F1 | GP Ungheria, l’analisi tecnica delle novità viste a Budapest: inizia la rivoluzione estiva
A causa della conformazione del circuito, il motore svolge un ruolo marginale rispetto agli altri GP, ma a causa dell’alto carico la Power Unit deve essere la più parca possibile nei consumi. Inoltre, viste le basse velocità di punta, è difficile far raffreddare adeguatamente sia le unità motrici che i freni, per questo i tecnici intervengono aumentando gli sfoghi e le aperture. Ma vediamo le novità portate in pista dai vari team:
Mercedes
I tecnici del team campione del mondo si sono limitati a settare la monoposto per la tipologia del tracciato ungherese: l’unica novità sono i nuovi dischi freno carbonceramici che presentano circa 1600 fori (per meglio raffreddare l’impianto frenante), i quali inoltre presentano una forma a V con la parte centrale più concava rispetto a quelle laterali.
Da segnalare il mancato utilizzo dell’alettone posteriore a cucchiaio, segno che il carico generato dalla vettura è sufficiente per la conformazione della pista.
Red Bull
Il team austro-inglese è dovuto correre ai ripari modificando la paratia dell’alettone anteriore che fletteva vistosamente sotto carico, generando maggior downforce sull’asse anteriore.
Così come accaduto per la Ferrari, anche gli uomini Red Bull hanno modificato l’elemento incriminato con un supporto (cerchio giallo) che collega la paratia laterale al flap dell’alettone.
L’ingresso delle pance laterali è stato rimpicciolito (cerchio verde) in favore del maggior scorrimento dei flussi attorno ad esse.
Rivisti anche i supporti degli specchietti retrovisori (riquadro rosso) con l’aggiunta di una deriva verticale per meglio indirizzare i flussi nel retro vettura.
Ma la vera novità è quella più nascosta: è stato portato un nuovo diffusore che dovrebbe garantire valori più alti di deportanza senza penalizzare la vettura sul dritto: si possono notare delle derive appena sotto le pance laterali (riquadro azzurro) che hanno il chiaro compito di indirizzare meglio i flussi nel sotto vettura. (Foto @AlbertFabrega)
Ferrari
La SF70H è senza dubbio la vettura che ha subito maggiormente le normative volute dalla Federazione: sia per quanto concerne l’utilizzo di olii combustibili, che per quanto riguarda la flessibilità del fondo.
Nello specifico i tecnici di Maranello, andando a limitare la flessione del coltello ad inizio fondo piatto, hanno ridotto il flusso che veniva convogliato verso il diffusore: per ovviare a ciò sono stati costretti ad aumentare il carico alare della monoposto a scapito dell’efficienza e della velocità massima.
Quest’ultimo non dovrebbe però essere un problema a Budapest, in quanto a Maranello sono corsi ai ripari modificando la zona dei bargeboard per ricreare l’effetto “sigillo”.
I nuovi deflettori presentano una zona verticale totalmente rivista: sul marciapiede sono state introdotte delle soffiature (cerchio rosso) che si estendono anche nella zona posteriore del bargeboard per cercare di incanalare aria ed alimentare il fondo; è stato introdotto un nuovo fondo piatto (montato prima solo sulla vettura di Vettel e poi anche su quella di Raikkonen) che presenta nella zona davanti agli pneumatici posteriori ben sette soffiature per incrementare l’effetto tyre squirt.
Per quanto riguarda gli altri componenti è stato scelto l’alettone anteriore visto in Austria, da maggior carico.
È stato montato anche il cofano motore con gli sfoghi maggiorati, da utilizzare in caso di elevate temperature (per migliorare l’estrazione dell’aria calda) che termina con le appendici a sbalzo, viste per la prima volta a Baku (cerchio verde): la loro funzione è quella di velocizzare ulteriormente il flusso in questa zona, vista la differenza di aria che investe questa zona sia calda, dovuta alla Power Unit, che fredda, proveniente dal corpo vettura.
Presente anche la T-Wing da alto carico: con doppio profilo e due soffiature, oltre alla zona centrale con maggiore corda per aumentare ulteriormente il carico.
Rivisto anche il monkey seat (riquadro giallo) per cercare di guadagnare più carico possibile sull’asse posteriore. (Foto @AlbertFabrega)
Force India
Il team indiano prosegue incessante gli affinamenti sulla monoposto, cercando di aumentare il carico generato dal corpo vettura senza inficiare le velocità di punta garantite dalla Power Unit Mercedes.
