

Uno scatto risalente all'edizione 1952 del GP Svizzera
Uno scatto risalente all'edizione 1952 del GP Svizzera

9° - Casablanca (7,618 km)

Prima di tornare ad ospitare in epoca recente delle competizioni internazionali sul circuito situato alle porte di Marrakech, anche il Marocco fu inserito nel calendario del Mondiale di Formula 1. Tale avvenimento si verificò nel lontano 1958 quando, dopo aver ospitato nell'anno precedente un'edizione non valida per il campionato, il circuito di Casablanca (altrimenti conosciuto come Ain-Diab) fu inserito come undicesima e ultima prova iridata. Caratterizzato da medie sul giro elevatissime anche per l'epoca (di poco inferiori ai 200 km/h), esso era un circuito stradale lungo ben 7618 metri. Oltre ad incoronare Mike Hawthorn campione del mondo (nonostante la vittoria del diretto avversario Stirling Moss), la gara fu caratterizzata dall'incidente mortale di Stuart Lewis-Evans, che perse la vita in seguito alle ustioni riportate nel rogo della sua Vanwall. Da allora, il circuito sparì completamente dai radar senza effettuare ulteriori edizioni del Gran Premio.

8° - Interlagos (7,960 km)

Molti appassionati dell'ultim'ora conosceranno solo l'attuale versione del circuito che sorge alle porte di San Paolo, lunga 4309 metri. Eppure, l'autodromo che dal 1977 è stato intitolato a Carlos Pace presentava originariamente una configurazione lunga quasi 8 km, curiosamente ricavata all'interno della medesima area che oggi ospita l'impianto grazie ad un layout caratterizzato da una lunga sequenza di andirivieni. Esso ospitò otto edizioni del GP Brasile tra il 1973 e il 1981, con le ultime due su una versione leggermente modificata di 7873 metri. Dopo il trasferimento del Circus sul nuovo impianto di Jacarepaguà, il tracciato paulista subì un importante processo di rinnovamento, che lo avrebbe visto tornare ad ospitare la Formula 1 a partire dal 1990 su una versione pressoché identica a quella attuale.

Una fase del GP Brasile 1979 sul circuito di Interlagos
Una fase del GP Brasile 1979 sul circuito di Interlagos

7° - Clermont-Ferrand (8,055 km)

Il Nürburgring francese. Nato per iniziativa di alcuni appassionati locali, esso fondamentalmente era costituito da una serie di strade di montagna che collegavano alcuni borghi, fattore che (unitamente alla sua lunghezza) rendeva pressoché impossibile effettuare soccorsi in tempi rapidi vista l'assenza di strade alternative. Dotato di numerose variazioni altimetriche e di curve dalle caratteristiche assai variegate, ospitò la Formula 1 in quattro edizioni tra il 1965 e il 1972, con due successi conquistati da Jackie Stewart. Proprio nell'edizione conclusiva, la presenza di numerosi sassi a bordo pista fu la causa dell'incidente che pose fine alla carriera di Helmut Marko, colpito ad un occhio proprio da una pietra scagliata dalla vettura di Emerson Fittipaldi. Dopo il suo abbandono, su una parte del tracciato è stata ricavata l'attuale versione del circuito di Charade, lungo poco meno di 4 chilometri.

6° - Avus (8,300 km)

Uno dei circuiti dalla configurazione in assoluto più…atipica, dato che era composto da due lunghi rettilinei inframezzati da altrettanti tornanti, che lo rendevano in assoluto uno dei più veloci dell'epoca. Uno di essi, quello “Nord” fu inizialmente modificato negli anni Trenta con una spettacolare pendenza di 43°, mentre l'asfalto fu sostituito da lastroni di cemento come sulle autostrade tedesche. Esso ospitò una sola edizione del GP Germania, quella disputatasi nel 1959, contraddistinto dalla tripletta Ferrari con Brooks, Gurney e Hill, ma anche dalla tragedia in seguito alla quale perse la vita Jean Behra in una gara di contorno. Dopo essere stato saltuariamente utilizzato in seguito per le competizioni del Campionato Turismo, dal 1998 l'Avus viene impiegato come tratto autostradale per il traffico di tutti i giorni.

5° - Reims (8,347 km)

Inaugurato nel 1925 e caratterizzato da una forma triangolare che univa i comuni di Gueux, La Garenne-Colombes e Thillois, il tracciato di Reims ospitò ben undici edizioni del GP Francia di Formula 1, in modo saltuario tra il 1950 ed il 1966. Il rettilineo principale misurava ben 3250 metri, consentendo alle vetture di raggiungere velocità di punta elevatissime e di affrontare la successiva staccata con non poche difficoltà, visto che il tornante di Thillois aveva un raggio di soli 35 metri. Il record sul giro è rimasto nelle mani di Lorenzo Bandini (realizzato nell'ultima edizione), mentre il primatista in termini di successi è Juan Manuel Fangio a quota tre, davanti a Mike Hawthorn e Jack Brabham. Inattivo dai primi anni Settanta, in epoca recente la zona del paddock e della tribuna principale è stata restaurata e classificata come monumento storico.

