Flashback | Motomondiale, GP Nazioni 1973: la tragedia di Saarinen e Pasolini
Esattamente cinquanta anni fa, il 20 maggio 1973, durante il GP della Nazioni a Monza, terza tappa della 25esima stagione del Motomondiale accadde, forse, la più grande tragedia della storia del motociclismo. Il finlandese Jarno Saarinen e il riminese Renzo Pasolini persero la vita nell'incidente, i centauri finirono a terra nel primo veloce tratto della pista brianzola.
L'inizio della stagione 1973 nel segno di Saarinen
L'anno 1973 vide il ritorno di Yamaha in forma ufficiale nel Motomondiale, cosa che non accadeva dal 1968 nelle classi 250cc e 125cc. L'impegno della casa di Iwata si rivolse alla 250cc e alla 500cc, la classe regina, schierando il giapponese Hideo Kanaya e il finlandese Jarno Saarinen, che dominò totalmente le prime corse stagionali. L'11 marzo divenne il primo europeo a vincere la mitica 200 Miglia di Daytona mentre il 1 aprile conquistò il primo round ad Imola della Formula 750, categoria nata con l'intento di diventare la nuova classe regina del futuro, tentativo che si rivelò poi vano.
Come da pronostico, in 250cc, Yamaha ottenne tre doppiette nei primi tre GP del campionato, con Saarinen sempre davanti al compagno di squadra Kanaya. Se al Paul Ricard era salito sul podio Renzo Pasolini, i due round seguenti furono totalmente ad appannaggio Yamaha.
In 500cc Yamaha per imporsi avrebbe dovuto fare un'impresa in quanto avrebbe dovuto battere Giacomo Agostini, alla ricerca del settimo titolo consecutivo con MV Agusta, scuderia imbattuta dal 1958 nella classifica piloti. Nel round inaugurale in Francia a Le Castellet, Giacomo Agostini cadde nel tentativo di battere Jarno, evento più unico che raro. Quindi Saarinen conquistò il GP davanti a Read e Kanaya, abile ad ottenere la prima vittoria all'esordio assoluto in classe regina. Anche il round a Salisburgo vide il trionfo di Saarinen davanti al teammate Kanaya, con Giacomo Agostini e Phil Read fuorigioco a causa di problemi tecnici alle loro MV Agusta. Read, campione a fine anno, si prese la rivincita ad Hockenheim tornando alla vittoria dopo ben nove anni dall'ultima in top class, con le Yamaha e la MV Agusta di Agostini ritirate per problemi tecnici.
Il GP delle Nazioni 1973, il tragico giorno
Quindi al GP delle Nazioni, Jarno Saarinen arriva come uomo da battere in entrambe le categorie a cui partecipava. In 500cc i rivali rimanevano le MV Agusta, mentre in 250cc poteva essere il giorno del riscatto di Renzo Pasolini, vincitore dell'anno prima sullo stesso circuito. Il 'Paso' aveva un'attitudine naturale nell'andare forte, abile a fare la differenza nei tracciati nostrani.
Durante il corso del primo giro della gara della 350cc, in Curva Grande avvenne il tragico fatto. Dieter Braun, campione poi a fine stagione, conduceva in testa davanti a Renzo Pasolini, che morì per le ferite riportate a seguito della caduta. La sua Harley-Davidson andò a sbattere nelle balle di paglia a protezione del guard-rail, provocando un grosso incendio. La moto, rientrata in pista, colpì Jarno Saarinen che, perduto il casco, venne investito dai piloti che sopraggiungevano morendo sul colpo. Si contarono in totale 12 piloti a terra, alcuni come Walter Villa in condizioni molto gravi. Gli organizzatori sospesero la competizione ed annullarono le varie altre sfide in programma.
Le conseguenze della tragedia
Il tragico accaduto portò Yamaha e Harley-Davidson a ritirarsi in forma ufficiale dal Motomondiale. Inoltre, da quel giorno, iniziò il lento processo che portò i piloti a richiedere standard di sicurezza dei circuiti più elevati, boicottando i GP se le condizioni non fossero state adeguate.
Da quel momento, ad esempio, la storica gara del Tourist Trophy venne progressivamente saltata dalla maggior parte dei piloti, venendo poi sostituita dal 1977 dal GP di Gran Bretagna a Silverstone. Riguardo Monza, il Motomondiale decise di smetterci di correre, almeno fino al 1981, quando vennero aggiunte tre varianti: quella prima di Curva Grande, quella della Roggia e l'Ascari.
La morte di Pasolini e Saarinen segnano la scomparsa di due grandi campioni, nonché di due mariti e, nel caso di Renzo, di un padre. Purtroppo è una di quella tragedie della storia che a posteriori ha prodotto un qualcosa di positivo, migliorando la sicurezza dei circuiti e portando la FIM ad abolire i GP nei circuiti non conformi agli standard minimi di sicurezza.
Francesco Sauta