A Budapest sono stati introdotti dei nuovi bargeboard con un marciapiede completamente rivisto (cerchio verde): sono presenti numerosi micro flap che incanalano quanta più aria possibile verso il fondo piatto cercando di alimentarlo (sulla falsariga di quanto stanno facendo in Ferrari) per aumentare, così, la deportanza della vettura; nuovo anche il flap posto dietro il bargeboard che, lavorando in sinergia con quest’ultimo, è stato realizzato sempre per il medesimo obiettivo.
Sulle vetture, per aumentare leggermente il carico sull’asse posteriore, è stato introdotta la T-Wing triplano (riquadro giallo). (Foto @AlbertFabrega)
I tecnici hanno effettuato prove comparative per quanto riguarda i bargeboard provando sia quelli introdotti in Austria che quelli usati in precedenza.
È stata introdotta, inoltre, una nuova T-Wing triplano ma, considerando le soffiature, presenta addirittura sei elementi (in giallo) che, sommati con il profilo inferiore, porta ad un totale di sette gli elementi, tutti utilizzati per aumentare il carico aerodinamico sull’asse posteriore. (Foto @AlbertFabrega)
McLaren
Anche sulla MCL32 sono state apportate modifiche per generare più deportanza, in particolar modo sull’asse posteriore: è stata introdotta la T-Wing triplano (cerchio rosso) che, per mezzo delle soffiature, presenta ben sei elementi.
Modificato anche il monkey seat che presenta un profilo ora più arcuato (cerchio verde). (Foto @AlbertFabrega)
Toro Rosso
Anche per la monoposto di Faenza l’obiettivo principale è di portare quanta più aria possibile nel fondo piatto per generare carico: per fare ciò i tecnici hanno modificato i turning vanes con undici soffiature per energizzare il flusso generato nel sottoscocca, inoltre è stato inserito un flap ancorato direttamente al braccio inferiore della sospensione anteriore per indirizzare meglio il flusso.
Anche ai lati del cockpit sono aumentati i flap per indirizzare i flussi verso il corpo vettura.
Totalmente inedito anche l’estrattore che si presenta molto simile a quello McLaren, vista la presenza dei Gourney laterali (utili ad indirizzare, e separare, i flussi provenienti dal sotto vettura e le turbolenze generate dal rotolamento degli pneumatici).
Leggermente modificato anche il monkey seat, che presenta il secondo profilo con una leggera svasatura al centro.
Renault
Il team di Enstone continua lo sviluppo della vettura introducendo nuove componenti per migliorare l’efficienza aerodinamica: a Budapest ha fatto il suo esordio un nuovo fondo piatto con lo scivolo estrattore completamente rivisto privo dei Gourney flap e del soffiaggio verticale a tutta lunghezza.
Sauber
L’evoluzione tanto attesa è finalmente arrivata, complice la Power Unit Ferrari 2016 è stata rifatta completamente la zona centrale della vettura.
Rivista la disposizione delle masse radianti, ora più basse per favorire la riduzione del baricentro.
Di conseguenza sono state modificate anche le pance laterali con la conformazione dell’ingresso ora più tondeggiante (in giallo): si può notare lo scasso (cerchio viola) che si è venuto a creare nella parte superiore, di chiara ispirazione Mercedes, con il relativo spazio (in verde) dal deflettore a ponte permettendo, così, un maggiore passaggio d’aria e relativo aumento di deportanza sulla superficie superiore del corpo vettura.
Il rifacimento delle pance ha interessato anche gli specchietti retrovisori, ora con un nuovo supporto (cerchio arancione), e i bargeboard che presentano cinque soffiature (riquadro rosso) per rinvigorire i vortici che, altrimenti stagnerebbero, in questa zona.
Nuova la T-Wing biplano che presenta due soffiature di scuola Ferrari. (Foto @AlbertFabrega)
Come si è potuto constatare quasi tutti i team hanno portato numerose novità. Il motivo di ciò è presto detto: sia perché questo di Budapest è l’ultimo GP prima della pausa estiva, ma soprattutto perché subito dopo verranno effettuati gli ultimi due giorni di test interstagionali, quindi tutti i tecnici cercheranno di trovare corrispondenze tra il lavoro fatto in fabbrica e la pista.
Articolo e grafiche a cura di Michele Montesano
{jcomments on}