4° - Monza (10,000 km)

Forse non tutti sanno che c'è stato un periodo in cui a Monza veniva utilizzato l'anello di Alta Velocità anche per le gare di F1. Dopo la Seconda Guerra Mondiale, infatti, ed i conseguenti danni riportati dall'Autodromo, nel 1955 venne infatti decisa la ricostruzione di un anello con curve sopraelevate di 4250 metri che, sommandosi al tracciato stradale già esistente, portava lo sviluppo complessivo della pista agli originari dieci chilometri. Sulla spinta anche del crescente prestigio di eventi come quello sull'ovale di Indianapolis, proprio dal 1955 venne utilizzata per la prima volta la versione completa del tracciato, che tuttavia non mancò di suscitare ben presto polemiche per via delle elevate velocità e delle sollecitazioni a cui venivano sottoposti piloti e vetture. Dopo la tragedia del 1961 (con l'auto di Von Trips che, finita tra il pubblico, causò la morte del pilota e di dodici spettatori) si ritornò ad utilizzare esclusivamente la versione stradale del tracciato lunga poco meno di 6 chilometri.

La Sopraelevata di Monza
La Sopraelevata di Monza

3° - Spa Francorchamps (14,175 km)

Se attualmente il circuito belga detiene il primato come circuito più lungo del Mondiale di Formula 1, in passato Spa Francorchamps ha utilizzato una versione ancora più estesa, capace di entrare nella leggenda grazie a tratti iconici e medie sul giro sensazionali. Nato utilizzando le strade normalmente aperte al traffico che collegavano le località di Francorchamps, Malmedy e Stavelot, esso entrò a far parte sin dal 1950 del calendario iridato su una configurazione lunga oltre 14 chilometri. Un circuito sul quale i grandi campioni potevano fare la differenza, ma che nel corso degli anni si distinse anche per la sua pericolosità ed i numerosi incidenti. Con l'incremento esponenziale della velocità, soprattutto a partire dai primi anni Settanta, il sindacato dei piloti capitanato da Jackie Stewart fece pressioni per trasferire altrove il GP Belgio, che infatti venne disputato prima a Nivelles ed in seguito a Zolder. Sottoposto ad un corposo restyling e notevolmente accorciato, esso tornò ad ospitare la Formula 1 dal 1983, mantenendo comunque le caratteristiche che lo hanno reso un circuito tra i più celebri e spettacolari al mondo.

2° - Nürburgring (22,835 km)

Benvenuti nell'Inferno Verde. Un circuito che non ha bisogno di presentazioni, entrato nella storia del motorsport e ancora oggi in grado di ospitare competizioni di durata. Ma gli “anni ruggenti” del Nürburgring in Formula 1 parlano di una pista in grado di regalare sensazioni uniche a piloti e spettatori, costituendo una sfida unica lunga oltre 22 chilometri. Un tracciato con ogni tipo di difficoltà e curva possibile, teatro di sfide memorabili ma, purtroppo, anche di numerosi gravi incidenti. Uno su tutti fu quello che di fatto sancì la fine della storia tra la Nordschleife e la Formula 1, con il rogo che il 1° Agosto 1976 per poco non costò la vita a Niki Lauda. Da quel momento il Circus avrebbe gareggiato solo sulla versione Gp-Strecke (portata recentemente a 5148 metri), che a varie riprese ha ospitato il Mondiale sotto diverse denominazioni. 

1° - Pescara (25,579 km)

Il record di circuito più lungo nella storia del Mondiale di Formula 1 appartiene…all'Italia. Già, perché nel lontano 1957 si svolse sull'omonimo tracciato il Gran Premio di Pescara, già sede nel periodo a cavallo tra le due guerre della celebre “Coppa Acerbo”. Lungo oltre 25 chilometri, esso presentava una pianta triangolare con un lato misto-veloce su cui si trovava la zona del traguardo, una zona più guidata ed un tratto velocissimo su cui le monoposto da Grand Prix degli anni Trenta avevano già fatto registrare punte particolarmente elevate. Nel secondo dopoguerra, la tradizione pescarese fu ripresa con numerose competizioni di carattere internazionale, culminate nell'inserimento in extremis nel calendario 1957 in seguito alla cancellazione delle gare previste a Spa e Zandvoort. L'unica edizione disputatasi vide trionfare la Vanwall di Stirling Moss che percorse il giro più veloce a quasi 158 km/h di media.

La pianta del circuito di Pescara
La pianta del circuito di Pescara

Marco Privitera